Dipartimento di Economia e Management, archivio Università di Trento

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LA POLITICA ECONOMICA E FISCALE IN EUROPA

L’Università di Trento entra a far parte del network di ricerca EconPol Europe. Ce ne parla Stefano Schiavo

14 giugno 2017
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di Marinella Daidone
Lavora presso la Divisione Comunicazione ed Eventi dell’Università di Trento.

Il Dipartimento di Economia e Management (DEM) è entrato a far parte del network europeo EconPol Europe (European Network for Economic and Fiscal Policy Research). Ne abbiamo parlato con uno dei partecipanti, Stefano Schiavo, docente di Politica economica del DEM e della Scuola di Studi Internazionali dell’Università di Trento.

Professor Schiavo, ci può dire com’è nato EconPol Europe e qual è la sua mission?
EconPol Europe nasce con lo scopo di studiare la politica economica e fiscale dell’Unione Europea e dell’area euro.
Si tratta di un prestigioso network indipendente costituito dall'ifo-Institue di Monaco e da otto istituti e università europei in risposta a un bando del Ministero della Finanze tedesco per attività di policy advice e consulenza scientifica. Adottando un approccio interdisciplinare, il network si concentrerà sugli aspetti economici, giuridici e politici connessi alle priorità di politica economica e fiscale legate all'integrazione europea. L’obiettivo è quello di contribuire in modo autorevole e imparziale al dibattito pubblico, approfondendo la ricerca internazionale e rafforzando la cooperazione economica in Europa.

Quali sono i partner del progetto?
Il network EconPol Europe è nato su impulso dell’Ifo-Institute di Monaco, un centro di ricerca di fama internazionale che ne coordina tutte le attività. Il Dipartimento di Economia e Management del nostro Ateneo rappresenta l’unico partner italiano del network che conta, oltre all’Ifo e all’Università di Trento, altri sette partner tra istituti di ricerca e università europee. Fanno parte del progetto il Centre for European Policy Studies (CEPS, Belgio), il Zentrum für Europäische Wirtschaftsforschung (ZEW, Germania), il VATT Institute for Economic Research (Finlandia), il Centre d’Études Prospectives et d’Informations Internationales (CEPII, Francia), la Toulouse School of Economics (TSE, Francia), l’Institut für Höhere Studien Wien (IHS, Austria), il Centre for Business Taxation dell’Università di Oxford (Gran Bretagna).
A Trento, oltre a me, sono coinvolti nel progetto la collega Gabriella Berloffa e i colleghi Luigi Bonatti, Bruno Dal Lago, Andrea Fracasso, Edoardo Gaffeo e Roberto Tamborini.

Quali sono le principali aree di ricerca su cui si concentreranno le attività EconPol Europe?
Il progetto che è stato presentato al Bundesministeriums der Finanzen individua quattro filoni principali di attività: un’analisi delle politiche per una crescita sostenibile e inclusiva in Europa; la riforma delle politiche comuni dell’Unione Europea e del bilancio annuale dell’UE; il funzionamento dei mercati dei capitali e la regolazione finanziaria; la governance della politica macroecnomica nell’area euro. Il focus delle attività del progetto viene definito anno per anno sulla base degli incontri periodici tra i responsabili del network e i funzionari del Ministero delle Finanze, che potranno anche richiedere una estensione della durata del progetto, prevista inizialmente per quattro anni.
Inoltre, la natura stessa del progetto, mirato ad attività di consulenza scientifica a supporto delle decisioni politiche, fa sì che il network sarà chiamato anche a rispondere a questioni emergenti non preventivamente identificate (pensiamo per esempio alla Brexit, cui nessuno dava credito prima del referendum). L’ampio numero di ricercatori coinvolti e le competenze disponibili all’interno del network garantiscono la capacità e la flessibilità per poter rispondere anche a questo tipo di sollecitazioni.

Di quale ambito si occuperanno i ricercatori di Trento?
Il contributo del DEM fa leva sulle ricerche in corso all’interno del Dipartimento nelle aree di interesse per il network, e tocca tutti gli ambiti tematici individuati da EconPol Europe. Il gruppo di colleghi coinvolto nel progetto ha competenze molto varie che ci permettono di coprire ambiti molto diversi dell’analisi economica. Si va dallo studio delle determinanti microeconomiche della competitività (delle imprese e dei sistemi economici) alla relazione tra politiche macroeconomiche e politiche strutturali; dall’analisi della transizione istruzione-lavoro allo studio di nuovi strumenti europei di condivisione del rischio e stabilizzazione dei redditi; dalla relazione tra mercato immobiliare e disuguaglianza alla stabilità finanziaria.

Ci sono già dei primi risultati che ci può illustrare?
Il primo evento pubblico, che sancirà anche il lancio ufficiale del network, avrà luogo a Bruxelles il prossimo 22 giugno e vedrà la partecipazione di economisti, responsabili politici e opinionisti a una tavola rotonda sul tema della tassazione delle imprese in Europa.
In parallelo, è stato attivato un primo gruppo di lavoro, cui partecipa il collega Roberto Tamborini, che sta approntando un rapporto dal titolo "Il futuro del coordinamento e della governance della politica fiscale nell'Unione Monetaria Europea", i cui risultati saranno pronti a breve.
Un ambito molto rilevante di attività del network è rappresentata dalla disseminazione dei risultati a un pubblico più ampio possibile, e alla capacità di contribuire in modo fattivo al dibattito pubblico in sede europea (per questa ragione EconPol Europe ha stabilito un proprio ufficio a Bruxelles), ma anche nazionale e locale. Su questo aspetto c’è una particolare attenzione ed è stato costituito un gruppo di esperti appositamente dedicato alle strategie di comunicazione.

Oggi, dopo la Brexit, l’Unione Europea viene da più parti rimessa in discussione. A suo parere quale può essere il ruolo del mondo scientifico?
Proprio in questo periodo di turbolenza è necessario che le scelte di politica economica vengano supportate da una conoscenza approfondita dei fenomeni socio-economici e dei meccanismi sottostanti. Capire le conseguenze delle possibili scelte dell’Unione Europea, dei governi e degli attori economici privati è fondamentale per mettere in atto politiche di crescita lungimiranti che non siano ostaggio del breve termine. Al contempo, serve la capacità di spiegare in modo adeguato i grandi cambiamenti che siamo vivendo, in Europa e nel mondo.
L’attuale crisi dell’UE apre un’opportunità unica di cambiamento e riforma. La partecipazione al network EconPol Europe dà la possibilità al nostro Ateneo di contribuire in modo fattivo a questo dibattito.