Wikimedia Commons, Pinocchio (Walt Disney, 1940)

Ricerca

L’importanza di essere onesto

Uno studio di economia comportamentale su contribuenti virtuosi, controlli e benefici

12 maggio 2021
Versione stampabile
Matto Ploner
di Matteo Ploner
Professore associato del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento.

Il premio Nobel per l’economia Richard Thaler riassume così il rapporto tra economia comportamentale ed economia tradizionale.

“Il problema è nel modello usato dagli economisti, un modello che sostituisce l’Homo sapiens con una creatura fittizia chiamata Homo oeconomicus, che per brevità chiamo solitamente Econ. Rispetto al mondo fittizio degli Econ, gli esseri umani (‘Human’) hanno molti comportamenti anomali e ciò significa che i modelli economici generano una quantità di predizioni sbagliate [...]”
 (Richard H. Thaler, Misbehaving. La nascita dell’economia comportamentale, Einaudi).

L’economia comportamentale si occupa delle decisioni dei Sapiens, decisioni che spesso differiscono radicalmente da quelle degli Econs, individui fittizi contraddistinti da una razionalità olimpica orientata alla massimizzazione egoistica del proprio benessere. Le scelte dei Sapiens sono influenzate da distorsioni cognitive (bias) e da regole decisionali semplificate (euristiche) che rendono le differenze rispetto agli Econs prevedibili e modellabili.

Una delle tematiche che negli ultimi anni ha attirato l’attenzione degli economisti comportamentali è quella del conflitto tra benefici economici personali e onestà. Sono numerose le situazioni nelle quali esiste una tensione tra massimizzazione del proprio guadagno economico e adesione ad una norma o codice di comportamento. Un esempio molto rilevante di scelte di questo tipo è la fedeltà fiscale: i soggetti hanno generalmente un incentivo personale economico a minimizzare i versamenti fiscali e le eventuali sanzioni pecuniarie hanno un potere solo parzialmente dissuasorio. L’esempio della tassazione può essere esteso a tutti quegli ambiti in cui esista una norma che mitighi l’interesse individuale in una prospettiva di interesse pubblico (inquinamento, emergenza sanitaria…).
Un soggetto moderatamente avverso al rischio, e orientato solamente alla massimizzazione del proprio benessere economico, sarebbe quindi propenso a dichiarare il falso per sfuggire all’imposizione fiscale. Il risultato di equilibrio sarà una situazione di benessere collettivo inferiore rispetto a quella in cui tutti i soggetti pagassero le tasse.

Numerose evidenze empiriche e di laboratorio suggeriscono, tuttavia, come gli individui mostrino una spontanea avversione alla dichiarazione mendace e come, in base al peso che un individuo assegna all’onestà, si possano ottenere risultati diversi da quelli previsti dalla massimizzazione egoista del proprio benessere.

In un recente lavoro condotto presso il Cognitive and Experimental Economics Laboratory (CEEL) del Dipartimento di Economia e Management assieme al collega Luigi Mittone e ad Eugenio Verrina (GATE-LAB, Lione) abbiamo studiato l’interazione tra onestà dei contribuenti e onestà dei controllori. La metodologia utilizzata è quella dell’esperimento economico di laboratorio: i partecipanti effettuano scelte in un contesto stilizzato che cattura gli elementi essenziali del fenomeno studiato e le scelte dei partecipanti definiscono un guadagno monetario effettivamente corrisposto al termine della partecipazione.
La principale manipolazione controllata dello studio riguardava la possibilità per il controllore di effettuare ispezioni fiscali che violassero la norma deontologica sulla frequenza di tali controlli.
Lo studio ha messo in evidenza come la fedeltà fiscale dei contribuenti fosse accresciuta dalla presenza di frequenti ispezioni fiscali, anche quando queste violavano palesemente la regola deontologica. I partecipanti hanno quindi mostrato di tollerare un comportamento disonesto del controllore che comunque portava ad un maggior beneficio sociale. Il comportamento virtuoso dei contribuenti continuava poi anche quando il controllore era obbligato ad aderire alla norma deontologica di controllo e la frequenza dei controlli avrebbe dovuto incoraggiare l’infedeltà fiscale. 

