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Vita universitaria

28 aprile. Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro

Agire insieme per costruire una cultura positiva della sicurezza e della salute

27 aprile 2022
Versione stampabile
di Matteo Largaiolli
Ufficio Stampa e Relazioni Esterne dell'Università di Trento

Con quasi 122mila denunce di infortunio e 144 morti sul lavoro solo nei primi due mesi del 2022, la sicurezza nel mondo del lavoro è un tema sempre all’ordine del giorno. «Aumentano gli infortuni, anche gravi, sul posto di lavoro. E aumentano in modo preoccupante le malattie professionali», conferma Riccardo Ceccato, delegato del Rettore per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Sono dati che richiedono di intervenire: «È necessario un nuovo impegno per ridurre gli infortuni mortali del 50% entro il 2030».

«Le parole chiave sono coinvolgere e condividere», continua Ceccato. «Condividere una cultura della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro rendendo più operativi gli obiettivi, prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella degli altri. È una prospettiva a 360 gradi che tocca tutti gli aspetti che riguardano la sicurezza e la salute, come la progettazione degli edifici, l’organizzazione del lavoro, la gestione delle emergenze. E non ultimo il coinvolgimento di tutte le persone, con le loro individualità e le loro particolarità. A partire dalla formazione, un tema sempre in primo piano. Siamo in attesa di ricevere le nuove linee guida per disegnare la formazione in vista del nuovo Piano sulla sicurezza. Perché la sicurezza sul lavoro passa anche dalla formazione».

Un’occasione per tornare a parlare di sicurezza è la “Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro”, promossa dall’Organizzazione internazionale del lavoro per il 28 aprile. Quest’anno la giornata è dedicata ad agire insieme per costruire una cultura positiva della sicurezza e della salute. La giornata vuole così ribadire che importante è l’impegno di tutte le parti coinvolte: istituzioni, datori e datrici di lavoro, lavoratori e lavoratrici. Parti che godono ciascuna di diritti, doveri, responsabilità. L’obiettivo è superare l’idea che la sicurezza e la salute siano un problema legato all’emergenza, e pensarle invece come un modo naturale, normale di vivere la quotidianità nel mondo del lavoro.

Pensiamo ad esempio alla gestione dell’emergenza quando ci sono utenti con disabilità, permanente o temporanea. «L’idea di fondo è che la soluzione migliore, in caso di emergenza, la dà tutto il sistema edificio, pensato come un insieme di spazi, struttura architettonica e impianti, e delle persone che lo vivono», chiarisce Mirella Ponte, responsabile della Divisione ambiente e sicurezza dell’Università di Trento. «La risposta all’emergenza deve essere pensata in modo che sia adatta a tutte le persone, ciascuna con le sue specificità culturali, motorie, cognitive e sensoriali. Per segnalare un incendio, ad esempio, non si può usare soltanto un segnale acustico, perché una persona sorda non lo può sentire». Di questo si occupa un progetto dell’Università di Trento, “Per una sicurezza inclusiva”, proposto nel 2019 da Ponte. Un progetto che ha avuto visibilità anche a un recente convegno a Taormina. 

Questa sicurezza inclusiva si traduce in vantaggi molto più ampi, perché migliorare la risposta in emergenza per gli utenti con specifiche necessità significa realizzare e gestire edifici più sicuri per tutti. «Il sistema diventa quindi un sistema partecipato, proprio perché siamo tutti attori nell’emergenza, con la profonda convinzione che una sicurezza inclusiva è una sicurezza per tutti», conclude Ponte.

«La sfida – ricorda Marzia Filippi, responsabile dei Servizi di prevenzione e protezione – è conciliare la normativa, i nuovi modi di lavorare e le necessità poste da esigenze come la transizione ecologica, la digitalizzazione, la comunicazione, l’inclusione. Tra i prossimi passi dell’Ateneo per raggiungere standard più alti di sicurezza, ci sono ad esempio l’informatizzazione dei sistemi di gestione e l’utilizzo di tecnologie innovative per la formazione». 

Per rispondere a questa complessità, l’Ateneo ha cercato strumenti operativi e concreti. «Gli obiettivi devono essere condivisi dai diversi attori – spiega infatti Filippi. – Ognuno deve fare la propria parte in funzione del proprio ruolo facendo proprio il principio che la programmazione, che l’organizzazione delle misure di sicurezza devono fare parte integrante della gestione di strutture complesse quali i dipartimenti. Il confronto sui principi, sui metodi, sugli strumenti, la partecipazione e il dialogo si concretizzano anche attraverso tavoli di lavoro dove ciascun soggetto porta le proprie esigenze e le proprie conoscenze». Il tavolo di lavoro dedicato a “Sicurezza, differenze e inclusione è pensato proprio per individuare temi di interesse e obiettivi annuali realisticamente raggiungibili. È un’esperienza peculiare della nostra Università, che si muove in direzione della sicurezza inclusiva, nel rispetto delle differenze.

Giovedì 28 aprile 2022, in coincidenza con la giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro, si rinnovano le rappresentanze dei lavoratori per la sicurezza dell'Università di Trento per il triennio 2022/2025.