Barbara Poggio legge i saluti di Liliana Segre. Foto Archivio Università di Trento.

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Prove tecniche di umanità

Un ciclo di incontri per sensibilizzare sul razzismo e i discorsi d'odio. Prossimo appuntamento 21 marzo

18 marzo 2019
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Annalisa Dordoni
di Annalisa Dordoni
Curatrice del ciclo di incontri, è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento.

L’Università di Trento ha organizzato un ciclo di incontri su razzismo e discorsi d'odio e su come attivarsi per reagire. Si tratta di un percorso di cittadinanza attiva in cui poter acquisire e sviluppare strumenti di consapevolezza e di partecipazione.  L’iniziativa ha visto il coinvolgimento di molte persone fin dal primo incontro, che si è tenuto il 1° marzo. A questo primo momento di analisi e rielaborazione hanno partecipato la professoressa Angelica Pesarini della New York University Florence, e la ricercatrice Sandra Kyeremeh dell’Università di Padova. Hanno portato i loro saluti la prorettrice alle Politiche di Equità e Diversità di Ateneo, professoressa Barbara Poggio, con cui ho ideato e organizzato il ciclo di incontri, e il rappresentante degli studenti, Edoardo Meneghini.

La senatrice a vita Liliana Segre, superstite dell'Olocausto e testimone dei campi di concentramento nazisti, ci ha inviato un sentito ed emozionante comunicato per portare i suoi saluti in apertura del percorso formativo, invitando tutte e tutti a non dimenticare le violenze del passato e a costruire un futuro senza odio e discriminazioni.

“Ricordare è sempre importante. – ha sottolineato Liliana Segre –  Il razzismo non è mai sopito, oggi riemerge in molte forme, così come l'indifferenza generale, quando i senza nome eravamo noi ebrei.  Oggi percepisco la stessa indifferenza per quelle centinaia di migranti che muoiono nel Mediterraneo vorrei che tutti  partecipassero con pietà e umana commozione al dramma di tanti bambini resi orfani e adulti perseguitati o cacciati di casa, ora come allora”.

La senatrice ha concluso il suo saluto con un invito: “Non dite mai: non ce la faccio, siamo fortissimi e dentro di noi si celano energie sconosciute. Il mio messaggio vi invita a non dimenticare la tragedia e l'orrore che è stata la persecuzione razziale, ma vuole essere un invito a non perdere mai la speranza e a camminare, una gamba davanti all'altra. Che la marcia che vi aspetta sia la marcia della vita”.

Questa è la prospettiva in cui sono stati ideati, organizzati e curati i quattro incontri proposti dall’Ateneo, in collaborazione con l’Ufficio Equità e Diversità: fare un passo alla volta, riflettere sulle problematiche e sulle criticità relazionali, ma anche praticare esperienze di condivisione e raccogliere testimonianze di cittadinanza attiva sul territorio per l’inclusione e contro ogni discriminazione. Infatti, nel secondo incontro, organizzato in collaborazione con il Centro per la Cooperazione Internazionale di Trento, la Cooperativa Giolli e il dottorando Fabio Filosofi del nostro Ateneo, i partecipanti hanno potuto fare esperienza diretta di comunicazione empatica e hanno provato a riflettere su come agire di fronte a generalizzazioni e semplificazioni razziste e discorsi d’odio. Nel terzo incontro è stato affrontato il tema del razzismo e come reagire, sia offline che online, di persona e sui social networks, in un tavolo di confronto coordinato dalla ricercatrice Elisa Martini, con la professoressa Maria Paola Paladino dell’Università di Trento, Vox - Osservatorio Italiano sui Diritti, e Amnesty International Italia.

Come scrive la Senatrice Liliana Segre, è importante avere memoria delle discriminazioni e dell’odio che hanno travolto la storia nel passato, ma anche, e forse soprattutto, è necessario sviluppare strumenti di attivazione e partecipazione civile oggi, per far in modo che ciò che è accaduto non possa ripetersi mai più. Per questo motivo nel prossimo incontro, che è anche l’ultimo del ciclo, dopo la visione di un documentario sul progetto Richiedenti asilo all’Università, ci sarà un momento di confronto con gruppi della società civile su come attivarsi per partecipare ad iniziative sul territorio e per reagire insieme ai discorsi d’odio.

Attraverso questo percorso si vuole sottolineare che l’Ateneo, in quanto sede per eccellenza della conoscenza, della cultura, per la formazione della cittadinanza e della società civile, intende scoraggiare ogni tipo di comportamento violento, aggressivo e razzista, e fornire a studenti e studentesse, ma non solo, strumenti conoscitivi per affrontare possibili situazioni di discriminazione.

Si segnala il prossimo incontro, “Partecipare per reagire - progetti di inclusione in ateneo e sul territorio”, giovedì 21 marzo, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale, alle 17.00 in Aula Kessler, presso il Palazzo di Sociologia, via Verdi 26, Trento.