Assemblea di Ateneo 2015. Sara Ferrari, Innocenzo Cipolletta, Paolo Collini. Foto Roberto Bernardinatti, archivio Università di Trento

Vita universitaria

CULTURA, CREATIVITÀ, CONOSCENZA

Intervista a Innocenzo Cipolletta sul tema di quest’anno dell’Assemblea aperta di Ateneo. Appuntamento il 21 giugno al MUSE

10 giugno 2016
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di Marinella Daidone
Lavora presso la Divisione Comunicazione ed Eventi dell'Università di Trento.

Il prossimo 21 giugno si svolgerà la quarta edizione dell’Assemblea aperta di Ateneo, dedicata quest’anno a “Cultura, creatività, conoscenza”. Un’iniziativa fortemente voluta dal presidente dell’Università di Trento Innocenzo Cipolletta, promotore dell’evento insieme al rettore Paolo Collini.

Presidente Cipolletta, l’Assemblea aperta di Ateneo è diventata un appuntamento annuale importante per l’Università e per il territorio. Ce ne può parlare?
Quest’iniziativa ha come obiettivo quello di stabilire una connessione forte tra l’Università e la comunità che la ospita ed è esplicitamente prevista dallo Statuto di Ateneo. Il modo nel quale noi abbiamo interpretato questa disposizione statutaria non è autocelebrativo ma operativo e concreto. Ogni anno scegliamo un tema che sviluppiamo insieme ai vari attori del territorio, promuovendo una serie di incontri e di iniziative, nell’intervallo tra l’ultima assemblea e la successiva, che costituisce il filo conduttore del raccordo tra l’Università e la comunità trentina. 

Negli anni scorsi tra i temi affrontati ci sono stati il mondo della scuola e del volontariato, il capitale umano e la ricerca, l’impresa e il mondo del lavoro. L’Assemblea diventa quindi il momento culminante di un rapporto tra Università ed enti, associazioni, istituzioni, soggetti pubblici e privati che operano sul territorio, in maniera tale da confrontarci con loro, vedere quello che facciamo insieme, valutare insieme se siamo soddisfatti di queste collaborazioni, se ci sono aspetti da migliorare e nuove iniziative da portare avanti. 

Il tema di quest’anno è “Cultura, creatività, conoscenza”. Perché questo tema e come si può declinare?
Può sembrare un tema quasi tautologico perché l’Università è cultura, quindi siamo nel nostro campo. Quello che abbiamo voluto mettere in evidenza si focalizza su come l’Università faccia cultura nel territorio - al di là delle attività didattiche per gli studenti - quando si rivolge con le sue proposte a tutta la comunità, a tutti i cittadini. Abbiamo voluto incontrare il mondo della cultura trentina, referenti di musei, biblioteche, associazioni e altri soggetti che svolgono attività di carattere teatrale, musicale, di tutela del patrimonio culturale (per citarne solo alcune) per parlare dei progetti che stiamo portando avanti e di come migliorarli e incrementarli. Abbiamo fatto diversi incontri nei mesi scorsi, fino a giugno, e ne parleremo durante l’Assemblea evidenziando ciò che è emerso.

Come sta cambiando il concetto di cultura? Penso ad esempio agli studenti universitari e ai cosiddetti “millennials”? 
Sicuramente vi sono due componenti forti, una è la tradizionale componente generazionale e l’altra riguarda la tecnologia. I figli sono sempre diversi dai genitori e quindi è evidente che c’è una diversità di approccio alla cultura. Da questo punto di vista l’università rappresenta un tramite poiché fa dialogare generazioni diverse: quella dei professori (che spesso sono anche genitori) e quella degli studenti (ragazzi e ragazze).

Il salto generazionale coincide questa volta anche con un forte salto tecnologico. Infatti il divario è ancora maggiore perché la tecnologia è estremamente avanzata, comporta enormi cambiamenti, soprattutto nel campo della comunicazione e quindi della cultura. Se pensiamo alla rivoluzione digitale, che è tuttora in corso, ai nuovi mezzi di diffusione dell’informazione, ai nuovi mezzi di godimento dei fattori di carattere culturale, dobbiamo riconoscere che c’è una netta separazione tra il mondo dei giovani (i cosiddetti “millennials”) e i loro genitori o le generazioni precedenti. Non c’è discontinuità tuttavia, perché la tecnologia spesso rivaluta la cultura di carattere più tradizionale con nuovi mezzi e modalità. Qui risiede un compito importante comune alla società e all’università: quello di dominare questi mezzi e di non farsi dominare dai mezzi stessi. Io credo che questo sia fondamentale, anzi penso che questi strumenti potranno far crescere lo spessore culturale delle generazioni future proprio perché hanno una capacità di diffusione tale che prima non conoscevamo. In passato la cultura era rivolta a un’élite, a un numero chiuso di soggetti, ma da quando è arrivata la radio, poi la televisione e ora i mezzi offerti dalla rete, la diffusione della cultura è diventata capillare.

La cultura ha anche i suoi luoghi. Quest’anno l’Assemblea cambia sede. Tra i “luoghi” della cultura è stato scelto il MUSE. 
Mi fa piacere parlare di luoghi perché questo è stato anche il tema del Festival dell’Economia, un evento culturale ed economico che si è svolto a Trento dal 2 al 5 giugno. L’edizione 2016 del Festival è stata incentrata su “I luoghi della crescita”: come gli ambienti che ci circondano possono consentire una crescita sia economica che culturale.

Il “luogo” scelto per l’Assemblea di quest’anno è il MUSE con il quale abbiamo un legame continuo. Il Rettorato dell’Università si trova oggi a Palazzo Sardagna, già sede del museo di scienze naturali; il presidente del MUSE è un nostro collega, il professor Marco Andreatta. Ma se abbiamo scelto il MUSE come sede dell’Assemblea è perché rappresenta un’operazione di successo che attira molti giovani e li avvicina alla scienza. È quindi un luogo deputato per diffondere la cultura e noi abbiamo voluto rendere omaggio a questo luogo in maniera tale che l’Assemblea, anche visivamente, dia testimonianza del legame che c’è tra Ateneo, territorio, cultura e persone che lavorano nel campo della cultura.