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Orientamento

Il futuro del lavoro, dalle soft skill alle nuove professioni

Il mercato del lavoro avrà bisogno di persone specializzate in analisi dei dati e IA, ma anche di competenze trasversali

15 maggio 2023
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di Johnny Gretter
Studente collaboratore Ufficio stampa e relazioni esterne

"Cosa farai dopo la laurea?": chi studia all’università si sente rivolgere spesso questa domanda. A volte può sembrare una curiosità troppo insistente, ma è comunque inevitabile chiedersi che cosa succederà una volta conclusi gli studi. La risposta più ovvia è trovare finalmente un lavoro in linea coi propri studi e inclinazioni. Sì, ma quale lavoro esattamente? Il mercato è in continua evoluzione, le aziende richiedono competenze diverse rispetto al passato, mentre continuano a nascere nuove professioni. Nello speciale dedicato alla Career Fair del 17 maggio 2023, UniTrentoMag racconta le novità nel mercato del lavoro, dall’importanza delle soft skills e del personal branding, a come un dottorato sia fondamentale in un’azienda, fino alle aspettative dei giovani sul loro futuro lavorativo. 

Nel mercato del lavoro attuale, le competenze tecniche che si apprendono nei corsi universitari sono molto richieste. Ultimamente, però, le imprese ricercano giovani che possiedano anche competenze trasversali come, ad esempio, le abilità comunicative. «Una delle competenze più richieste è la capacità di lavorare in squadra», spiega Alberto Biundo, responsabile d’area Vicenza - Trento dell’agenzia per il lavoro MAW S.p.A. «Le aziende richiedono che i futuri e le future dipendenti siano in grado di lavorare non solo a obiettivi individuali, ma anche di portare a termine dei compiti coordinandosi coi colleghi. Per questo, le università devono puntare a una didattica laboratoriale, in cui gruppi di studenti e studentesse collaborano a obiettivi comuni».

Un altro stravolgimento riguarda i metodi con cui le aziende ricercano candidati e candidate. «Nella nostra agenzia teniamo una posizione incentrata sulla relazione tra chi cerca lavoro e le aziende», continua Biundo. «Ora il mercato è determinato dai singoli candidati. Le aziende hanno capito che non è possibile scegliere i lavoratori come se ci fosse una disponibilità infinita. Come agenzia cerchiamo sempre di mettere chi cerca lavoro sullo stesso piano delle aziende, che adesso cercano di creare delle offerte più vantaggiose per i giovani laureati. Il mercato del lavoro del prossimo futuro, insomma, metterà al centro chi cerca lavoro e le sue inclinazioni».

Gli ultimi anni hanno visto numerosi sviluppi tecnologici che hanno avuto conseguenze notevoli sul mondo del lavoro, con la nascita di nuove professioni molto richieste dalle imprese. Una di queste è Würth, azienda che si occupa della distribuzione di sistemi di montaggio e fissaggio per diversi settori, dall’automotive all’edilizia.

«Oggi ricerchiamo competenze tecniche soprattutto nell’ambito tecnologico e digitale che fino a pochi anni fa non erano necessarie» spiega Lucia Simonato, Human resources director di Würth. «Ad esempio, negli ultimi anni abbiamo creato una squadra che si occupa di digital marketing. Inoltre, lavoriamo continuamente per ampliare il settore informatico della nostra azienda. Stiamo creando un marketplace digitale, raccogliamo e analizziamo big data, e abbiamo sviluppato un’intelligenza artificiale che proponga ai nostri clienti soluzioni adatte a loro. Per fare tutto questo sono necessarie persone specializzate in materie nuove e in continuo cambiamento, come la cybersecurity, l’analisi dei dati, e l’intelligenza artificiale».

Ma al di là di queste competenze tecniche, nel mercato del lavoro c’è spazio anche per chi ha una formazione economica o umanistica. «Spesso vediamo che le persone con una laurea in questi ambiti riescono a imparare bene dal contesto lavorativo in cui sono inserite, oppure dai programmi di formazione interna. Chi ha competenze come queste può essere inserito bene non solo in lavori di vendita diretta, ma anche in ambito di marketing e backoffice».

Accanto alla formazione universitaria, però, restano fondamentali le soft skill. «L’abilità che stiamo ricercando di più in questo momento è la cosiddetta "learning agility"», spiega ancora Simonato. «Puntiamo a creare un luogo di lavoro in cui non ci siano gerarchie strette. Chi lavora con noi, segue delle direttive dall’alto, ma ha una propria responsabilità nel raggiungere degli obiettivi, lavorando in gruppo con altre persone. Per far questo è necessario avere delle abilità sociali come il lavoro di squadra, ma anche una certa "agilità" nell’imparare dalle proprie esperienze, errori e insuccessi».