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Di chi è la colpa?

Un progetto Euregio sulla gestione del rischio e la responsabilità in montagna

3 maggio 2022
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Alessandro Melchionda
Stefania Rossi
di Alessandro Melchionda e Stefania Rossi
Professore ordinario e assegnista di ricerca di Diritto penale, Dipartimento Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento

L’interesse per la natura spinge sempre più persone a frequentare la montagna. Questa tendenza, di per sé lodevole, comporta un progressivo aumento degli incidenti, che possono sfociare in procedimenti giudiziari e in complesse questioni di responsabilità

Nella maggior parte dei casi gli incidenti in ambiente alpino sono dovuti all’imprevedibilità insita nella natura. In questo contesto non esiste un rischio “pari a zero” e mancano regole di cautela precise e vincolanti. Inoltre, molte persone non sono pienamente consapevoli dei pericoli che corrono o non vogliono ammettere gli errori nella condotta che ha causato l’incidente e cercano di identificare un altro soggetto responsabile. Un aspetto che va tenuto ben presente nel giudizio di responsabilità è che negli incidenti in montagna la vittima ha spesso un ruolo attivo. Per questo occorre delineare, innanzitutto, quanto incide la percezione del rischio sulle decisioni di chi affronta un’escursione, un fuoripista, una ciaspolata o qualsiasi altra attività sportiva o ricreativa, estiva o invernale.

Il progetto di ricerca internazionale Euregio “Pericoli naturali in montagna: gestione del rischio e responsabilità” promosso dalle Università di Trento, Bolzano e Innsbruck con Eurac e altri partner tecnici, si occupa di tutti questi temi in ottica interdisciplinare e comparata, con il contributo di studi statistici, cognitivi e giuridici. 

Nel campo del diritto, in particolare, è centrale il tema dell’autoresponsabilità, un concetto strettamente correlato alla libera autodeterminazione dell’individuo. È un aspetto che nel sistema giuridico italiano non trova ancora un esplicito riconoscimento, a differenza di quanto avviene nei Paesi confinanti dell’arco alpino. L’unica eccezione è la nuova disciplina degli sport invernali contenuta in un decreto legislativo del 2021. Nel diritto penale italiano la responsabilità per l’esercizio di attività sportive in montagna si lega molto spesso a obblighi di protezione da parte di terzi e a elevate aspettative di sicurezza, soprattutto per quanto riguarda lo sci in pista. In Austria e Germania, invece, viene incentivato un comportamento autoresponsabile nella gestione del rischio, volto a superare l’idea di delegare un dovere di protezione.

In questa prospettiva di confronto tra soluzioni diverse, particolarmente importante è lo studio di sistemi giuridici più “liberali”. Di grande valore per il progetto è la cooperazione transfrontaliera tra partner giuridici e tecnici, che aiuta la riflessione su dati empirici significativi e la ricerca di soluzioni innovative ai problemi giuridici rilevati.

In un’indagine preliminare del 2021, Eurac Research ha raccolto più di 300 questionari in presenza e 3800 questionari online. I risultati evidenziano, per esempio, che molti fattori possono influenzare la percezione soggettiva del rischio e un atteggiamento autoresponsabile: esperienza, equipaggiamento, informazione, bias cognitivi, presenza di una guida, condizioni ambientali. Ma le risposte rivelano anche che alcuni dati relativi alle cause di sinistro vengono clamorosamente sottostimati o sovrastimati rispetto ad altri. Anche in presenza di una esperienza notevole, vi è una sottovalutazione dei fattori di rischio tra chi pratica alcuni sport come lo sci in pista, lo slittino o le ciaspolate. Inoltre, non sempre aver subito un incidente determina un atteggiamento più prudente. Per contro, chi ha una capacità medio-alta o chi affronta un livello di escursione più difficile rivela una maggiore percezione del rischio, anche se ciò non esclude l’insorgere di decisioni influenzate dall’overconfidence. 

Da questa prima rassegna di dati emerge che l’informazione gioca un ruolo centrale per orientare la condotta in modo autoresponsabile e che vi sono dei soggetti più esposti a rischi inconsapevoli o incapaci di farvi fronte a livello tecnico, per esempio nell’uso dei dispositivi di autosoccorso. Obiettivo centrale del progetto è informare e formare sull’insieme di tutti questi aspetti anche tramite raccomandazioni e linee guida. Lo scopo è promuovere nella popolazione una nuova cultura della sicurezza in montagna, fondata su un comportamento consapevole e autoresponsabile, e delineare gli elementi di uniformità e discontinuità del sistema giuridico nazionale rispetto al contesto internazionale. 

Il convegno interdisciplinare dal titolo “Naturgefahren, Risikowahrnehmung und strafrechtliche Haftungsfragen am Berg. Pericoli naturali, percezione del rischio e profili di responsabilità penale in montagna” si è svolto a Bolzano il 17 e 18 marzo 2022 presso la sede di Eurac Research. È il primo convegno del progetto di ricerca Euregio dal titolo “Natural Hazards in the Mountain Environment: Risk Management and Responsibility” M_Risk – “Pericoli naturali in montagna: gestione del rischio e responsabilità” finanziato dalla Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige - Ripartizione Innovazione e Ricerca attraverso il bando “Research Südtirol/Alto Adige”, anno 2019. Il convegno può essere seguito online: ►Parte 1 e ►Parte 2
Partner scientifici del progetto sono l’Istituto di diritto italiano dell’Università di Innsbruck (Margareth Helfer), la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento (Alessandro Melchionda), la Libera Università di Bolzano, Facoltà di Scienze della Formazione (Kolis Summerer) e l’Istituto per l’osservazione della Terra di Eurac Research (Fabio Carnelli e Silvia Cocuccioni). Altri partner del progetto sono l’Österreichischer Alpenverein (Öav), il Südtiroler Alpenverein (Avs), la Società degli Alpinisti Tridentini (Sat), il Club Alpino Italiano (Cai), l’Agenzia per la protezione civile, l’Ufficio geologia e prove materiali della Provincia autonoma di Bolzano, l’Ordine dei geologi del Trentino-Alto Adige, l’Associazione interregionale valanghe Aineva. 
All’incontro di studio sono intervenuti sia i partner tecnici, che hanno presentato i dati statistici relativi agli anni 2020-2021, che i giuristi esperti, italiani e austriaci, che hanno delineato lo stato dell’arte a livello normativo, dottrinale e giurisprudenziale. Tra i relatori e partecipanti alla tavola rotonda, Klaus Schwaighofer dell'Università di Innsbruck, Marco Pelissero dell'Università di Torino, Alessandro Ranaldi Consigliere della Corte di Cassazione penale, Stefan Tappeiner del Tribunale di Bolzano, Riccardo Crucioli del Tribunale di Genova, Enrico Ambrosetti dell’Università di Padova, Matteo Mattheudakis della Libera Università di Bolzano, Stefania Rossi dell'Università di Trento e Stefan Schwitzer dell'Università di Innsbruck.