salute pubblica nel mondo ©Fotolia.com

Ricerca

Quando la pandemia mette sotto scacco le libertà individuali

Nel primo anno di attività la banca dati Covid-19 Litigation ha analizzato oltre duemila casi di contenzioso

25 novembre 2022
Versione stampabile
di Elisabetta Brunelli
Ufficio Stampa e Relazioni esterne

Diritto sanitario globale protagonista lunedì 28 e martedì 29 novembre di un convegno all’Università di Trento con esponenti dell’Organizzazione mondiale della sanità, delle corti supreme di diversi paesi, studiosi/e e ricercatori e ricercatrici da tutto il mondo.
La prima giornata, al Palazzo di Economia, è incentrata sul progetto di ricerca finanziato dall’Ateneo e diretto da Marco Pertile della Scuola di Studi internazionali, che riguarda il ruolo dell’Organizzazione mondiale della sanità nella gestione della pandemia da Covid-19 (The World Health Organization and the Covid-19 Emergency), con la presentazione dei principali risultati. Saranno affrontate con taglio multidisciplinare da una parte la riforma del diritto sanitario globale e, in particolare, i negoziati in corso per la stipulazione di un nuovo trattato per la gestione delle pandemie. E, dall’altra, la questione dell’equità nell’accesso ai vaccini e alle cure, anche in relazione alla riforma e ai problemi posti dai brevetti sui farmaci.
Il secondo giorno, al Palazzo di Giurisprudenza, sarà, invece, su Covid-19 Litigation Project, iniziato un anno fa.

Del difficile bilanciamento tra libertà individuali e misure prese dai governi per contrastare la pandemia da Covid-19 si è discusso a tutti i livelli. Nella rete di amicizie, in famiglia, a scuola, sul lavoro, sui media, nella società in generale. Spesso i toni erano accesi e si è assistito a una polarizzazione delle posizioni.
Un’analisi delle questioni approdate ai tribunali dei vari continenti è stata svolta dal team di ricerca della banca dati open access internazionale Covid-19 Litigation, che vede coordinatrice scientifica Paola Iamiceli dell’Università di Trento.
La banca dati, nel primo anno di attività, ha selezionato ed esaminato quasi duemila casi da oltre 90 paesi. Se nel 2020 erano le limitazioni alle libertà di movimento e le chiusure commerciali a trovare i maggiori spazi nella giurisprudenza mondiale, a partire dal 2021 sono stati i temi legati alla vaccinazione a catalizzare il contenzioso: dall’accesso ai vaccini, e dalla definizione delle priorità a favore delle persone più fragili, all’obbligo vaccinale e dunque alle limitazioni all’autodeterminazione, con riflessi sulla possibilità di svolgere il proprio lavoro e di fruire dei servizi. Tra i casi più recenti, l’accordo raggiunto tra il Procuratore generale del Massachussets e una casa di cura accusata di aver violato protocolli di sicurezza e prevenzione, la decisione di una corte suprema australiana circa la legittimità di misure volte a limitare l’accesso agli uffici da parte di personale della polizia non vaccinato, il provvedimento della corte suprema indiana sulla petizione per la fornitura di cibo e accoglienza ai senzatetto, la decisione di una corte francese che riconosce la pretesa dei ristoranti nei confronti delle assicurazioni per le perdite subite nel corso della pandemia.
Il maggior numero di casi esaminati riguarda l’Europa, seguito dal Sud America (con il Brasile in testa) e dall’Asia. India e Stati Uniti si distinguono come paesi in cui emergono contenziosi tra i più intensi nel mondo.
«Il progetto non ambisce a mappare l’intera giurisprudenza disponibile. L’approccio è selettivo, con un’attenzione particolare sulle decisioni delle corti supreme, che, per i loro contenuti e l’autorità dei tribunali, sono destinate a influenzare la giurisprudenza, quelle che più si soffermano sulle diverse tecniche di bilanciamento e sull’applicazione dei principi generali, quelle che, nel giudicare illegittimo un provvedimento, affidano alla motivazione una chiara analisi degli interessi in gioco e della base giuridica delle conclusioni raggiunte» spiega Iamiceli. «La selezione ha, inoltre, curato la distribuzione geografica tra paesi e regioni del mondo e una certa differenziazione tra i temi. Lo scopo infatti non è statistico, ma qualitativo, per fornire una panoramica il più diversa e varia possibile» sottolinea.
«Il progetto può contribuire alla preparazione di linee guida, politiche pubbliche, legislazioni di fronte a possibili future crisi di portata globale causate da emergenze ambientali, sanitarie, geopolitiche o di altro genere» osserva Iamiceli.
Prima realtà al mondo a raccogliere e analizzare le informazioni sul contenzioso relativo agli interventi di salute pubblica assunti a livello globale per contrastare la pandemia, la banca dati grazie a una sezione news permette anche di tenersi aggiornati sui contenziosi più recenti e sui provvedimenti in divenire. Il team di ricerca, ad esempio, è in attesa del pronunciamento a breve della Corte costituzionale sulla legittimità dell’obbligo vaccinale in Italia.

Covid-19 Litigation Project è frutto di una collaborazione internazionale dell’Università di Trento che, anche grazie a un finanziamento dell’Organizzazione mondiale della sanità, coinvolge otto università e centri di ricerca con sede in tutti i continenti. Ci sono Yale e Georgetown negli Stati Uniti, Externado in Colombia, la National University of Singapore, Makerere in Uganda, la VIT School a Chennai in India, la NTH University di Taiwan, il Centro di Ricerca di Diritto della Salute di QUT in Australia. E ancora decine di giovani ricercatori e ricercatrici, oltre a una ampia rete di studiosi/e e di giudici, che a vario titolo contribuiscono a questa iniziativa, e altre reti di studiosi come il Global Pandemic Network.