Archivio dell'Università di Trento.

Vita universitaria

Uni&Me: una stanza tutta per me

Sette nuovi spazi protetti in Ateneo per allattamento ed esigenze di salute

30 agosto 2019
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di Daniela Costantini
Lavora presso la Divisione Comunicazione ed Eventi dell’Università di Trento.

Un progetto dedicato al benessere di chi studia e lavora all’Università di Trento: a maggio scorso l’Ateneo ha inaugurato sette spazi protetti per le esigenze di allattamento e di salute, come l'assunzione di terapie. All’ingresso di ciascuna sede si trova un pannello informativo che illustra il percorso Uni&Me da seguire per raggiungere la saletta appositamente allestita. Un progetto che ha coinvolto diverse componenti dell’Ateneo: coordinato dall’Ufficio Equità e Diversità, è stato sviluppato dai Servizi di Architettura della Direzione Patrimonio immobiliare in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica. Dopo le università di Bologna e Salerno, anche Trento tra le prime in Italia a garantire degli ambienti di cura all’intera sua comunità.

“Si tratta di un’iniziativa che vuole andare incontro alle esigenze delle persone della nostra comunità che avendo un momento della loro vita in cui devono coniugare necessariamente maternità e lavoro, o comunque impegni professionali, possono trovare uno spazio adeguato dove è garantita la loro tranquillità”, sostiene il rettore Paolo Collini. “È un segnale, un preciso impegno che può far sì che i disagi naturali, legati al bisogno di privacy in particolari situazioni come l’allattamento o l’assunzione di un farmaco, possano essere ridotti e resi compatibili con la normale vita quotidiana.”

Questo piano si colloca all'interno di un insieme di azioni che l'Università di Trento ha portato avanti negli ultimi anni, nell'ottica di migliorare il benessere lavorativo dei dipendenti e della comunità in senso lato. Nei luoghi dell’Ateneo lavorano e studiano molte persone, ma non dobbiamo dimenticare i tanti ospiti che circolano all'interno degli ambienti universitari a vario titolo. C'è un forte investimento da parte dell’Ateneo a proposito di temi riguardanti conciliazione e ascolto delle esigenze dei membri dell’Università. “Tra queste esigenze alcuni anni fa – sottolinea Barbara Poggio, prorettrice alle politiche di equità e diversità – è emersa, da parte di alcune colleghe e studentesse, l’esigenza di avere uno spazio per allattamento. Abbiamo quindi progettato sette spazi, sparsi logisticamente nelle diverse sedi UniTrento e pensati non esclusivamente per l'allattamento, ma per rispondere anche a varie esigenze di cura, in modo che le persone che ne hanno bisogno (come chi necessita di auto-terapie) non siano per questo costrette a utilizzare i bagni delle strutture”.

La realizzazione di questo progetto è stato un lavoro di squadra, lungo e articolato, reso non semplicissimo proprio dalla scelta degli spazi da utilizzare. “Riuscire a collocare questi luoghi in ambienti già esistenti con una cornice architettonica non adeguata e destinate ad altro è stata una sfida, ma i risultati sembrano essere davvero ottimali”. Spiega Michela Favero, responsabile dei servizi di architettura dell’Ateneo e che si è occupata della parte di design e progettazione degli spazi.

Gli spazi protetti, considerati spazi-pilota in questa prima fase, sono stati pensati a servizio delle strutture universitarie di collina, di città e di Rovereto: sono stati allestiti al Polo di Mesiano, a Povo (Polo Ferrari 1), a Palazzo Paolo Prodi, al Palazzo di Giurisprudenza, alla Biblioteca universitaria centrale e, per quanto riguarda Rovereto, a Palazzo Fedrigotti e a Palazzo Istruzione.

Il progetto grafico è stato fondamentale per il riconoscimento immediato e al contempo ‘discreto’ degli spazi, in modo da non costringere le persone ad esporsi per chiederne l'ubicazione.  Nella predisposizione del progetto si è potuto contare sull'esperienza e le competenze interne al Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica, con il coordinamento di Giovanna Massari: “Questo progetto è stato l’avvio di una bellissima esperienza che, ci auguriamo, si svilupperà e crescerà in futuro. L'immagine mentale dalla quale siamo partiti per generare il concept è rappresentato dal Nautilus, che - con la sua forma naturale di conchiglia - ha ispirato l'idea di inclusione e di accoglimento. Il suo tracciamento geometrico ci ha portati all'individuazione non solo del logo, ma dell'intera cartellonistica”.

Per la grafica dell'iniziativa è stata usata l'immagine del Nautilus che racchiude le quattro icone delle funzioni garantite in questi spazi protetti e la chiave per indicare la riservatezza. I pannelli informativi infine illustrano il percorso per raggiungere le salette appositamente allestite con lo slogan dal significato bilingue"Uni&Me".

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