Marta Gentile e Ciro Borrelli. Archivio UniTrento Sport.

Sport

Com’è la vita da studenti-atleti?

Lo raccontano con un video Ciro Borrelli e Marta Gentile

10 luglio 2019
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di Ilaria Bibbiani
Laureanda UniTrento e giovane del servizio civile presso l’Ufficio UniTrento Sport.

Oggi intervistiamo due studenti del corso triennale di Interfacce e tecnologie della comunicazione, attivato dal Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive dell’Università di Trento, e  atleti del programma Uni.Team: Ciro Borrelli, che pratica il triathlon, e Marta Gentile, atleta di sci nordico e ski-roll. I due ragazzi per il corso di Sociologia della Comunicazione hanno svolto una ricerca sociologica sugli studenti-atleti di UniTrento e hanno girato un video di presentazione sul tema.
UNI.Team è il programma che offre la possibilità ad atleti di alto livello nelle discipline del triathlon e dello sci nordico, che hanno sostenuto la maturità, di intraprendere la carriera universitaria (o continuarla se già immatricolati) e allo stesso tempo portare avanti l’attività sportiva.

Ciro, come mai avete girato questo video?
Ciro: Il video è stato frutto del lavoro fatto per l’esame di Sociologia della Comunicazione in cui dovevamo scegliere un ambito di ricerca e studiarne il mondo. In questo caso abbiamo deciso di analizzare il mondo degli studenti- atleti di UniTrento, ovvero ragazzi e ragazze che oltre a dedicarsi alla propria carriera accademica praticano sport ad alto livello. Per esporre il nostro lavoro abbiamo deciso di utilizzare un video.

E come avete svolto la ricerca?
Ciro: Abbiamo fatto un focus group con 4 partecipanti e delle interviste individuali. Nel primo sono stati invitati 2 atleti della squadra CUS Trento Basket e 2 triatleti, parte del progetto Uni.Team, da cui è nato un confronto molto bello tra sport completamente diversi: uno sport di squadra e uno individuale che hanno motivazioni e obiettivi molto diversi. Per le interviste individuali abbiamo contattato una giocatrice di rugby, una pattinatrice e due nuotatori.

Qual era l’obiettivo del video?
Marta: Il video aveva l’obiettivo di andare a coprire la parte di racconto del mondo studiato, quindi presentare una giornata tipica dell’atleta in modo originale e interattivo. È servito anche per dar voce al punto di vista degli intervistati: essere agonista è difficile ma tutti gli sforzi ne valgono la pena.

Il video inizia con una reporter di “Tele ITC”: perché la scelta del telegiornale iniziale?
Ciro: La scelta di iniziare il video con una sorta di telegiornale è stata appositamente ideata poiché siamo convinti che il tema degli studenti-atleti, al momento poco discusso, debba essere conosciuto assieme ai relativi benefici e difficoltà. Il telegiornale dà l’idea di notizia e di trasmissione di un messaggio particolare.

Marta: Dai risultati, non abbiamo trovato un problema da risolvere con un prodotto di design, obiettivo richiesto dal nostro corso di studi, ma si è presentato un problema sociale: gli agonisti sono reputati spesso “matti” e non hanno i giusti riconoscimenti. Quindi abbiamo deciso di mettere il tema al centro dell’attenzione con questo format giornalistico.

Quale messaggio volevate passare agli spettatori del telegiornale?
Ciro: Volevamo rompere la visione dell’atleta come se fosse “un alieno” e promuovere la pratica sportiva a tutti i livelli, non solo quello agonistico.
Marta: Lo sport è visto da molti come una cosa esclusiva, quasi “sacra”, mentre è accessibile a tutti anche con piccoli gesti.

Quindi anche voi siete studenti-atleti?

Marta: Sì, anche se facciamo sport diversi. Abbiamo ritmi differenti e gare in periodi completamente opposti: Ciro fa triathlon, quindi inizia la stagione ad aprile, io faccio sci di fondo e ski-roll, perciò adesso sono in un periodo di pausa. 

Uno degli obiettivi dell’Università è la diffusione valoriale della pratica motoria-sportiva nella vita degli studenti. Pensate che lo sport vi abbia trasmesso dei valori e che questi si riflettano nella vita quotidiana?

Ciro: Per me lo sport è uno stile di vita. Dal punto di vista valoriale, mi ha aiutato molto nella vita a essere determinato e a non farmi abbattere dalle difficoltà affrontando qualsiasi ostacolo con positività. Lo sport mi ha anche insegnato a pormi degli obiettivi pensando in grande e spingendomi oltre i miei limiti.

Marta: Il mio sport mi ha aiutato ad apprendere la resilienza. Agli inizi della mia carriera sono spesso arrivata ultima ma sono riuscita a non abbattermi nelle sconfitte e, con il tempo, ho raggiunto gli obiettivi che mi ero posta. A differenza di Ciro io ho imparato a distinguere tra sogno e obiettivo: gli obiettivi sono tarati su me stessa, il sogno invece mi porta a lottare.

Marta, pensi che lo sport abbia anche influenzato la tua vita universitaria?

Marta: Nella mia carriera universitaria ho notato che lo sport mi ha aiutato ad essere più sana sia fisicamente sia mentalmente: non passare un esame non è una difficoltà insormontabile, ma diventa un obiettivo concreto come nello sport; inoltre con gli allenamenti scarico le tossine e lo stress. Per esempio, quando mi alleno prima della lezione sono sempre perfettamente sveglia e pronta ad affrontare la giornata, mentre vedo che spesso i miei compagni sono un po’ “addormentati”.