Un fotogramma tratto dal film "La Lampe au beurre de yak" (2013)
Archivio: Trento Film Festival

Vita universitaria

PREMIO SPECIALE TRENTO FILM FESTIVAL 2014

Assegnato al cortometraggio del giovane regista Wei Hu il riconoscimento da parte degli studenti

20 maggio 2014
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Elisa Barana Sartori
Alessandro Cicoira
di Elisa Barana Sartori e Alessandro Cicoira
Studenti dell’Università di Trento, hanno fatto parte della giuria del premio speciale studenti del Trento Film Festival 2014.

 

Il Trento Film Festival ha compiuto 62 anni e potremmo dire che sta invecchiando benissimo.
Esponenti più o meno giovani dell’alpinismo internazionale, assieme ad artisti, affermati o emergenti, che attraverso varie forme espressive rappresentano la montagna in tutte le sue sfaccettature, hanno animato ancora una volta le strade e le sale cinematografiche del centro di Trento per una settimana, dal 24 aprile al 7 maggio 2014. Anche il mondo dell’università ha partecipato all’evento nominando 9 rappresentanti tra gli studenti per assegnare un premio speciale. 

Quest’anno la giuria studentesca era composta da Elisa Sartori Barana, Alessandro Cicoira, Lorenzo Cerrato per l’Università di Trento; Sabine Kobald, Ulrike Rieder, Katrin Schmiederer per l’Università di Innsbruck, Daniel Leara, Christian Pfitscher, Timothy Robb per l’Università di Bolzano. 
Gli studenti hanno confrontato 14 opere di giovani registi, ossia con un’età inferiore ai 33 anni. Il lavoro della giuria è stato da un lato un’occasione di crescita e approfondimento culturale, dall’altro si è rivelato piuttosto impegnativo, dovendo in soli due giorni visionare tutte le pellicole, dalle caratteristiche molto differenti, e decretare un unico vincitore. La scelta è stata ardua e fino all’ultimo il premio è stato conteso da due film: “La Lampe au beurre de yak” di Wei Hu e “Le Chant du cygne” di Aurélie Jolibert. Nell’impossibilità di premiare entrambi con un ex-equo, ha prevalso alla fine il primo. 

L’originalità del lavoro del regista è stata nell'usare una camera fissa con cui ha creato il contrasto tra la tradizione dei nomadi tibetani e il progresso imposto dal governo socialista cinese. Il cortometraggio mostra l’opera di un fotografo intento a realizzare una serie di scatti presso un villaggio in Tibet. Le fotografie ritraggono i diversi soggetti posti davanti a pannelli scenografici, che li proiettano in dimensioni molto distanti dalla loro. L'attenzione dello spettatore resta sempre alta grazie al continuo cambio di persone e di fondali, che mostrano le varie realtà sociali tibetane e il loro rapporto con il consumismo. 

Geniale l'effetto sorpresa finale. L'ultimo sfondo è uno scenario reale: un paese, un popolo e una natura inquinati dal progresso, simboleggiato da un'autostrada incompleta in un paesaggio incontaminato. 
L’attualità del tema, l'eleganza artistica, le ottime capacità tecniche e soprattutto la finezza con cui è riuscito a denunciare un contrasto così profondo, hanno valso al giovane e promettente regista Wei Hu il premio speciale degli studenti di quest’anno.