Scienza a ore sei. Foto di Maurizio Bianchi, archivio Provincia Autonoma di Trento

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CAVALLETTE PER CENA?

L’introduzione degli insetti nella nostra alimentazione tra vantaggi e scetticismo

19 aprile 2018
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Gianfranco Anfora
Omar Rota Stabelli
di Gianfranco Anfora e Omar Rota Stabelli
Rispettivamente professore presso il Centro Agricoltura, Alimenti, Ambiente (C3A) e ricercatore presso il Centro Ricerca e Innovazione della Fondazione Edmund Mach.

Con una popolazione umana sempre più numerosa ed un consumo di risorse in continuo aumento l’unico futuro possibile per la Terra è l’adozione di processi a basso impatto, che richiedono anche piccole-grandi rivoluzioni dei nostri stili di vita. Una di queste può essere l’utilizzo degli insetti per l’alimentazione umana. Il problema è: siamo pronti? Se ne è parlato mercoledì 28 marzo al secondo appuntamento del ciclo di aperitivi scientifici “Scienza a ore sei”.

Un’importante novità in proposito è la normativa europea che regola, a partire da gennaio 2018, l’introduzione sulle nostre tavole di grilli, larve, formiche e simili (Regolamento EU 2015/2283 detto comunemente “Novel Food”). La normativa prevede che per l’autorizzazione e la messa in commercio di ogni “nuovo alimento”, insetti compresi, sia necessario sottoporre alla Commissione Europea una specifica richiesta che descriva i processi di produzione e la composizione dell’alimento, nonchè le prove scientifiche che ne garantiscano la sicurezza per la salute umana. La domanda viene poi valutata dall’EFSA, l’agenzia europea che si occupa di sicurezza alimentare e che ha sede proprio in Italia, a Parma.

Per il momento nessun alimento a base di insetti è stato ancora autorizzato, ma è probabilmente solo una questione di tempo e di procedure. In alcuni paesi europei (Francia, Regno Unito, Belgio, Olanda) possiamo invece già trovare insetti commestibili sugli scaffali dei supermercati. Tali paesi hanno ammesso il commercio di questi cibi prima dell’entrata in vigore del nuovo regolamento, in regime di tolleranza, e a questo punto possono mantenerli sul mercato, come misura transitoria, fino all’autorizzazione definitiva.

A causa soprattutto delle nostre tradizioni culturali è ancora però difficile immaginare in Europa, e ancor di più in Italia, una presenza stabile di insetti o prodotti a base di insetti nella nostra dieta. In realtà ben 1900 specie di insetti sono già comunemente mangiate in molti paesi del mondo da oltre due miliardi di persone, sia come alimentazione di sussistenza tradizionale (tribù di cacciatori e raccoglitori), sia come cibo “speciale” (delicatezze in Thailandia, Messico e Sud America). Inoltre tutti noi mangiamo insetti inconsapevolmente tramite diversi alimenti contenenti frammenti di insetti che finiscono lì durante i processi di lavorazione. Su questo tema tra l’altro i riferimenti legislativi italiani su limiti e standard sono piuttosto carenti. Resta il fatto che l’assunzione di un insetto intero richiede ancora per noi europei una certa dose di coraggio: per questo motivo il mercato punta per ora soprattutto su farine e macinati a base di insetto, che risultano più amichevoli per un consumatore non abituato. I primi prodotti che prenderanno piede saranno quindi molto probabilmente paste arricchite con farine di insetto, hamburger, barrette multiproteiche.

Ma perchè mangiare proprio insetti? Gli insetti sono innanzitutto caratterizzati da una varietà, da un’adattabilità e da una velocità di crescita senza pari. Proprio per questo motivo hanno avuto il maggior successo evolutivo sul pianeta e oggi, con oltre 1 milione di specie descritte, costituiscono il 60% di tutte le specie animali note. Inoltre, sono una possibile risposta all’elevato impatto sull’ambiente determinato dagli allevamenti tradizionali. Un allevamento massale di insetti richiede in media una quantità di mangime che va dalla metà ad un quinto di quello richiesto negli allevamenti avicoli, di suini e bovini ed una superficie estremamente ridotta. Questo significa poter avere un elevato risparmio di risorse, in termini di sfruttamento del suolo, impiego di acqua e produzione di CO2. I futuri allevatori massali di insetti dovranno comunque confrontarsi con i rischi microbiologici legati all’enorme concentrazione di individui in spazi ridotti, che sarà necessaria per rendere queste biofabbriche economicamente sostenibili. Gli insetti infatti si ammalano facilmente con virus, batteri e funghi. Un'altra ottima ragione per mangiare insetti è legata alle loro notevoli proprietà nutrizionali: ricchi di proteine nobili e poveri di grassi, sono un valido sostituto alle carni rosse e bianche che consumiamo abitualmente

Ricordiamoci che da un punto di vista evolutivo gli insetti non sono altro che "crostacei di terra" e se apprezziamo un fritto misto a base di crostacei potremmo presto fare lo stesso con i loro “cugini” terrestri. Basta questo a farceli sembrare più appetitosi e ad abbandonare il nostro retaggio culturale? La discussione è aperta ed il numeroso pubblico dell’evento ha posto domande e fornito punti di vista molto interessanti.

Il 28 marzo 2018 il professor Gianfranco Anfora e il dottor Omar Rota Stabelli hanno tenuto al MUSE l’incontro “Cavallette per cena? L’arrivo degli insetti nella nostra dieta”, inserito nel ciclo di aperitivi scientifici “Scienza a ore sei. Aperitivi e chiacchiere con la ricerca” organizzati dai quattro enti di ricerca trentini (UNITN, FEM, FBK e MUSE), con il coordinamento della Provincia Autonoma di Trento. Hanno partecipato all’organizzazione dell’evento anche la dottoressa Anna Elisabeth Eriksson, ricercatrice presso il Centro Ricerca e Innovazione della Fondazione Mach e la dottoressa Ilaria Ampollini, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di sociologia e ricerca sociale dell’Università di Trento.