La Pride progress flag. Foto Adobe Stock

Vita universitaria

17 maggio, più valore alla diversità

UniTrento si prepara a celebrare la Giornata internazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia

11 maggio 2023
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di Daniele Santuliana
Ufficio Stampa e Relazioni esterne

Il 17 maggio ricorre la Giornata internazionale contro l’omolesbobitransfobia. L’Università di Trento lavora da tempo per costruire un ambiente inclusivo verso ogni forma di diversità, anche quelle legate all’identità di genere e all’orientamento sessuale. Ne parliamo con Barbara Poggio, prorettrice alle politiche di equità e diversità, e con Consuelo Daud Gonzalez, delegata del Consiglio degli studenti.

Istituita ufficialmente nel 2007 dall’Unione europea, la Giornata internazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia punta a sensibilizzare su quanto ci sia ancora da fare per la piena inclusione delle persone Lgbtqi+. L’Università di Trento lavora da tempo in questa direzione mettendo in campo una serie di iniziative rivolte alla comunità accademica e alla cittadinanza.

«UniTrento – ci dice la prorettrice alle Politiche di Equità e Diversità Barbara Poggio – è impegnata a contrastare le discriminazioni e a promuovere una cultura aperta e inclusiva nei confronti delle molte diversità presenti all’interno dell’Ateneo, così come della società in generale. Un impegno che abbiamo voluto formalizzare nel Piano strategico e nel Piano triennale di azioni positive».

Accanto alle azioni messe in campo contro mobbing, straining, molestie e discriminazioni, ce ne sono quindi di più specifiche per la tutela delle persone Lgbtqi+ e per la promozione di una cultura più inclusiva: «Tra queste – prosegue Poggio – ricordo il "Glossario Lgbtqi+ UniTrento", uno strumento utile a orientarsi tra le parole legate alle differenze che riguardano orientamento sessuale e identità di genere, ma anche le iniziative formative dedicate al personale tecnico amministrativo e l’attivazione dell’identità alias».

Il giudizio sulla situazione delle persone Lgbtqi+ all’Università di Trento è generalmente positivo anche per la rappresentanza studentesca: «La situazione a UniTrento è migliore rispetto ad altri atenei, anche se, come rappresentanza, vogliamo continuare a lavorare affinché tutta la comunità studentesca possa sentirsi sempre più a proprio agio», ci dice Consuelo Daud Gonzalez, delegata del Consiglio degli studenti per i temi di Equità e Diversità.

Accanto alle luci, vi sono però alcune ombre: «Un problema sentito dalla comunità universitaria – ci dice Daud Gonzalez – è quello dei bagni 'gender neutral', cioè fruibili a prescindere dal genere. Vorremmo che fossero istituiti all’interno di ogni dipartimento. Si tratta di un piccolo accorgimento, capace però di scardinare stereotipi e di lanciare un messaggio significativo a chi non si identifica nel binarismo di genere».

Un altro tema importante su cui continuare a lavorare è quello della carriera alias, il percorso rivolto a persone transgender o di genere non conforme.

Barbara Poggio: «L’Università di Trento è stata tra i primi atenei in Italia ad attivare già nel 2015 l’identità alias, ovvero la possibilità per chi non si riconosce nel genere assegnato alla nascita di usare un profilo alternativo, anche grazie al doppio libretto. Il passaggio al digitale ci ha creato qualche difficoltà, ma nel 2020 è stato completato anche l’obiettivo dell’identità alias digitale, perfezionato poi con l’attivazione dell’UniTrentoApp. A oggi, questa opportunità è stata utilizzata da 15 persone e si prevede di avviare a breve un monitoraggio per una prima valutazione».

Sull’identità alias, e in generale sulla tutela delle persone trans, permangono però alcune criticità. Consuelo Daud Gonzalez: «Una parte del personale docente continua a chiedere il documento d’identità sul quale – fino alla rettifica anagrafica – è indicato il "dead name" (il nome assegnato alla nascita, ndr). Inoltre, l’Opera Universitaria, che in provincia di Trento garantisce il diritto allo studio, solo di recente ha introdotto questa possibilità per l'accesso alle mense e sta ancora lavorando sugli altri servizi».

Nel frattempo, l’Ateneo e la comunità universitaria si preparano a vivere il Dolomiti Pride, la grande festa per l’orgoglio Lgbtqi+ che il prossimo 3 giugno animerà Trento e che l’Università ha scelto di patrocinare.

«Il Dolomiti Pride è una manifestazione pubblica mirata a celebrare l'accettazione sociale e l'auto-accettazione delle persone Lgbtqi+ e dei relativi diritti civili e legali – dice Poggio –. Il Senato accademico ha deciso di accogliere la richiesta di riconoscimento del patrocinio pervenuta da parte della comunità accademica, e in particolare dalle rappresentanze studentesche, riconoscendo la rilevanza di queste istanze e la coerenza con i principi di equità e valorizzazione delle differenze a cui si richiama».

«Le due principali associazioni studentesche stanno partecipando attivamente all’organizzazione del pride – aggiunge Daud Gonzalez –. Ma voglio invitare chiunque sia interessato a dare una mano a partecipare all’evento come volontario».

Vieni come sei
Il Servizio di Consulenza psicologica dell’Università di Trento ha attivato uno sportello dedicato a chi vive difficoltà legate a orientamento sessuale e identità di genere. L’intento è rispondere ai bisogni delle persone Lgbtqi+, spesso sottoposte a situazioni di stress, ansia e depressione che possono influire sulla sfera personale ma anche su quella accademica, aumentando, ad esempio, il rischio di ritiro dagli studi. È possibile contattare lo sportello compilando il form Chiedi aiuto - Ask for help, scrivendo a consulenzapsicologica.studenti [at] unitn.it, oppure telefonando allo 0464 80 81 16 dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 17.30 (negli altri orari è attivo il servizio di segreteria telefonica).