Assonometria progetto CASA, credits: Covi Costruzioni srl

Ricerca

Progetto CASA

Edifici e materiali edilizi: una ricerca per misurare il comfort

17 luglio 2019
Versione stampabile
di Stefano Zanon
Dottorando presso la Scuola di dottorato in Ingegneria civile, ambientale e meccanica dell’Università di Trento.

In Europa il 40% del consumo energetico totale è dovuto alla costruzione e all’utilizzo degli edifici. L’edilizia è però il settore in cui il maggior risparmio energetico può essere raggiunto al minor costo. Per questo motivo, negli ultimi decenni, la legislazione nazionale e internazionale ha spinto molto verso l’efficienza energetica e la riduzione dell’impronta ecologica del processo costruttivo. Ciò ha portato ad avere edifici sempre più isolati e sigillati, delle vere e proprie “macchine” in grado di garantire altissime prestazioni in termini di risparmio energetico (i cosiddetti nZEB, nearly zero energy buildings). Questo trend ha avuto sicuramente una ricaduta positiva per quanto riguarda il consumo energetico globale, ma una domanda sorge spontanea: questi edifici sono anche confortevoli?

Architetti e ingegneri non devono infatti perdere di vista l’obiettivo principale che gli edifici hanno sempre avuto: ospitare le persone e garantire condizioni ambientali adeguate alle attività di ogni giorno. Un ambiente non idoneo è fonte di discomfort, abbassa la produttività dei lavoratori e, in casi estremi, può influire sulla salute degli abitanti: è stata codificata una vera e propria malattia denominata sick building syndrome. Considerando che mediamente si trascorrono circa 20-22 ore al giorno in spazi chiusi, il “costo” di una scarsa qualità ambientale dei nostri edifici è assai elevato. Questo costo ha una ricaduta non solo sul lungo periodo, andando ad aumentare la spesa pubblica per la sanità, ma anche nel breve periodo: un utente non soddisfatto dell’ambiente in cui vive lo modifica (ad esempio aprendo le finestre per migliorare la qualità dell’aria) andando a influire pesantemente sul consumo energetico.

Ecco quindi che si sta sviluppando un nuovo ambito di ricerca, quello della qualità ambientale e del comfort degli abitanti. Il concetto di comfort è molto complesso e stratificato: ha a che fare con parametri ambientali chiari e misurabili, ma dipende anche dalla percezione e dalla individualità delle singole persone. Comfort è una temperatura adeguata, ma anche una bella vista dalla finestra, un'illuminazione piacevole e naturale, ma anche la possibilità di modificare lo spazio a proprio piacimento. Mettere insieme tutte queste componenti è una sfida tutt’altro che semplice.

La mia ricerca è parte del più ampio Progetto CASA - Comfort per l'Abitare Sostenibile nelle Alpi, realizzato in collaborazione con la ditta Covi Costruzioni srl e si concentra sull’ambito residenziale, puntando a mettere insieme i vari tasselli di quello che viene definito il comfort fisiologico. Questo è contraddistinto da quattro ambiti legati alla percezione dell’abitante: visivo, termico, acustico e qualità dell’aria. L’obiettivo è studiare come questi quattro fattori siano collegati fra loro e soprattutto come diverse soluzioni progettuali possano influire sul livello di comfort degli abitanti.

È da poco iniziato il cantiere di quattro edifici che verranno costruiti nel comune di Predaia. A partire dall’anno prossimo avremo a disposizione quattro villette monofamiliari uguali per forma ed esposizione, ma realizzate con materiali e tecniche costruttive diverse: un vero e proprio laboratorio in scala reale. Per due anni verranno monitorati i principali parametri ambientali e la soddisfazione degli abitanti per trovare una correlazione fra materiali e comfort.

Dalla mia laurea in ingegneria edile/architettura sono passati vari anni, nei quali ho avuto la possibilità di fare esperienza della vita professionale in studio di progettazione e in azienda. Questo progetto di ricerca così interessante e ambizioso mi ha convinto a tornare in Università e a mettermi di nuovo in gioco come studente di dottorato e ricercatore.