Palazzo di Giurisprudenza ©Foto Alessio Coser. Archivio UniTrento

Formazione

Come cambia la didattica

Le iniziative del FormID, il Teaching and Learning Center UniTrento, potenziato nel Piano Strategico

19 maggio 2022
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di Alessandra Saletti
Ufficio Stampa e Relazioni Esterne dell'Università di Trento

Imparare a insegnare. O a farlo meglio, con più efficacia e con l’aiuto metodi nuovi e interattivi. La didattica che funziona è capace di attirare l’attenzione degli studenti, abituarli al pensiero critico, al ragionamento, a mettere in pratica le competenze nel mondo reale. Sembra scontato che chi insegna all’università sappia già fare bene il proprio lavoro. Eppure, se si sposa l’idea che la formazione debba essere continua e che in ogni professione serva un costante aggiornamento, anche il modo di fare didattica richiede ogni tanto un tagliando, un momento di analisi e di apertura verso nuovi strumenti per promuovere l'apprendimento.

Essere un ateneo dove si impara bene, dove la didattica è riconosciuta per la sua qualità ed efficacia è un valore su cui l’Università di Trento punta molto. Lo si capisce sfogliando il Piano Strategico 2022-27 che a potenziare la qualità dell’insegnamento riserva varie iniziative specifiche. E lo fa anche riconfermando un centro a questo dedicato che ha dato già molte soddisfazioni: il FormID, Centro di competenza per la Formazione dei docenti e l’Innovazione Didattica.

La novità contenuta nel Piano Strategico dei prossimi sei anni sta proprio nel consolidamento dell’esperienza maturata dal FormID, come progetto sperimentale contenuto nel Piano precedente. Il FormID assume così una struttura stabile e operativa e diventa Teaching and Learning Center dell’Università di Trento. Viene creato uno staff di docenti e ricercatori, che operano al suo interno, con il supporto di una struttura amministrativa e in sinergia con le strutture centrali e dipartimentali dell’Ateneo. Ma ciò che non cambia è l’obiettivo: promuovere di una didattica di qualità, centrata sui bisogni di studentesse e studenti e finalizzata allo sviluppo e al sostegno di un apprendimento significativo, partecipato e personalizzato.

Punto chiave dell’attività del FormID è l’innovazione didattica. Il centro promuove percorsi di formazione e supporto a chi insegna nella formazione permanente, che può essere di base, esperta e continua. Migliorare concretamente le pratiche di insegnamento significa confrontarsi con metodologie innovative, sperimentarle e farle proprie. Ma anche saper usare bene le nuove tecnologie, oltre che potenziare le competenze didattiche e quelle relative alla capacità di valutare in modo equo e corretto, offrendo riscontri positivi a chi apprende. 

È quello che hanno sperimentato i docenti neoassunti del primo workshop residenziale che si è tenuto nei giorni scorsi nel Centro Formazione e Vacanze a Candriai di Trento. Docenti neoassunti dell’Ateneo hanno partecipato alla tre giorni dedicata al miglioramento continuo della didattica. In programma lezioni dedicate allo sviluppo di competenze base di progettazione della didattica, conduzione d’aula e valutazione dell’apprendimento. Si è parlato di “active learning” e di didattica centrata sullo studente, di come costruire la didattica basata sulla risoluzione di problemi e di come valutare il livello di apprendimento. Accolta con interesse dai partecipanti, questa esperienza sarà riproposta anche per le prossime leve di neoassunti.

Foto Workshop Candriai FormID @FormID Archivio UniTrento
Partecipanti al Workshop semiresidenziale neoassunti. Candriai, 28-29-30 aprile 2022 @Foto FormID 

 

Il FormID ha in cantiere iniziative analoghe anche per l’aggiornamento dei docenti che insegnano da più tempo. Si concentra anche sulle nuove tecnologie e sull’insegnamento in lingua inglese, ormai imprescindibile in un ateneo internazionale come UniTrento. Non manca un focus sulle life skills anche per docenti. Competenze relazionali, comunicative e narrative, di divulgazione scientifica e capacità di tracciare connessioni interdisciplinari sono infatti fondamentali anche per chi insegna, non solo per chi cerca lavoro.

Altra novità introdotta dal FormID è la “Comunità di pratiche”, un progetto che si basa sulla condivisione tra gli stessi docenti delle migliori pratiche didattiche in uso. Conosciute anche come comunità di formazione docenti (Faculty Learning Communities), le comunità di pratiche creano uno spazio, in presenza o virtuale per chi si appassiona ai vari aspetti dell’insegnamento e dell’apprendimento. Sono un luogo informale per incontrarsi, discutere ed esplorare insieme modi, approcci, materiali e azioni per poi migliorare la didattica.

L’iniziativa è organizzata in collaborazione con la School of Innovation e con i vari dipartimenti e centri dell’Ateneo. Le prime comunità di pratica comunità - disciplinari e interdisciplinari - che partiranno nei prossimi giorni sono quattro e sono dedicate a: Challenge based learning, per chi lo pratica e chi vorrebbe saperne di più; insegnamento L2, per condividere esperienze di insegnamento in inglese; area scientifica e area umanistica per discutere e condividere esperienze su temi più generali, come la valutazione, gli strumenti digitali o l’insegnamento attraverso il lavoro di gruppo.

Tra gli interventi previsti dal FormID anche azioni di scholarship e digital scholarship con l’avvio di attività di ricerca sulla didattica nell’insegnamento e nell’apprendimento. Soprattutto su forme di insegnamento non-standard, come ad esempio literature/art exposure, debating, improvvisazione teatrale, narrazione e scrittura, critical thinking, mediazione interculturale e interlinguistica e challenge based learning.

In ogni dipartimento e centro il FormID vuole strutturare almeno un’aula con dotazione tecnologica e arredo che faciliti il coinvolgimento e la partecipazione di studenti e studentesse. Ad esempio sedie, tavoli e telecamere mobili o postazioni interattive. 

Il FormID ha in cantiere molte iniziative anche per potenziare la mobilità degli studenti, da e verso l’Ateneo trentino, e per il riconoscimento delle competenze didattiche, anche attraverso l’utilizzo di sistemi di open badge e micro-credential