L’Ufficio formazione del Sistema Bibliotecario di Ateneo dell’Università di Trento si occupa dell’organizzazione e della realizzazione di corsi e lezioni sulla ricerca bibliografica e sulle regole basilari della scrittura scientifica.
L’Università mette a disposizione di studenti e docenti, tramite le sue cinque biblioteche, un patrimonio molto vasto che comprende libri, riviste, articoli, dati numerici e statistici, immagini e altre tipologie di documenti. Per lo più queste fonti di informazione si trovano in cataloghi e banche dati: dal momento che questi ultimi hanno un linguaggio specifico, non sempre coincidente con quello ordinario, è indispensabile saperlo utilizzare per poter sfruttare al meglio tali risorse e per poter individuare, con precisione e accuratezza, l’informazione necessaria.
Un esempio. Per indicare l’argomento che, nel linguaggio corrente, si definisce con l’espressione (tra le tante) “malattia mentale”, il Catalogo bibliografico trentino utilizza il termine “psicopatia”: solo impiegando tale parola si troveranno agevolmente tutti i testi che trattano l’argomento del “disagio psichico”. Pare evidente a prima vista l’importanza dei corsi e delle lezioni di ricerca bibliografica: insegnando a utilizzare il linguaggio (specifico) di cataloghi e banche dati, lo studioso è messo nelle condizioni di utilizzare in modo ottimale questi strumenti, così da trovare quello che è necessario per la redazione di un paper o della tesi.
Nei corsi e nelle lezioni, grazie a numerose esercitazioni pratiche assegnate ai partecipanti, ci si rende conto che - tramite una semplice strategia di ricerca, di agevolissima comprensione - per trovare libri sulla “povertà” occorre digitare il soggetto “pauperismo”: e pur se nella vita quotidiana nessuno usa il termine pauperismo, solo esso permette di trovare centinaia di pubblicazioni altrimenti destinate a restare sconosciute.
L’insegnamento del linguaggio specifico degli strumenti di ricerca bibliografica è, in sintesi, una delle missioni più importanti per una biblioteca: non conoscerlo equivale a muoversi a tentoni nell’immenso patrimonio informativo della biblioteca.
Le iniziative di formazione alla ricerca bibliografica sono rivolte principalmente agli studenti e sono strutturate a seconda delle esigenze di questi ultimi: alla lezione su una specifica banca dati giuridica si affianca, perciò, un corso sulle fonti di informazione online dedicate agli studi umanistici e si accompagna un laboratorio applicativo su cataloghi e banche dati mirato alla ricerca necessaria agli iscritti a Scienze cognitive. Nella pagina web della formazione è visibile l’offerta formativa della biblioteca, che rimane in ogni caso sempre a disposizione per richieste di ulteriori e diverse attività didattiche.
Accanto a queste iniziative strutturate e istituzionali, molte delle quali attribuiscono crediti formativi, l’istruzione alla ricerca conosce anche modi più semplici e immediati. È il caso del servizio di reference: la domanda sarà, in questo caso, posta direttamente a un bibliotecario, così che il bisogno informativo sia immediatamente soddisfatto.
Recentemente la Biblioteca di Ateneo ha pubblicato una pagina web nella quale sono raccolte - suddivise per disciplina - alcune guide e alcuni tutorial realizzati espressamente sia per facilitare la ricerca di pubblicazioni nei cataloghi e nelle banche dati sia per esporre le regole che debbono essere seguite nella redazione di testi scritti. Si tratta di lavori di agevole e immediata consultazione, che però non sostituiscono la modalità di apprendimento più proficua, che rimane pur sempre la lezione (singola o all’interno di un corso).
È certo possibile che i nativi digitali, oramai googlizzati, considerino superflue queste iniziative: ma il mondo della ricerca è, almeno fino a oggi, costruito in maniera precisa e rigorosa, ed è in ogni caso molto diverso dal mondo destrutturato di Internet. Conoscere come parla e come risponde un catalogo o una banca dati è, quindi, indispensabile - per il semplice fatto che la produzione intellettuale è ancora raccolta e divulgata con un linguaggio che con Google ha poco, o niente, a che fare.