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Ricerca

Un robot magazziniere per i farmaci

Partnership di ricerca e azienda per conquistare i mercati

5 dicembre 2022
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di Elisabetta Brunelli
Ufficio Stampa e Relazioni esterne

Un braccio meccanico le afferra con presa sicura, un nastro trasportatore le mette a posto velocemente. Fino a 360 confezioni di farmaci all’ora senza alcun intervento manuale. Sono le alte prestazioni della nuova tecnologia, nata da Open Innovation. Ha dato ottimi risultati la collaborazione di GPI con il sistema della ricerca scientifica del territorio trentino, che era stata avviata per rendere più competitivo uno dei prodotti di punta dell’azienda. L’armadio robotizzato Riedl Phasys, utilizzato a livello mondiale per lo stoccaggio e la distribuzione dei medicinali di farmacie, grossisti e ospedali di tutte le dimensioni e livelli di complessità. GPI chiedeva di rendere il sistema più veloce, ma anche completamente automatizzato per liberare risorse umane e poterle così dedicare ad attività di cura delle persone malate e di assistenza alla clientela.

©UniTrento - Ph. Federico NardelliEra febbraio 2020 quando iniziò la collaborazione di GPI con Fondazione Hub Innovazione Trentino, Università di Trento e Fondazione Bruno Kessler per avviare un processo di trasferimento tecnologico.

GPI è un’azienda, nata oltre 30 anni fa in Trentino, che realizza soluzioni all’avanguardia per l’ambito sanitario. E aveva l’esigenza di migliorare uno dei suoi prodotti, il sistema Riedl Phasys, un armadio, nel quale opera una pinza robotica, impiegato nella logistica del farmaco. Tecnologia venduta in tutto il mondo, con centinaia di impianti funzionanti in Europa, America, Cina, Medio Oriente e Africa. L’obiettivo di GPI era rendere completamente automatico il caricamento dei farmaci all’interno dell’armadio e fare in modo che il sistema riuscisse a gestire anche le confezioni cilindriche e fosse capace di prestazioni più veloci.

E la sfida è stata vinta. «Ecco cosa accade quando l’Università ascolta le esigenze del territorio e delle sue imprese» commentano Luigi Palopoli, professore del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell'Informazione, e Daniele Fontanelli, professore del Dipartimento di Ingegneria industriale, tra i protagonisti dell’operazione. «Il contributo dell’Ateneo è stato nella riprogettazione della tecnologia delle macchine di carico impiegate dall’azienda. Lo studio ha permesso di mettere a punto un impianto di seconda generazione con prestazioni più efficienti: è più veloce nel caricamento dei farmaci, può adattarsi con facilità a formati diversi e svolge il proprio compito garantendo costi più contenuti. Tecnologie su cui l’azienda può aumentare la propria competitività internazionale».

Il ruolo del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell'Informazione e del Dipartimento di Ingegneria industriale dell'Ateneo di Trento è stato di primo piano. Infatti, hanno lavorato innanzitutto alla fattibilità operativa per garantire i requisiti dei singoli sistemi e di quello complessivo, dai bracci robotici e nastri trasportatori all’architettura hardware. Quindi si sono occupati della progettazione dei vari compiti all'interno della macchina (ad esempio, quando e come fare le varie operazioni). Infine hanno elaborato lo sviluppo software dell'architettura, insieme a Dolomiti Robotics e, soprattutto, hanno curato l'integrazione tecnica dei vari componenti sviluppati da altri, a cominciare dall’hardware visivo offerto dalla Fondazione Bruno Kessler.

Dolomiti Robotics, startup specializzata in robotica collaborativa e che ha sede a Povo negli spazi della Fondazione Hub Innovazione Trentino, è composta da Fabiano Zenatti, Stefano Divan e Paolo Bevilacqua, giovani informatici e ingegneri, con Palopoli e Fontanelli che hanno dato un contributo cruciale per l'avvio della start up e nella supervisione del progetto.

©UniTrento - Ph. Federico NardelliNella conferenza stampa organizzata il primo dicembre da GPI per presentare il progetto, Francesca Demichelis, prorettrice alla Ricerca dell’Università di Trento, ha ricordato: «Accompagnare le imprese nelle sfide tecnologiche, aiutarle attraverso la ricerca a potenziare la propria competitività è una delle missioni del nostro Ateneo. E farlo tutti insieme, in rete, costituisce il valore aggiunto e la chiave dell’impatto di questa iniziativa. In particolare, la collaborazione con GPI è di lunga data e questa conoscenza reciproca, alimentata da frequenti occasioni di incontro e confronto, sta alla base del successo di un’operazione di trasferimento tecnologico come quella che presentiamo. Sulla robotica e sull’automazione industriale, che sono temi che richiedono una costante innovazione e su cui si concentrano forti investimenti e aspettative, l’Ateneo sta impegnando molte risorse. È una scommessa globale, che possiamo affrontare come sistema, mostrando come alcuni territori – e il Trentino è fra questi – siano particolarmente dinamici e competitivi».