Corrado Mora. Foto di Loris Mora.

Storie

Creare una comunità di mediatori giuridici

Intervista a Corrado Mora, alumnus dell'anno della Facoltà di Giurisprudenza

22 maggio 2019
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di Giulia Castelli
Laureata in Giurisprudenza UniTrento, collabora con l’Ufficio Web, social media e produzione video dell'Ateneo.

Il mese scorso è stato conferito il premio Alumnus dell’anno 2019 all’avvocato Corrado Mora. Durante la cerimonia di consegna il professor Antonio Cassatella, presidente dell’Associazione Alumni di Giurisprudenza e professore associato di diritto amministrativo, ha motivato il premio conferito all’ex studente del nostro Ateneo: “Ha saputo creare valore. Ha fatto nascere una nuova comunità accademica”. Si riferisce all’ecosistema nato nella Facoltà di Giurisprudenza  attorno alle Alternative Dispute Resolution (ADR), la risoluzione alternativa delle controversie, grazie all’entusiasmo e all’impegno della professoressa Silvana Dalla Bontà e degli avvocati Corrado Mora e Maurizio Di Rocco. Una realtà che negli ultimi dieci anni ha trovato spazio nel nostro ateneo e che si sta rapidamente strutturando con corsi e laboratori applicativi. Abbiamo fatto qualche domanda all’avvocato Mora per capire meglio il suo percorso professionale e come si sia sviluppata questa promettente realtà all’interno del nostro Ateneo.

Avvocato Mora, qual'è il suo lavoro e come è nata la passione per le ADR?
Sono avvocato, ma esercito la professione del mediatore civile e commerciale full-time da svariati anni, e di conseguenza adotto un approccio notevolmente differente alla controversia e alla sua risoluzione. La grande passione per le ADR in generale e, nello specifico, per la mediazione è stata accesa da un corso internazionale, non successivamente ripetuto, che ho avuto la fortuna di frequentare durante i miei studi universitari presso la facoltà di Giurisprudenza, proprio sulla mediazione. Quelle lezioni mi hanno spinto ad approfondire il tema e  da allora ho perseguito questa carriera con dedizione. Per questo motivo, è stato emozionante avere la possibilità, insieme alla professoressa Dalla Bontà e al professor Cassatella, di “ridare vita” al medesimo percorso formativo che mi ha fatto intravedere la mia strada professionale.

Cosa Le ha insegnato la sua attività di formatore sia in contesti nazionali che internazionali?
Principalmente, che lo scambio formativo arricchisce sempre, e biunivocamente. Non è solo il discente ad apprendere, ma tanto può continuare ad imparare -nello scambio- anche il formatore. Sicuramente insegnare in contesti altamente professionalizzati, in Italia ed all'Estero, mi ha regalato molto in questi termini. Ma il momento dell'insegnamento a studenti universitari si arricchisce per me sempre di un valore aggiunto, grazie alla particolare “freschezza” di approccio, alla spontaneità e all'approccio incondizionato che molti ragazzi dimostrano in aula.

Lei di recente è stato premiato come Alumnus dell’anno di Giurisprudenza. Che ruolo ha giocato l’associazione Alumni nello sviluppo della realtà presente nel nostro Ateneo in materia di ADR?
Questo premio è stato un riconoscimento grande, soprattutto per la sua provenienza: a consegnarmelo a nome dell'associazione Alumni sono infatti stati i miei “compagni di viaggio”, la professoressa Dalla Bontà ed il professor Cassatella stessi, sicuramente tra i principali artefici dei grandi passi che l'Ateneo ha compiuto per porsi  in vetta tra le Università che coltivano l'insegnamento e la diffusione dei metodi ADR.  Negli ultimi anni, infatti, il team di UniTrento ha raggiunto gli ottavi di finale della importantissima ICC Mediation Competition di Parigi, dopo aver vinto svariate edizioni della CIM, la Competizione Italiana di Mediazione. Alumni, su tale linea, ha da subito e sempre seguito tale disegno, con svariate attività di alto livello e una partecipazione importante.

Cosa auspica per il futuro della comunità di studenti e professionisti che Lei ha contribuito a creare nella nostra Facoltà di Giurisprudenza?
Che riescano ad abbracciare il mondo professionale consapevoli di ciò che preferiscono fare, del modo in cui farlo, per poter perseguire la propria strada con passione, la medesima che ho avuto la fortuna di poter vivere per la mediazione. Così, qualunque difficoltà professionale -  ahimè sempre presente, ovunque, ed inevitabilmente -  potrà divenire una salita un po' meno aspra e la motivazione garantirà una buona guida. Mi auguro, inoltre, che riescano ad accendere anche in altri tale passione.