Giovedì, 10 ottobre 2019

Inaugurato il nuovo Centro geo-cartografico di studio e documentazione (GeCo)

Istituito congiuntamente da UniTrento, Comune di Rovereto e Provincia di Trento, sarà al servizio della ricerca scientifica e del territorio

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Inaugurazione oggi a Rovereto del nuovo Centro Geo-cartografico di studio e documentazione, fortemente voluto dall’Università di Trento nel Piano strategico e sostenuto dal Comune di Rovereto e dalla Provincia autonoma di Trento.

Capace di fare rete tra discipline diverse e di aprirsi oltre i confini territoriali, il centro – unico nel suo genere – al suo debutto nella nuova sede di Palazzo Alberti Poja già raccoglie le dichiarazioni di interesse e di adesione scientifica di 122 docenti, un numero destinato a crescere nei prossimi mesi.

Di questi, 37 sono gli afferenti dall’Ateneo trentino: docenti che provengono in buona parte dal Dipartimento di Lettere e Filosofia, ma anche dai dipartimenti di Ingegneria civile, ambientale e meccanica e Ingegneria industriale, da Sociologia e Ricerca sociale, da Economia e Management e dalla Scuola di Studi internazionali.

A loro si aggiungono 78 docenti da altri atenei italiani, da vari enti e sodalizi e 9 afferenti dall’estero.

Il tratto più significativo del Centro – messo in luce questa mattina durante la cerimonia di inaugurazione al Teatro Zandonai di Rovereto – è proprio l’interdisciplinarietà del suo approccio. Del resto la geografia è da sempre una disciplina aperta al dialogo, capace di leggere attraverso il tempo e lo spazio e di adattarsi a nuovi ambiti applicativi.

Con il suo patrimonio documentale cartografico digitalizzato e con le competenze dei suoi ricercatori e ricercatrici, il GeCo offrirà una base conoscitiva fondamentale per la gestione del patrimonio paesaggistico, culturale e ambientale e sarà al servizio della ricerca scientifica e del territorio in vari ambiti, come ad esempio la prevenzione del rischio ambientale e antropico, la gestione delle risorse boschive, la pianificazione urbana sostenibile.

Per l’inaugurazione di oggi è stata organizzata un’intera giornata di incontri a tema geografico e cartografico. La mattinata si è aperta al Teatro Zandonai con i saluti istituzionali.

Dopo i saluti del presidente SOGEI Andrea Riggio e del generale C.A. Claudio Berto, comandante delle Truppe Alpine, e la presentazione del Centro da parte della direttrice Elena Dai Prà, è stata la volta della lectio magistralis di Giuseppe Scanu, presidente dell’Associazione italiana di cartografia. Scanu ha messo in luce nel suo intervento l’elemento di novità e originalità costituito dal nuovo centro.

La cerimonia di inaugurazione si è spostata quindi a Palazzo Alberti Poja per il taglio del nastro nella nuova sede del Centro e l’apertura dell’esposizione cartografico-storica.

A introdurre la visita alla mostra sono stati Franco Marzatico, responsabile della Soprintendenza per i Beni culturali della Provincia autonoma di Trento e Carla Masetti, Coordinatrice centrale del Centro Italiano per gli Studi Storico-Geografici (CISGE).

A seguire si è tenuta la visita, guidata dalla professoressa Elena Dai Prà, alla mostra cartografica, “Imago tridentina”. La cartografia storica manoscritta del Trentino dagli archivi territoriali, a cura della professoressa Elena Dai Prà, che raccoglie la cartografia storica manoscritta provenienti dagli archivi del territorio provinciale, e che è stata organizzata grazie al fondamentale supporto della Soprintendenza per i Beni culturali.

Nel comunicato stampa le dichiarazioni della direttrice del Centro – Elena Dai Prà, docente di geografia all’Università di Trento, del Rettore – Paolo Collini, del sindaco di Rovereto – Francesco Valduga e dell'assessore all’Università della Provincia autonoma di Trento – Mirko Bisesti.

GeCo: una storia di collaborazione
Il progetto del Centro GeCo inaugurato oggi ha una storia che parte da lontano. Nel corso del 2018 la Provincia autonoma di Trento, l’Università di Trento e il Comune di Rovereto hanno deciso di dar vita ad un organismo sviluppando l'attività di ricerca di alcuni laboratori già presenti nell’Ateneo, valorizzando alcuni fondi di documenti e i lasciti di alcuni geografi e gli archivi presenti sul territorio, tra cui anche quello della Biblioteca civica, di altre biblioteche trentine e degli archivi provinciali.
La motivazione che ha spinto i tre enti a programmare l'avvio di GECO si trova nelle potenzialità di supporto alle decisioni che la geografia storica offre nelle prassi di governance dei territori e dei contesti locali dalla pianificazione, alla programmazione, al recupero, alla salvaguardia e prevenzione del rischio. La cartografia storica ha assunto infatti una rilevanza centrale con specifiche domande di applicazione a livello di redazione dei piani paesaggistici comunali e regionali, dei piani di gestione dei parchi, dei piani di gestione del patrimonio boschivo, dei piani di gestione dei corsi d'acqua, e di molto altro. Non a caso i/le docenti dell’Università di Trento afferenti questa disciplina sono stati consultati/e in occasione delle verifiche e valutazioni fatte sul patrimonio boschivo dopo la tempesta VAIA.
È stata quindi stabilita una collaborazione specifica fra le tre istituzioni: la provincia autonoma di Trento finanzia parte dell'attività di ricerca di GECO (ricercatori e gestione) nell'ambito dell'atto di indirizzo pluriennale per l'università e la ricerca e mette a disposizione i propri archivi tramite la Soprintendenza per i beni culturali. Il Comune di Rovereto mette a disposizione gli archivi della Biblioteca, la sede di Palazzo Alberti Poja, i mobili, le attrezzature informatiche e i finanziamenti per due assegni di ricerca ogni anno. L’Università di Trento concorre invece con la propria competenza, il proprio patrimonio e il personale.
Il protocollo che disciplina i rapporti tra le tre istituzioni, che è stato deliberato nel settembre 2018, sancisce la volontà di costituire il Centro e sostenerlo secondo le proprie competenze. La direttrice, professoressa Elena Dai Prà, rimarrà in carica cinque anni. L’organizzazione del centro, stabilita da un apposito regolamento, prevede anche l’istituzione di un consiglio scientifico composto da dieci membri e di un comitato di gestione con cinque membri di cui uno nominato dal Comune di Rovereto. Possono aderire al Centro docenti, ricercatori e ricercatrici, dottorandi/e, borsisti/e dell’Ateneo trentino e anche di altre istituzioni di ricerca. Il Centro può ricercare partnership con soggetti anche esterni, altre università, enti di ricerca o associazioni.