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Vita universitaria

Primo Bilancio di genere per UniTrento

Presentazione il 26 maggio con la partecipazione della ministra delle Pari opportunità. Intervista a Barbara Poggio

18 maggio 2021
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di Marinella Daidone
Lavora all’Ufficio Web e Social media dell’Università di Trento.

Nelle scorse settimane è stato approvato il primo Bilancio di genere del nostro Ateneo. Il documento verrà presentato durante l’evento pubblico "B come bilancio, G come genere. L'esperienza dell'Università di Trento"
Per capire di cosa si tratta, ne abbiamo parlato con Barbara Poggio, prorettrice alle Politiche di equità e diversità già con il rettore Paolo Collini e alla quale è stato confermato l’incarico dal nuovo rettore Flavio Deflorian. Poggio è promotrice, insieme all’Ufficio Equità & Diversità UniTrento, di questa iniziativa.

Professoressa Poggio, tra gli obiettivi delle Nazioni Unite per il 2030 c’è l’impegno a “Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze”. Secondo lei a che punto siamo in particolare nell’ambito universitario per quanto riguarda studentesse, ricercatrici, docenti?

In questi anni ci sono stati sicuramente significativi progressi da questo punto di vista, anche grazie all’azione di vari programmi internazionali (dai bandi dell’Unione Europea al programma Advance negli Stati Uniti) e ultimamente anche in Italia sono aumentate l’attenzione e l’impegno nei confronti di questeBarbara Poggio tematiche. Tuttavia la strada da fare resta ancora molta. In particolare sul piano della segregazione formativa che implica la rilevante concentrazione di donne, o di uomini, nell'ambito di alcune discipline e traiettorie formative. Si dovrà lavorare anche sul piano della valorizzazione della presenza femminile nelle posizioni di leadership delle organizzazioni scientifiche e accademiche. 

Che cos’è il bilancio di genere e come ci può aiutare a raggiungere una maggiore parità? Il termine bilancio fa pensare a un documento economico-finanziario, si tratto di questo?

Con il termine bilancio di genere, o gender budgeting, si intende il processo di analisi del bilancio che analizza e valuta in ottica di genere, sia in chiave preventiva che nella fase di rendiconto, le scelte politiche e gli impegni economici-finanziari di un’amministrazione, con la finalità ultima di promuovere l’equilibrio di genere. 
In particolare, in accordo con le indicazioni provenienti dalla Conferenza dei Rettori delle Università italiane (CRUI), il bilancio di genere in una università è uno strumento particolarmente utile per fotografare la distribuzione di genere delle diverse componenti al suo interno, per monitorare le azioni realizzate a favore dell’eguaglianza di genere e per valutarne l’impatto, compresi gli impegni economici e finanziari, su donne e uomini. Rappresenta inoltre uno stimolo importante per integrare la prospettiva di genere in tutte le politiche dell’Ateneo, a partire dalla consapevolezza che le diseguaglianze producono una perdita di talenti e un cattivo utilizzo di risorse pubbliche.  

Qual è la situazione del nostro ateneo che viene fotografata dal Bilancio di genere?

Possiamo dire che è una fotografia a colori, nel senso che dal Bilancio sono visibili i passi in avanti compiuti dal nostro Ateneo in ottica di pari opportunità. Molte sono le azioni che sono state poste in essere, in particolare negli ultimi 5 anni, relative a diversi ambiti: conciliazione, didattica e ricerca, strumenti di monitoraggio e valutazione in ottica di genere, contrasto alle discriminazioni.

Allo stesso tempo il Bilancio ci ha dato delle indicazioni puntuali su dove siamo e su quelli che saranno i nostri obiettivi per il futuro. Per accennarne alcuni: sarà necessario consolidare le azioni in termini di orientamento formativo, che conosce ancora delle importanti asimmetrie di genere; una particolare attenzione sarà posta nel rafforzare i processi di rilevazione e sistematizzazione dei dati disaggregati per genere; sarà poi fondamentale una particolare attenzione alle prime fasi della carriera accademica.

Tutte raccomandazioni che implicano il consolidamento di un percorso condiviso, a partire dalla consapevolezza che il lavoro non è poco ma che, anche con la realizzazione del Bilancio, ha già preso avvio.

Se dovesse scegliere un punto di forza (o un obiettivo raggiunto) e uno di debolezza (un aspetto su cui si deve ancora lavorare molto) per il nostro Ateneo, quali sceglierebbe?

Credo che in questi anni si siano fatti buoni passi avanti dal punto di vista degli squilibri di genere nelle posizioni più elevate delle carriere universitarie. Guardando in particolare alla presenza femminile tra i professori ordinari siamo partiti da una presenza pari al 12% nel 2014 e arrivati al 21% nel 2020, avvicinandoci alle medie italiana ed europea. Tra le molte azioni segnalo in particolare gli incentivi per il reclutamento e l’importante investimento sul piano della conciliazione-vita lavoro.

Tra gli ambiti sui cui si è lavorato, ma su cui sarà importante fare ancora di più, richiamerei invece la forte asimmetria ancora esistente nella composizione di genere tra le diverse aree disciplinari, con varie discipline STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) dove le studentesse sono ancora poche.

In questo caso sarà importante accrescere gli sforzi sul piano dell’orientamento, perché la divaricazione dei percorsi si gioca spesso prima ancora dell’accesso all’università. Al contempo sarà importante lavorare per una maggiore contaminazione e una minore rigidità dei confini tra le varie aree. 

La presentazione pubblica del Bilancio verrà fatta il 26 maggio. Ci può dare qualche anticipazione?

Nell’evento del 26 maggio verrà presentato il processo di Bilancio di genere e i suoi esiti per l’Università di Trento. È prevista la partecipazione della ministra per le Pari opportunità e per la famiglia, Elena Bonetti. 

I lavori saranno introdotti dalle figure di governance dell’Ateneo, il rettore Flavio Deflorian e il direttore generale Alex Pellacani, un’ulteriore conferma della volontà dell’Ateneo di impegnarsi su questo versante.

Alla redazione del Bilancio ha collaborato Alessia Tuselli, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell'Università di Trento. 
La partecipazione all'evento è libera e gratuita, previa registrazione online entro le ore 12.00 di lunedì 24 maggio 2021. L'incontro potrà essere seguito anche via streaming sul canale YouTube di Ateneo.