Primo giorno di lezione per 3300 matricole ©UniTrento ph. Federico Nardelli

Vita universitaria

Nuovo anno accademico: la parola agli studenti

Intervista a Edoardo Giudici, presidente del Consiglio degli studenti

22 settembre 2022
Versione stampabile
di Alessandra Saletti e Daniele Santuliana
Ufficio Stampa e Relazioni esterne

Sono più di 3300 le matricole che nei giorni scorsi hanno vissuto l’emozione del primo giorno di lezione a UniTrento. Con loro, stanno rientrando gradualmente in aula le altre migliaia di studenti e studentesse iscritti al nostro ateneo. Una comunità che lo scorso anno accademico ha superato di poco le 16mila persone.

Lunedì scorso, il rettore Flavio Deflorian e la presidente dell’Opera Universitaria, Maria Laura Frigotto, hanno visitato numerosi dipartimenti e centri per portare un saluto e l’augurio di un proficuo anno accademico ai ragazzi e alle ragazze che stanno iniziando un nuovo percorso di studi. Edoardo Giudici, presidente del Consiglio degli studenti - ©UniTrento ph. Federico Nardelli

Con loro, il presidente del Consiglio degli studenti, Edoardo Giudici, a cui UniTrentoMag ha rivolto alcune domande, per capire come le nuove generazioni di studenti e studentesse stanno vivendo l’inizio dell’anno accademico, quali sono i loro bisogni e come l’Università può rispondere nel modo migliore alle esigenze nate nel post-pandemia.

Come è andato il benvenuto alle matricole? Come stanno vivendo questa esperienza i nuovi studenti e le nuove studentesse?

«È andato molto bene. Ho trovato ragazze e ragazzi emozionati, ma con tanta voglia di iniziare questa nuova avventura. Considerando che il 65% degli iscritti a UniTrento sono fuori sede, per molti di loro si tratta non solo di iniziare un nuovo percorso di studi, ma anche di cominciare una nuova vita in una città diversa rispetto a quella in cui sono cresciuti. A volte questa è la prima esperienza fuori casa. Lunedì, mentre salutavamo le matricole di Giurisprudenza, ho pensato a quando cinque anni fa, ero al loro posto, seduto negli stessi banchi».

Come sono cambiati i bisogni della comunità studentesca?

«Un fattore determinante è stato senza dubbio il Covid, sicuramente la pandemia ha fatto da spartiacque. Quest’anno vedo molta voglia di vita e socialità. Martedì scorso, per fare un esempio, c’erano tre aperitivi studenteschi in contemporanea – a Giurisprudenza, a Sociologia e a Sanbàpolis – tutti molto affollati. C’è voglia di stare insieme e di conoscersi».

Ecco, primo anno senza restrizioni legate al Covid: cosa rimane di quanto abbiamo vissuto durante la pandemia?

«La pandemia ci ha fatto imparare tanto e ora il rischio è di disperdere quel patrimonio di esperienza. Penso, in particolare, al tema della didattica a distanza. Come rappresentanti, siamo assolutamente favorevoli alla didattica in presenza. In alcune situazioni, però, la didattica a distanza è una risorsa preziosissima. Credo che i docenti dovrebbero essere più attenti a questo tema e l’Università potrebbe attivarsi per sensibilizzarli».

Quali sono i temi su cui state lavorando come rappresentanti degli studenti e delle studentesse negli organismi dell’Università?

«I temi sono tanti. Noi presidiamo con particolare attenzione quello dei servizi. Con il consiglio di amministrazione, ad esempio, abbiamo rinnovato per altri due anni il provvedimento sulla libera circolazione, vale a dire l’abbonamento che con soli 50 euro permette di utilizzare per un anno intero i trasporti pubblici sul territorio della provincia. Per quanto riguarda la didattica, invece, stiamo lavorando su due fronti: uno è la carriera part time, per aiutare chi – per qualsiasi motivo – ha difficoltà a seguire le lezioni standard; l’altro fronte sono le misure di supporto alla didattica con linee guida per i docenti su come comportarsi con studentesse e studenti che non possono frequentare in presenza. Saranno però linee guida e non regolamenti, quindi con effetti limitati».

Un consiglio per chi inizia a studiare a Trento?

«Vivere appieno l’esperienza universitaria: frequentare le lezioni, andare a studiare in biblioteca, usare i servizi dell’Università, magari entrare in qualche associazione studentesca, uscire la sera, vivere Trento, visto che tanti sono i fuorisede che arrivano nella nostra Università».

Quali sono i canali per chi fosse interessato a mettersi in contatto con le rappresentanze studentesche?

«Tutte le rappresentanze nei dipartimenti sono nei gruppi WhatsApp e Telegram e lì mantengono i contatti con studenti e studentesse. Ci sono poi le pagine e i profili social, in particolar modo Instagram, utilissimi per informare e ricevere segnalazioni. Ricordo poi i canali delle associazioni studentesche, la newsletter mensile della rappresentanza e la mia mail presidenteconsigliostudenti [at] unitn.it».