Redipuglia, sacrario militare, Friuli Venezia Giulia. ©frenk58 | fotolia.com

Ricerca

RIFLESSIONI SU GUERRE E DOPOGUERRA

Il bilancio di un progetto strategico di Ateneo che si avvia alla conclusione

23 ottobre 2018
Versione stampabile
Gustavo Corni
di Gustavo Corni
Professore del Dipartimento di Lettere e Filosofia e della Scuola di Studi Internazionali, Università di Trento.

Si sta concludendo il progetto di ricerca interdisciplinare, intitolato “Guerre e dopoguerra. Stati e società, culture e strutture. Riflessioni a partire da un centenario. / Wars and post-war: states and societies, cultures and structures. Reflections from a centenary”, finanziato dal nostro Ateneo nel primo bando di progetti per il piano strategico di Ateneo nel 2014-2015. Progetto che ha coinvolto una ventina di docenti e ricercatori del Dipartimento di Lettere e Filosofia, ma anche del Dipartimento di Economia e Management e della Scuola di Studi Internazionali, oltre a ricercatori e docenti provenienti da università europee e statunitensi, che hanno preso parte a convegni e seminari.

La ricerca umanistica al pari di quella nelle scienze “dure” richiede tempi lunghi per ideare un progetto e poi ancora tempi più lunghi per giungere a quella che per le scienze umane è la finalità primaria della comunicazione e del progresso scientifico: la pubblicazione di monografie, di saggi su riviste o libri, di volumi collettanei che raccolgano i risultati scaturiti da un seminario o da un convegno. E dalle numerose iniziative messe in campo nel quadro del nostro progetto alcune hanno già visto la luce, altre sono in dirittura d’arrivo. Solo in questo modo è possibile dare circolazione al lavoro di studio e di ricerca compiuto. Come coordinatore del progetto sono perciò particolarmente lieto di quanto è stato realizzato negli anni passati e dei frutti del nostro lavoro.

Tre sono i volumi, due già usciti e un altro in via di prossima pubblicazione, pubblicati nelle collane editoriali del Dipartimento di Lettere e Filosofia. Paolo Marangon ha curato nel 2017 il volume collettaneo La scuola trentina tra guerra e primo dopoguerra (1914-1924). Sulla base di una ricca documentazione cinque specialisti (Paolo Marangon, Andrea Dessardo, Quinto Antonelli, Andrea Vitali, Alessandro Gentilini) offrono una ricostruzione completa del passaggio epocale della scuola trentina dall’Impero austro-ungarico al Regno d’Italia durante e dopo la Grande Guerra. Il volume esamina, da prospettive diverse, le fasi che scandiscono questo travagliato processo: dalla “guerra fra le scuole” iniziata negli ultimi due decenni dell’Ottocento al coinvolgimento delle scuole nel primo conflitto mondiale, dalle controverse novità dell’annessione al Regno d’Italia fino alla contrastata ricezione della riforma Gentile. 

In corso di stampa è il volume curato a più mani da Giuseppe Albertoni, Marco Bellabarba ed Emanuele Curzel, La storia va alla guerra. Storici dell’area trentino-tirolese tra polemiche nazionali e primo conflitto mondiale. Grazie a una serie di saggi, scritti da studiosi italiani, austriaci e tedeschi, vengono analizzate le figure di storici e di riviste storiche che fra Otto e Novecento, e a cavallo fra cultura austro-germanica e cultura italiana si sono occupati della storia della regione alpina. Si è mostrato come anche su scala regionale si siano ripercosse questioni e dinamiche di ben maggior respiro: il nazionalismo e le sue trasformazioni, fino alle ideologie totalitarie, hanno condizionato interessi di ricerca e scelte culturali e si sono riflessi nelle biografie dei protagonisti, sulla modalità del loro lavoro.

Da poco pubblicati nelle collane del Dipartimento sono anche gli atti (in due volumi) di un convegno organizzato da Giovanni Ciappelli e Valentina Nider, con la collaborazione di Claudia Demattè e Massimo Rospocher di FBK-Istituto storico italo-germanico, insieme a SIERS, Sociedad Internacional para el Estudio de la Relaciones de Sucesos, intitolato The invention of news. News pamphlets at the crossroads of literature and journalism (16th-18th centuries). Il convegno ha visto la partecipazione di 50 relatori provenienti da undici paesi europei ed extraeuropei, specialisti, a livello storico e storico-letterario, della produzione di testi informativi nell’età moderna. Il doppio volume è uscito alla fine del 2017 con il titolo spagnolo: La invencion de las noticias: las relaciones de sucesos entre literatura y la informacion (siglos XVI- XVIII). 

