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Vita universitaria

Più benessere, più sostenibilità

Due sfide per il Piano strategico

25 maggio 2022
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di Matteo Largaiolli
Ufficio Stampa e Relazioni Esterne dell'Università di Trento

Energia, economia, cibo, sport, modelli urbani, stili di vita. Sappiamo che tutti gli ambiti della nostra vita incidono sul mondo in cui viviamo. Se l’idea di antropocene parla al nostro tempo, è perché ci riporta alla responsabilità del cambiamento, alla consapevolezza delle nostre azioni. L’Università, con il suo Piano strategico, vuole trovare un modo per affrontare e governare questo cambiamento. Non soltanto nella direzione di una maggiore sostenibilità, ma anche di un più reale benessere.

Non ci sono compartimenti stagni. Benessere, sostenibilità, competenze entrano in dialogo tra loro, in una visione globale. Questa connessione è chiara anche per l’Onu e per l’Unione Europea: “Salute e benessere” è infatti uno degli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. E si coordina con l’European green deal, l’insieme di azioni dell’UE che promuovono consumo critico, una crescita che tenga conto delle risorse disponibili, l’attenzione a non trascurare nessuna persona e nessun luogo. Conciliare benessere e sostenibilità è una sfida che anche l’Università di Trento, con le competenze che ha, può e vuole affrontare. 

Sostenibilità

Un confronto interno all’Ateneo, tra Dipartimenti, Centri e Direzioni, ma anche l’incontro con molti altri attori: è da qui che nascono le indicazioni sulla sostenibilità contenute nel Piano strategico. L’Università ha la fortuna di avere già persone, progetti, strutture che lavorano su questo tema. «Dai Dipartimenti e dai Centri erano emerse moltissime proposte di attività», spiega Andrea Fracasso, prorettore alla programmazione e risorse (video). Nel Piano, la sostenibilità è stata portata a sistema, per «valorizzare questo insieme di competenze, importanti anche per il mondo esterno». 

È in questo contesto che l’Università si apre al territorio, in una regione come il Trentino, che fa dell’ambiente uno dei suoi punti di forza. Si pone così al centro di una rete locale di sviluppo sostenibile, ma con uno sguardo internazionale. E lo fa concretamente, con un approccio interdisciplinare: rafforza i suoi laboratori, lavora sulle energie rinnovabili, ma studia anche la gestione economica e gli aspetti legali del cambiamento. Tecnologia, ricerca, formazione interagiscono per promuovere il rapporto con il mondo del lavoro, la valorizzazione delle start-up innovative, lo sviluppo e la riqualificazione di città e valli.

Gli obiettivi del Piano riguardano sia l’Università in sé, sia il suo rapporto con la comunità. Da un lato il Piano coordina tutte le azioni dell’Ateneo legate alla transizione ecologica e all’economia sostenibile e circolare. Propone ad esempio la creazione di un Polo di aggregazione “Energia, clima, ambiente”, capace di integrare quello che già esiste con le nuove idee che emergono dalla ricerca e dal dialogo con il territorio. Dall’altro, il Piano descrive un’Università che apre i laboratori alle imprese, forma nuove figure professionali, entra in dialogo con la popolazione con azioni di comunicazione e sensibilizzazione.  

Benessere

L’esperienza del lockdown ha cambiato il modo di pensare agli spazi e alle interazioni. Questo cambiamento riguarda il lavoro in sé, ma anche il modo in cui le persone lo percepiscono. È maturata una sensibilità nuova, che richiede un ambiente accogliente e positivo, capace di contribuire al benessere individuale e di conseguenza di tutta l’organizzazione. 

Un luogo accogliente innanzitutto fisicamente, nei suoi spazi, che devono essere sicuri, piacevoli, sani, e studiati per rispondere alle esigenze del lavoro e di chi li anima. Ma anche nella sua componente umana. Un ambiente di lavoro è un incrocio di relazioni, e l’obiettivo è viverlo come un luogo inclusivo, in cui ogni persona può trovare occasioni di partecipazione e una risposta ai suoi bisogni speciali.

Anche per il cluster dedicato al benessere, il Piano strategico parte dall’analisi della situazione e può fare tesoro delle politiche di equità, inclusione, parità attivate in Ateneo negli ultimi anni. Un suo obiettivo è rendere sempre più efficaci queste politiche. Prevede così di monitorare la situazione con analisi mirate, di garantire consulenza e formazione, di promuovere azioni concrete per migliorare la qualità e le condizioni materiali di lavoro, l’integrazione, la riduzione delle asimmetrie di genere. 

L’attenzione è per il benessere di tutte le componenti della comunità universitaria. È un percorso che tocca gli ambienti di studio, di ricerca, della didattica e dell’amministrazione. Ma cerca di valorizzare tutte le iniziative che favoriscono il benessere individuale e organizzativo: le occasioni di socialità, le attività ricreative, lo sport. Anche per questo tema, l’Ateneo non guarda soltanto a sé stesso. Cerca modelli, ma vuole anche proporre soluzioni e buone pratiche, diventare un laboratorio di innovazione, flessibile, dinamico.