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Storie

LAVORARE A LONDRA COME DATA ANALYST PER TWITTER

Alberto Parrella, alumno UniTrento, racconta il suo percorso

22 febbraio 2017
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di Greta Braga
Lavora presso l’Ufficio Job Guidance dell’Università di Trento

Alberto Parrella, laureato in Innovation Management nel 2015, ha 25 anni e attualmente lavora a Londra come data analyst per Twitter.

Alberto, ci racconti come si è svolto il tuo percorso accademico e lavorativo che ti ha portato all'attuale lavoro?
Il mio percorso accademico è stato caratterizzato da esperienze diverse in ambiti diversi, sempre con un focus sugli aspetti manageriali (e in particolare marketing). Mi sono iscritto a Economia e Management all’Università di Trento e mi sono candidato, con successo, al Percorso di eccellenza. Ho vissuto e studiato per diversi mesi in Finlandia come studente Erasmus e grazie a un professore del Percorso di eccellenza ho partecipato (e vinto) al Ciber Business Case alla University of Connecticut, come membro di un team internazionale. Ho poi intrapreso il corso di laurea magistrale sempre a Trento in Innovation Management: un programma congiunto tra UniTrento e Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Grazie a questo corso mi sono avvicinato al mondo tech and digital, interessandomi a tutto ciò che andasse fuori dagli schemi consueti dei mercati. Nel frattempo, sempre grazie a un docente del mio corso, ho preso parte a progetti di start up che mi hanno permesso di viaggiare tra Stati Uniti (al Virginia Tech il gruppo di studenti UniTrento ha vinto un premio di 25 mila dollari!) ed Europa (Start-Up Program JAEurope). Dopo aver conseguito la laurea magistrale ho svolto uno stage in product marketing presso L'Orèal Italia. Questa esperienza mi ha insegnato moltissimo. Mi è stato proposto di rimanere, ma la mia passione per il tech da un lato e il bisogno che sentivo di rafforzare ancora le mie competenze nell’ambito dell’analisi quantitativa dall’altro, mi hanno portato a propormi a Twitter e sono stato scelto.

In cosa consiste il tuo lavoro? Quali sono gli aspetti che ti piacciono di più?
Mi occupo di ricercare pattern tra dati categorizzati che possano favorire un migliore sviluppo della piattaforma e un migliore ritorno per terze parti che su Twitter svolgono campagne pubblicitarie e di promozione. Costruisco modelli e metriche per definire il ritorno sull'investimento che operazioni interne ed esterne possano avere sulla piattaforma. Il mio focus è sul mercato italiano, tedesco, UK e sui domini News e Sport. Sono contento di lavorare per una realtà come Twitter sia perché l’ambiente di lavoro è informale sia perché il mio lavoro viene valorizzato: è una grande soddisfazione quando le mie raccomandazioni vengono prese in considerazione e producono proprio l’effetto che avevo predetto.

Com’è nato il tuo interesse per l'analisi dei dati? 
Da sempre il mio interesse è stato nell'ambito del marketing e business development. Queste attività, tuttavia, si basano sulla marketing intelligence e sulla comprensione del ritorno che ogni singola attività possa avere sul prodotto/servizio, sui canali di distribuzione e sulla promozione. Da qui il mio interesse nello sviluppare un approccio quantitativo ai problemi, da congiungere a quello qualitativo di interpretazione dei risultati. 

Quanto è importante il percorso accademico che hai svolto per il tuo lavoro?
È stato decisamente rilevante, specialmente perché ho imparato l’importanza di non limitarsi all'aspetto teorico di quanto imparato e all'utilità che questo può avere in diversi ambiti (anche lontani dal corso universitario). Ci sono inoltre alcune conoscenze statistiche e ragionamenti critici che non avrei mai sviluppato se non fosse per quanto imparato durante il mio percorso accademico.

Quali consigli daresti a uno studente neo-immatricolato che aspira a lavorare nel tuo stesso ambito?
Agli studenti neo-immatricolati consiglio di essere molto flessibili nella ricerca del lavoro, capaci di rischiare, di andare all'estero, di essere aggiornati e soprattutto di essere pronti ad accettare qualche no. Successivamente, dal lato tecnico, consiglio di tenere conto di quelli che sono i requisiti richiesti (requirement): ottima conoscenza della lingua inglese (possibilmente anche una seconda lingua), curiosità per l'ambito lavorativo (nel mio caso tech) e preferibilmente un’esperienza all'estero. In poche parole, consiglio di non aver paura di provare e di farlo con coscienza. Ottenere un colloquio è più probabile di quanto si possa credere.