Moralità, altruismo e limiti cognitivi sono elementi imprescindibili di una teoria descrittiva della scelta umana. L’economia comportamentale fornisce una piattaforma per lo studio delle decisioni economiche che integra l’approccio analitico formale tipico dell’economia e intuizioni di tipo psicologico. Tale piattaforma, unita agli studi di tipo empirico e sperimentale, permette una miglior comprensione delle scelte umane e la definizione di meccanismi di scelta che promuovano l’evoluzione di comportamenti virtuosi per l’individuo e la collettività. 

Lo studio citato è il seguente: 
Mittone, L., Ploner, M., Verrina, E. (2021) “When the state does not play dice: aggressive audit strategies foster tax compliance” in Social Choice and Welfare (Springer)


The importance of being earnest
A behavioral economics study on compliant taxpayers, controls and benefits

by Matteo Ploner
Associate Professor of the Department of Economics and Management of the University of Trento.

This is how Richard Thaler, Nobel Prize Laureate in Economic Sciences, describes the relationship between behavioral economics and conventional economics:

"The problem is with the model being used by economists, a model that replaces homo sapiens with a fictional creature called homo economicus, which I like to call an Econ for short. Compared to this fictional world of Econs, Humans do a lot of misbehaving, and that means that economic models make a lot of bad predictions […]"
(Richard H. Thaler, Misbehaving. The Making of Behavioral Economics, 2015 W.W. Norton & Company).

Behavioral economics is about the decisions made by Sapiens, which are often very different from the decisions made by Econs, fictional creatures, champions of rationality, who aim to egoistically maximize their personal well-being. The choices made by Sapiens are influenced by cognitive biases and simplified decision-making (heuristics) which make the differences compared to Econs predictable and modellable.

One of the themes that have recently attracted the attention of behavioral economists is the conflict between personal economic advantage and honesty. In many situations there is a conflict between the maximization of personal economic advantage and compliance with a code of conduct. In the area of tax compliance, for example, there is a personal economic advantage for individuals in minimizing their tax payments, and the deterrent effect of sanctions, when implemented, is not always effective. The taxation example can be extended to other areas in which there are laws that mitigate personal interest in favor of a collective interest (the protection of the environment, a health emergency, etc.).

An individual who is not very likely to take risks, but willing to maximize their personal economic advantage, may therefore be likely to misreport in order to evade taxes. This will lead to a situation in which there is less collective well-being, compared to a scenario in which everyone pays their taxes.

Many empirical and laboratory findings however suggest that individuals do not like to lie and that, based on the importance that is given to honesty, there is a spectrum of possible behaviors beyond the selfish maximization of personal well-being.

In a recent study conducted at the Cognitive and Experimental Economics Laboratory (CEEL) of the Department of Economics and Management with colleague Luigi Mittone and Eugenio Verrina (GATE-LAB, Lion), we investigated the relationship between taxpayer's honesty and the honesty of tax agents. We followed the typical methodology of an economics experiment in laboratory: the participants make their choices in a fictional setting which includes the essential elements of the investigated phenomenon, and are actually paid based on the choices they make at the end of the exercise.

The main experimental manipulation in our study was the possibility for tax agents to implement as many inspections as they liked, thus breaking the rules on the frequency of controls.

Our findings show that tax compliance increased when the frequency of inspections increased, including when these were conducted in violation of the rules. The participants therefore accepted the dishonesty of tax agents, which however led to increased collective benefit. The taxpayers' compliant behavior continued even when the tax agents were obligated to comply with the inspection code of conduct and the frequency of inspections should have encouraged them not to comply. 

Morality, altruism and cognitive biases are crucial elements of a descriptive theory of human decision making. Behavioral economics provides a platform for the study of economic decision-making which integrates the formal analytical approach of conventional economics with psychological factors. This platform, together with empirical and experimental studies, provides for a better understanding of human choices and for a definition of decision-making mechanisms that promote the development of conducts that are beneficial to individuals and society. 

About the study: 
Mittone L., Ploner M., Verrina E. (2021) "When the state does not play dice: aggressive audit strategies foster tax compliance", in Social Choice and Welfare (Springer).

[Traduzione Paola Bonadiman]