Giovedì, 12 luglio 2018

UniTrento/Apss: la forza dei batteri di mamma

Uno studio sulla trasmissione del microbioma materno pone le basi per capire l’impatto sulla salute di bimbi e bimbe. La ricerca, coordinata dal Cibio UniTrento, ha ottenuto la copertina della rivista “Cell Host and Microbe”

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Sono trasmessi in modo diretto fin dai primi istanti di vita. Nelle varie fasi del parto naturale e poi nell’allattamento al seno e nel contatto “pelle e pelle”. E appaiono più persistenti nel bambino rispetto ad altri.

A rivelare le peculiarità dei batteri e altri microorganismi materni è un articolo pubblicato l'11 luglio sulla rivista scientifica “Cell Host and Microbe”. La notizia ha ottenuto anche la copertina, dove la mamma viene raffigurata con un grande ombrello in grado di proteggere il suo piccolo da microorganismi indesiderati e sotto il quale avviene la trasmissione madre-bambino.

Lo studio, coordinato da un gruppo di ricerca del Cibio – Centro di Biologia integrata dell’Università di Trento in collaborazione con l’Ospedale Santa Chiara di Trento riconfermato Baby Friendly Hospital (iniziativa Oms-Unicef) e finanziato dalla Fondazione Caritro, dimostra il passaggio di vari microorganismi da madre a bambino durante i primi giorni e mesi di vita.

Ricercatori e ricercatrici hanno mappato la trasmissione del microbioma anche grazie a nuovi strumenti informatici e hanno mostrato come i batteri provenienti dalla madre colonizzino il neonato e la neonata in modo più duraturo rispetto a batteri provenienti da altre sorgenti (come l’ambiente circostante).

La ricerca vede protagoniste 25 coppie mamma/bimbo reclutate e campionate dalle unità operative di Ostetricia e Neonatologia dell’Ospedale di Trento a partire dal 2014. Per identificare i microorganismi che compongono il microbioma e ricostruirne la trasmissione sono stati adottati innovativi metodi computazionali (ovvero bioinformatici) applicati a una tecnica biotecnologica di ultima generazione chiamata metagenomica.

Ogni persona, infatti, ha un doppio “bagaglio” di informazioni che porta con sé per tutta la vita. Da una parte ha il patrimonio genetico, ereditato dai genitori. Dall’altra il microbioma, corredo di innumerevoli batteri, virus e funghi che popolano il corpo. Analizzare il microbioma permette di individuare specie microbiche e relative varianti che caratterizzano il corredo dell’individuo e potenzialmente studiare quanto queste coadiuvino il nostro stato di salute o ci espongano a determinate malattie. La mappatura dei microorganismi avviene grazie alla metagenomica, un metodo biotecnologico che dalle feci, dalla saliva, o da tamponi cutanei o vaginali di una persona consente di risalire ai microorganismi presenti attraverso il sequenziamento del loro materiale genetico e l’analisi informatica dei dati.

L’articolo, dal titolo “Mother-to-infant microbial transmission from different body sites shapes the developing infant gut microbiome”, vede coinvolte 45 persone afferenti a dieci strutture universitarie e sanitarie internazionali.

Sono del Cibio la prima firmataria, Pamela Ferretti (ora dottoranda all’EMBL, The European Molecular Biology Laboratory), il referente e coordinatore, professor Nicola Segata, e altri sei membri del Laboratorio di Metagenomica computazionale.

Sono co-firmatari anche sedici operatori dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari che hanno coordinato e svolto la raccolta di campioni all’ospedale Santa Chiara di Trento. Le stesse persone del Cibio sono anche co-autori e co-autrici di un altro lavoro sulla stessa rivista che conferma i risultati ottenuti in una analisi complementare svolta nei laboratori di Harvard e del Broad Institute di Boston.

Maggiori dettagli nel comunicato stampa