Il dispositivo sviluppato da Nicola Callegaro nell'ambito del progetto M&asure

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Minimizzare i consumi, massimizzare il comfort

Dal dispositivo wi-fi di un dottorando il progetto pilota per il monitoraggio e l’automazione degli spazi di Ateneo

22 febbraio 2023
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di Elisabetta Brunelli
Ufficio Stampa e Relazioni esterne

Nella stagione in cui tutela dell’ambiente, contrasto allo spreco e contenimento dei costi portano a fare scelte energetiche all’insegna della sostenibilità, l’Università di Trento non vuole trascurare il benessere di chi studia e lavora a UniTrento. E con un progetto pilota prova a minimizzare i consumi e massimizzare il comfort. La sperimentazione parte da dieci locali: cinque uffici e cinque laboratori. Il cuore del progetto è un dispositivo sviluppato da Nicola Callegaro all’interno del suo percorso di dottorato al Dipartimento di Ingegneria civile ambientale e meccanica, supervisore Rossano Albatici, professore del Dicam e delegato del Rettore all'Attuazione del piano edilizio. Il sistema, già in fase di test dal 2019 a Rovigo in cinque appartamenti di edilizia residenziale, da luglio 2022 ha trovato ospitalità anche nel laboratorio interdipartimentale Fablab dell’Università di Trento, gestito e amministrato da Alberto Montresor e Francesca Fiore, rispettivamente professore e dottoranda del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione. Il progetto M&asure coinvolge i dipartimenti Dicam e Disi con il supporto e la collaborazione della Direzione Patrimonio immobiliare e dell’Energy manager di Ateneo. Fa parte dell’iniziativa del Tecnopolo Energia Clima Ambiente, contenuta nel Piano strategico di Ateneo 2022-2027, e rispetta le direttive del programma UniTrento sostenibile.Il professor Rossano Albatici

Professor Albatici, qual è l’obiettivo del progetto pilota M&asure?

«Il progetto M&asure (Monitoring & Automating UniTrento workSpaces toward UseR awareness and Energy savings) riguarda il monitoraggio e l’automazione di spazi di Ateneo, con l’obiettivo di raccogliere dati e pratiche utili per minimizzare il consumo energetico e massimizzare il comfort indoor degli utenti, attraverso il coinvolgimento diretto delle persone che abitano quotidianamente l’Università».

Da quale situazione si parte?

«Il patrimonio edilizio di Ateneo, con alcuni fabbricati storici, presenta varie criticità e solo l’adozione di estesi piani di recupero e riqualificazione permetterebbe il miglioramento sostanziale, a lungo termine, della situazione. Nel frattempo, per affrontare le condizioni di potenziale discomfort dell’utenza e di scarsa sostenibilità di alcuni edifici, l’applicazione di soluzioni wi-fi affidabili ed economiche che aiutino ad aumentare la conoscenza delle criticità e dei bisogni dell’utenza, sono strumenti utili».

Che cosa s’intende per comfort?

«Il comfort è dato da una combinazione di elementi. Semplificando, riguarda la temperatura dello spazio in cui ci troviamo a vivere, studiare, lavorare, ma anche il grado di umidità dell’aria, la luminosità degli ambienti, i livelli di rumore. Nello spazio indoor, dal punto di vista psicologico, è importante per esempio lo stato di apertura dei serramenti che devono isolarci dall’esterno, senza farci perdere del tutto la connessione con esso attraverso la luce naturale o il rumore in sottofondo. Con il progetto M&asure, inoltre, andremo a monitorare altri parametri come la qualità dell’aria, il consumo elettrico globale del locale e delle linee elettriche più significative e il consumo elettrico dei principali macchinari presenti».

Su quale dispositivo è incentrato il progetto?

«Il progetto riguarda lo sviluppo e l’implementazione di Moqa, uno smart hub a basso costo per la raccolta dei dati e l'ottimizzazione delle prestazioni dell'edificio. Moqa è un sistema wireless in grado di connettersi, senza la necessità di cablaggi o modifiche invasive dell’impianto elettrico, con la quasi totalità dei sensori esistenti e di rendere smart dispositivi elettronici, per ricavarne informazioni utili e gestire il loro funzionamento. Con la raccolta in maniera organizzata di una grande mole di dati, l'algoritmo apprende rapidamente come regolare e automatizzare gli spazi».

Quindi alla fine farà tutto l’algoritmo?

«No, tutt’altro. Il monitoraggio delle performance degli spazi si deve accompagnare a politiche di coinvolgimento e sempre maggiore consapevolezza dell’utenza. Daremo anche degli smartwatch perché il personale possa registrare il proprio benessere nel corso della giornata per avere, oltre alle variabili sul microclima dell’ambiente, anche quelle relative al comfort psico-fisico delle persone. I dati saranno visualizzati in tempo reale su monitor montati a muro nei locali oggetto d’indagine e saranno, quindi, a disposizione di personale tecnico, ma anche dell’utenza per aumentare la consapevolezza sul proprio impatto ambientale ed economico nella gestione ad esempio delle luci o nella regolazione della temperatura. Sulle strategie di automazione per limitare il consumo elettrico e migliorare il comfort dell’utenza saranno anche svolte attività di sensibilizzazione e raccolti feedback».

Dove si farà la prima sperimentazione?

«Su suggerimento della Direzione Patrimonio immobiliare e dell’Energy manager, per due anni saranno monitorati e automatizzati dieci locali di Ateneo di piccole e medie dimensioni, cinque uffici e cinque laboratori, sempre popolati e particolarmente problematici per consumi e qualità ambientale interna. Sarà sfruttata la capacità del sistema di interfacciarsi con la sensoristica già presente in Università».

E poi?

«Al termine della sperimentazione il sistema potrà essere spostato con estrema facilità in altri edifici dell’Ateneo. L’obiettivo finale, nell’arco di qualche anno, è arrivare a una prototipizzazione di questa nuova tecnologia perché possa un giorno essere messa a disposizione dell’intera comunità».