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Storie

A LEZIONE DI CHIMICA DALLA NATURA

Graziano Guella si racconta: dai progetti di ricerca alla Medaglia Quilico

15 ottobre 2018
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Graziano Guella
di Graziano Guella
Professore di Chimica organica presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento.

Un punto fermo del mio lavoro di ricercatore è sempre stato quello di considerare che solo un approccio rigoroso può produrre risultati affidabili e solo se questi rappresentano un oggettivo avanzamento, piccolo o grande che sia, nello stato delle conoscenze scientifiche pregresse di quell’argomento si può arrivare a un buon prodotto scientifico. 

Con il mio gruppo di ricerca abbiamo iniziato negli anni ’90 a lavorare a un progetto su prodotti naturali marini isolati da alghe rosse che ci ha portato a proporre un nuovo meccanismo biogenetico che ne spiegava la biosintesi. La nostra proposta si è dimostrata molto potente in quanto non solo ci ha permesso di arrivare a una robusta classificazione filogenetica (dove anche i descrittori genetici macromolecolari come 18S rDNA fallivano), ma anche di correggere strutture molecolari di composti analoghi pubblicate in quegli anni da altri ricercatori. Un aspetto importante del lavoro del ricercatore è quello di non fermarsi alle apparenze e di non dare per scontati risultati già noti in letteratura quando si lavora alla definizione strutturale completa di una nuova molecola (naturale o sintetica). Nella risoluzione di una nuova struttura molecolare non basta infatti definire la corretta connettività e disposizione tridimensionale degli atomi che la costituiscono, ma occorre anche capire se essa gode di gradi di libertà interni (conformazioni in gergo) grazie ai quali esiste di fatto come miscela di tante strutture, chimicamente diverse, connesse tra loro da equilibri veloci alle temperature ordinarie e spesso anche veloci rispetto alla scala di osservazione temporale di molte tecniche spettroscopiche. 

Un secondo filone di ricerca innovativo al quale abbiamo lavorato riguarda una nuova classe di composti naturali, da noi chiamati poliarsenicali, che abbiamo isolato nel 2006 e caratterizzato nel nostro Laboratorio, soprattutto grazie al grande lavoro della collega Ines Mancini che tuttora è molto attiva su questa linea di ricerca. Lavoravamo sull’arsenico che chimicamente è una sorta di Caino, inteso come fratello cattivo del buon Abele, il fosforo, e quindi una sorta di surrogato del fosforo stesso in diverse classi di composti naturali. Benché composti organici con un atomo di arsenico fossero già noti, nessuno aveva mai neppure ipotizzato l’esistenza di scheletri molecolari contenenti 4 atomi di arsenico come da noi scoperti in questi poliarsenicali (chiamati anche arsenicine). Il fascino di questa storia è certamente legato alla terribile fama dell’arsenico (di cui si trovano illustri esempi anche e soprattutto nella letteratura non scientifica) ma, in ambito più strettamente scientifico, è il primo caso di una struttura risolta con un approccio davvero integrato tra semplici misure spettroscopiche in Raman e Infrarosso (spettri vibrazionali) e semplici calcoli teorici dei modi normali di vibrazione molecolare di queste arsenicine. 

Chiaramente mi sono sentito molto onorato per aver ricevuto dalla Società Chimica Italiana la Medaglia Quilico 2018. Nella motivazione mi è piaciuto soprattutto la sottolineatura “[…]per lo sviluppo di approcci metodologici rigorosi ed innovativi” visto che, in 35 anni di carriera svolta soprattutto nel settore della chimica dei prodotti naturali, è stata caratteristica centrale verso cui ho indirizzato le mie ricerche.

Il 9 settembre scorso il professor Graziano Guella ha ricevuto la Medaglia Adolfo Quilico 2018, il prestigioso riconoscimento che la Divisione di Chimica organica della Società Chimica Italiana assegna annualmente a uno studioso che si sia distinto per ricerche nel campo della Chimica Bioorganica. Il premio gli è stato assegnato “per l’originalità e la varietà dei suoi contributi alla chimica dei composti organici naturali marini e terrestri di rilevanza biologica, ecologica e chemo-tassonomica, e per lo sviluppo di approcci metodologici rigorosi ed innovativi con interessanti applicazioni alle scienze “omiche” e allo studio dei processi biologici complessi”. Istituita nel 1984, la Medaglia Quilico è stata conferita a nomi illustri della comunità chimica nazionale e internazionale tra cui Vladimir Prelog (1985), Duilio Arigoni (1992), Gianfranco Cainelli (1993), Carlo Scolastico (2001), Vincenzo Balzani (2008) e Giovanni Appendino (2009).