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La nostra personalità si adatta al nostro lavoro

Uno studio triennale in ambiente militare. I risultati sono stati pubblicati sul Journal of Personality

8 luglio 2020
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Enrico Perinelli
di Enrico Perinelli
Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive e presso il laboratorio Well-Being at Work (WeBeWo LAB), Università di Trento.

Molto spesso sentiamo parlare di tratti di personalità, ovvero di quelle caratteristiche che descrivono la persona e la differenziano dalle altre
Pensiamo per esempio alla gradevolezza, propria delle persone particolarmente socievoli e generose; oppure pensiamo all’irritabilità, caratteristica di coloro che si sentono sempre sotto pressione e vanno subito in escandescenza. O ancora, pensiamo alla coscienziosità, dimostrata da coloro che si distinguono per la tendenza a controllare minuziosamente ogni dettaglio del lavoro che stanno svolgendo e che portano sempre a termine, dimostrando estrema perseveranza con i compiti e gli obiettivi prefissati. 

Tutte queste caratteristiche non rappresentano solo modi di affrontare la vita. Al contrario, esse giocano un ruolo fondamentale nella scelta del lavoro che le persone decideranno di intraprendere e saranno inoltre utilizzate dall’azienda nella decisione di selezionare o meno l’individuo per il posto in oggetto. 
Tuttavia, è molto difficile che la personalità di un lavoratore o di una lavoratrice sia perfettamente in linea e completamente funzionale alle richieste lavorative, soprattutto in ambienti di lavoro che prevedono ruoli molto strutturati, come ad esempio in ambito militare. È molto più probabile che i tratti di personalità debbano comunque subire dei cambiamenti per permettere alla persona di adattarsi alle richieste del proprio ruolo, soprattutto nel lungo periodo.

L’Università di Trento ha partecipato a un progetto di ricerca che ha esaminato i cambiamenti nei principali 5 tratti di personalità, i cosiddetti Big Five: estroversione, stabilità emotiva, coscienziosità, amicalità, apertura mentale. È stato esaminato un campione di 416 neoassunti e neoassunte in un’organizzazione militare impegnati nel triennio di formazione. In particolare, i neoassunti e le neoassunte sono stati intervistati una volta l’anno per tre anni all’interno di un progetto portato avanti in convenzione da ufficiali del corpo e dal team di ricerca. 

Per prima cosa, tutti i cinque grandi tratti di personalità hanno mostrato cambiamenti significativi nel tempo, a dispetto della lunga tradizione teorica che vede nei tratti di personalità entità difficilmente modificabili. 

Secondo, il cambiamento dei tratti di personalità è risultato positivamente associato a due importanti variabili lavorative, ovvero la socializzazione organizzativa e l’identificazione organizzativa. In sostanza, le persone adattano il proprio profilo di personalità alle richieste e all’ambiente lavorativo e ciò è funzionale al migliore inserimento e a una migliore risposta al compito da svolgere. 

Dal punto di vista organizzativo-applicativo, i risultati della ricerca rivelano come i processi formativi in ingresso permettano di favorire processi di adattamento, che, sviluppandosi sul lungo termine, migliorano il rapporto tra persona, compito e organizzazione. 
Pertanto, le strategie di formazione e inserimento organizzativo sono fondamentali, non solo per insegnare il compito, ma anche per favorire adattamento e benessere (individuale e organizzativo) nel lungo termine. 

Inoltre, lo studio suggerisce che – durante il corso di tutta la formazione – specifici training focalizzati sulle capacità di auto-regolazione delle emozioni dei cadetti e delle cadette potrebbero apportare notevoli benefici, dato che la dimensione della stabilità emotiva ha mostrato un significativo decremento lungo tutto il triennio di formazione. 
Insegnare a regolare e controllare con maggiore efficacia le proprie emozioni negative, come ansia o irritabilità, può certamente aiutare a contrastare questo trend negativo.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sul Journal of Personality, una tra le riviste considerate più autorevoli a livello mondiale nei settori di psicologia sociale e della personalità.

Il progetto di ricerca è stato coordinato dal professor Guido Alessandri (Principal Investigator, Sapienza Università di Roma) e ha coinvolto ricercatori di tre università: Sapienza Università di Roma (Guido Alessandri, Michele Vecchione, Lorenzo Filosa), Università di Trento (Enrico Perinelli) e University of California at Davis (Richard W. Robins). I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Journal of Personality, con il titolo Personality trait change at work: Associations with organizational socialization and identification (Cambiamenti nei tratti di personalità al lavoro: associazioni con la socializzazione organizzativa e l’identificazione organizzativa).