Immagine tratta dalla locandina della rassegna

Eventi

Una rassegna cinematografica sul mondo del lavoro culturale

Al via l'11 marzo a Sociologia la quattordicesima edizione del ciclo Cinema e Lavoro

28 febbraio 2019
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di Elisa Bellè e Marco Segabinazzi
Elisa Bellè, ricercatrice sociale, è componente del direttivo del Centro di Studi Interdisciplinari dell’Università di Trento. Marco Segabinazzi è membro dell'associazione Nuovo Cineforum Rovereto e si occupa di programmazione culturale e cinematografica

Lunedì 11 marzo 2019, con inizio alle 21.00, prende il via la quattordicesima rassegna su Cinema e lavoro organizzata dal corso di laurea magistrale in Gestione dell'Organizzazione e del Territorio (GOT) del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale. Si tratta di un appuntamento fisso per il nostro Ateneo, riconosciuto come seminario di credito e aperto a studentesse, studenti, docenti, ricercatrici, ricercatori e personale dell’Università. La rassegna, il cui ingresso è libero e gratuito, si propone come uno spazio di approfondimento dei temi del lavoro, indagati grazie allo strumento poliedrico e suggestivo del cinema. Come ogni anno, il tentativo è quello di ragionare attorno ai cambiamenti, alle contraddizioni, alle dinamiche emergenti del mondo/dei mondi del lavoro, attraverso film e documentari eterogenei per provenienza e stile, ma accomunati dall’originalità, dalla qualità, dall’indipendenza dello sguardo registico.

Quest’anno abbiamo ritenuto importante confrontarci con un tema di sempre maggiore rilevanza, il lavoro culturale, una dimensione centrale e ambivalente nei processi produttivi odierni: fonte di profitto e precarizzazione nelle nuove economie immateriali, è al contempo un formidabile strumento di liberazione e riappropriazione critica dell’esistente. La cultura al lavoro, dunque, come dimensione contesa tra (auto)sfruttamento e passione, giogo e resistenza, assoggettamento e soggettivazione.

Il ciclo dei sei film proposti cerca di indagare queste non semplici ambivalenze, prestando attenzione ad alcune delle loro possibili declinazioni. Si comincia lunedì 11 marzo, con Sbatti il mostro in prima pagina (1972, Italia), un grande classico di Marco Bellocchio. Sullo sfondo di una Milano densa di tensione politica, nella redazione di un giornale di destra va in scena il gioco delle manipolazioni che “fabbrica” il colpevole, predestinato e di comodo, per una società in cerca di mostri. Si prosegue il 18 marzo con Il cittadino illustre (2016, Argentina/Spagna): commedia grottesca di Gastón Duprat e Mariano Cohn, racconta la storia di un premio Nobel per la letteratura, da decenni in Europa ma nativo della provincia argentina. Preda di una profonda crisi creativa, lo scrittore ritorna al paesello, prigione mentale e al contempo fonte di ispirazione letteraria, in un viaggio a ritroso tra appartenenza ed estraneità. Il 25 marzo proponiamo la visione di Monsieur Lazhar (2011, Canada), un film di Philippe Falardeau che affronta con originalità un tema universale: l’arrivo dello “straniero” che, giunto da molto lontano, susciterà diffidenze, strappi simbolici e ricuciture nel piccolo mondo di una scuola canadese, a sua volta specchio della più ampia realtà sociale.

Il 1° aprile ci spostiamo a Oriente, con Alla ricerca di Van Gogh (2016, Cina/Paesi Bassi). Il documentario di Yu Haibo e Yu Tianqi Kiki ci descrive la vita del pittore Zhao Xiaoyong che, nel piccolo villaggio urbano di Dafen (Cina meridionale), insieme ad altri diecimila colleghi, produce a ritmi incessanti imitazioni di famosi quadri d’autore. Un viaggio nell’opera d’arte “nell’epoca della sua riproducibilità” che è anche la struggente storia di una personale ricerca dell’autentico. Il quinto titolo selezionato, Frances Ha (2012, USA) di Noah Baumbach, proiettato l'8 aprile, narra di una giovane in cerca della sua strada, come danzatrice e come donna, sulla soglia molto incerta dell’età adulta. Sullo sfondo, una New York in bianco e nero che rende omaggio alla Nouvelle Vague e alla poetica del Woody Allen che abbiamo amato e irrimediabilmente perduto. La rassegna chiude in bellezza, lunedì 15 aprile, con una pellicola spiazzante e provocatoria: The Square (Svezia, Germania, Francia, Danimarca), di Ruben Östlund, Palma d’Oro a Cannes nel 2017. Christian, stimato direttore di un museo d'arte contemporanea, guida l'auto elettrica, sostiene cause umanitarie e si prepara ad ospitare una nuova installazione: un quadrato di luce, The Square,  in cui possono accadere solo cose positive. A volte, però, è difficile vivere all'altezza dei propri ideali... Una riflessione, spesso esilarante ma mai scontata, sulle contraddizioni del mondo dell’arte contemporanea, sui rischi del manierismo intellettuale e sull’eterna lotta tra arte e vita.

Al gruppo che in questi anni ha realizzato le rassegne su cinema e lavoro del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale hanno preso parte Rino Fasol, Barbara Poggio, Annalisa Murgia, Elisa Bellè, Francesco Miele, Anna Carreri, Miriam Tinto. Anche quest'anno il gruppo si è avvalso della collaborazione di Marco Segabinazzi, membro dell'associazione Nuovo Cineforum Rovereto e attivo nella programmazione culturale e cinematografica, e di SanbaRadio - la radio universitaria di Trento e Bolzano - con cui è stata stretta una media partnership essenziale per promuovere l’evento presso la comunità studentesca.

Tutti i film verranno proiettati presso l’aula Kessler del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale (via Verdi 26, Trento), con inizio alle ore 21.00. Le proiezioni sono aperte solo alle studentesse e agli studenti dell’Ateneo trentino e al personale interno. L’ingresso è gratuito.

Si ricorda che la preparazione di un elaborato sul ciclo di film, previa iscrizione al relativo seminario di credito, permetterà a studentesse e studenti di ottenere 1 credito formativo (CFU)  tra quelli a scelta. Per informazioni sulla stesura dell’elaborato prendere contatti con: elisa.belle [at] unitn.it oppure francesco.miele [at] unitn.it