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Vita universitaria

Vincere l’ansia e affrontare gli esami con serenità

Metodi per gestire lo stress e supporto psicologico

27 maggio 2019
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di Pierfrancesco Mattiolo
Studente del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza, collabora con il Servizio Orientamento come studente orientatore.

Nel mese di aprile si è svolto GREAT! (Get Ready for Exams Advanced Training), un ciclo di tre seminari organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza e dal Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive, con il patrocinio del Progetto strategico d’Ateneo Nuove Strategie per la Formazione.
 
“GREAT vuole aiutare gli studenti ad acquisire tutti gli strumenti necessari ad affrontare al meglio e con serenità gli esami, imparando ad attivare tutte le risorse personali necessarie, soprattutto durante gli orali", spiega la dottoressa Letizia Mingardo, coordinatrice dell’iniziativa e responsabile scientifico della stessa, insieme al professor Paolo Sommaggio.“Il primo incontro è stato dedicato alla mente, all’argomentazione, a come progettare al meglio le risposte del colloquio orale e comunicare bene le proprie conoscenze. Nel secondo seminario abbiamo riflettuto sul corpo e su come stiamo nello spazio: l’esame orale in fondo è una performance davanti a un pubblico e a una giuria. Abbiamo affrontato questo tema con l’aiuto di Michele Comite, performer, regista ed esperto di comunicazione non verbale. Infine, nel terzo incontro, abbiamo esplorato la psiche e i metodi per gestire l’ansia e lo stress che possono accompagnare un esame.”
 
Abbiamo chiesto a Carolina Coco e Oliviero Facchinetti, assistenti alla ricerca del Laboratorio di Osservazione Diagnosi e Formazione (ODFlab) del Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università di Trento, che sono intervenuti come relatori nel corso del terzo incontro di GREAT!, di parlarci proprio dell’ansia da esame.
 
Da studente, so bene cosa voglia dire essere in ansia per un esame! Ma, in realtà, cosa causa l’ansia? In cosa consiste?
Gli studenti arrivano all’università e trovano un contesto allargato rispetto alle superiori, un contesto che richiede prestazioni diverse. Si sente un po’ il peso di essere diventati grandi, delle nuove aspettative che abbiamo verso noi stessi. Questa situazione genera l’ansia, un fenomeno che consuma parte delle nostre energie e ostacola l’impegno che ci mettiamo nello studio e nel sostenere al meglio l’esame, facendoci a volte ottenere risultati al di sotto del lavoro che abbiamo fatto.
L’ansia è una reazione a un pericolo percepito. Durante un esame ci sentiamo messi in discussione e temiamo di non essere all’altezza, di rimanere delusi. Questa paura potrebbe spingerci a “fuggire”, rimandando lo studio al giorno dopo o l’esame all’appello successivo. L’ansia ha una causa diversa a seconda del tipo d’esame: in un esame orale, proviamo un’ansia da rapporto, ci sentiamo giudicati dal professore; in un esame scritto, invece, potremmo provare un senso di solitudine, dovendo affrontare la pagina bianca tutta da soli.
 
Quali periodi della vita universitaria sono più a rischio d’ansia?
L’inserimento al primo anno di triennale, ma anche di magistrale, è forse il periodo più difficile. Il cambio di contesto ci porta a metterci in discussione. Magari abbiamo il dubbio di aver scelto il percorso di studi sbagliato oppure non riusciamo a inserirci bene a Trento, se siamo fuorisede e ci allontaniamo da famiglia e amici. Dopo il primo anno, ci sono altri momenti più delicati: gli esami, naturalmente, ma anche la fase di scrittura della tesi.
Anche l’Erasmus può essere un periodo difficile: il cambio di città e di cultura possono essere uno shock. Per questo l’Università ha attivato un supporto “a distanza” per gli studenti all’estero: l’advisory service for Italians abroad. Si può contattare il servizio via mail e svolgere il percorso di incontri dall’estero, via Skype.
 
Quindi provare un po’ d'ansia è naturale. Non ci sono problemi ad ammettere di essere in difficoltà, né a chiedere una mano.
Esatto. Oltre a questa iniziativa, ogni studente può rivolgersi gratuitamente al Servizio di Consulenza psicologica per affrontare con uno psicologo le questioni e le difficoltà che in quel momento sta vivendo. L’Ateneo organizza anche degli incontri a piccoli gruppi a cadenza settimanale per imparare a gestire l’ansia e sviluppare strategie per la gestione dello stress.
Negli ultimi anni l’atteggiamento verso questo tipo di servizi è cambiato, molti studenti si rivolgono allo sportello per chiedere un aiuto senza per questo sentirsi fragili. Chiedere una mano non è un segno di debolezza, dimostra anzi che possediamo il coraggio per affrontare il problema.