Una forma sempre più utilizzata su scala internazionale per diffondere i risultati della ricerca è quella delle riviste digitali. Qui una pubblicazione riflette i risultati di un seminario organizzato nel quadro del nostro progetto. Jordi Canals e Carla Gubert hanno curato nel 2016 per la rivista online “Journal of Modern Italian Studies” un monografico intitolato The press at war. Studiosi italiani, tedeschi e spagnoli mettono a fuoco aspetti della stampa in guerra, con particolare attenzione per i paesi neutrali. Presso l’editore Steiner di Stoccarda uscirà a breve il volume “War Inflations: Economy and Money in Austria-Hungary and Italy (1914-1924)” a cura di Andrea Bonoldi, Andrea Leonardi e Cinzia Lorandini. La pubblicazione, che fa seguito a un colloquio internazionale tenutosi a Trento nell’autunno 2016, raccoglie contributi di storici austriaci, germanici, ungheresi e italiani, proponendo un’analisi del pesante processo inflativo che colpì le economie italiana e austriaca durante e dopo la prima guerra mondiale. Ne esce un quadro che, basandosi su nuovi dati e su interpretazioni originali, mette in luce fattori che incisero sulle sorti del conflitto e sulle dinamiche degli anni successivi: la dotazione di capitali, la qualità dei sistemi finanziari, le relazioni internazionali e la capacità degli economisti e delle classi dirigenti di interpretare i processi socio-economici in atto.

Sempre per l’editore Steiner è in corso di stampa un volume a cura di Maurizio Giangiulio, Elena Franchi e Giorgia Proietti: Commemorating war and war dead. Ancient and modern. Sono stati affrontati una serie di quesiti. Come viene ricordata e commemorata la guerra? Come reagiscono gli individui al trauma di guerra? Come vengono integrate nella memoria collettiva le reazioni e le narrazioni individuali? Come ricordano la guerra le società, e come la memoria sociale della guerra influenza il discorso pubblico e le dinamiche politiche? Come sono organizzate le forme di commemorazione pubblica? Il volume propone una rassegna di casi di studio che spaziano dall'antichità greca e romana sino all'età contemporanea, per stimolare la riflessione su come e perché gli individui e le società, in tempi e luoghi diversi, ricordano la guerra. Sara Lorenzini ha raccolto gli esiti delle iniziative convegnistiche da lei organizzate sul tema della dissoluzione degli imperi nel primo dopoguerra, in due diverse forme. Ha curato il fascicolo 2016/6 della rivista internazionale “Comparativ. Zeitschrift für globale Geschichte und vergleichende Gesellschaftsgeschicht” con il titolo: “Ideas of Empire after the First World War: Redefining Identity and Citizenship in Colonial Empires”. Poi, in collaborazione con uno dei ricercatori coinvolti nel progetto, Simone A. Bellezza, ha da poco pubblicato un volume collettivo: “Sudditi o cittadini? L’evoluzione delle appartenenze imperiali nella Prima guerra mondiale” (Viella Editore), che raccoglie altri contributi non pubblicati nel succitato fascicolo. Alle due iniziative editoriali hanno preso parte specialisti di livello internazionale. 

Ricordiamo un ultimo volume, uscito qualche mese fa per i tipi di un importante editore accademico: “Gli antichisti italiani e la Grande Guerra”, a cura di Elvira Migliario e Leandro Polverini (nella collana 'Quaderni di storia' di Le Monnier). Il volume raccoglie saggi che da svariate angolature studiano i percorsi politici e biografici di antichisti italiani, impegnati nel dibattito sull’intervento dell’Italia in guerra. Volumi italiani e stranieri, numeri monografici di riviste nazionali e internazionali, che circolano e contribuiscono al progredire delle conoscenze e delle riflessioni sull’eredità delle guerre, con particolare attenzione per quella “grande guerra” di cui proprio adesso viene commemorato il centenario.