Bambini ed educatrici al nido. Foto archivio Nido UniTrento.

Vita universitaria

Il nido dell’Università di Trento

Una risorsa conciliativa e di promozione della genitorialità

15 settembre 2021
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Barbara Ongari
Barbara Zoccatelli
di Barbara Ongari e Barbara Zoccatelli
Ongari è la responsabile scientifica del progetto a supporto della genitorialità. Zoccatelli è la coordinatrice pedagogica del nido per l’Università di Trento.

Il nido dell’Università di Trento ha iniziato la sua attività nel 2006, nell’ambito del Sistema Integrato dei Servizi a Supporto della Genitorialità e delle politiche aziendali finalizzate a favorire la conciliazione lavoro-famiglia e le pari opportunità. 

Il servizio è rivolto a tutto il personale (docente, di ricerca, tecnico-amministrativo, collaboratori e collaboratrici, esperte ed esperti linguistici, dottorandi e dottorande, assegnisti e assegniste di ricerca e titolari di borse post-doc) per rispondere con la massima flessibilità ai bisogni diversificati delle famiglie e sostenere il lavoro di cura genitoriale, tramite relazioni di scambio e di crescita.
La sede – che attualmente offre trenta posti – dal 2015 è ospitata in un prestigioso palazzo storico del centro ed è dotata di ampi spazi interni ed esterni. La scelta di arredi, materiali e immagini è oggetto di una continua cura da parte dello staff in quanto rivelatrice di rappresentazioni orientate a favorire relazioni positive. La collaborazione tra personale educatore, personale d’appoggio, figure di coordinamento e formazione, rende evidente l’obiettivo del servizio: l’accoglienza dei piccoli e delle piccole “assieme” ai loro adulti di riferimento.

Nella Carta dei servizi il nido è definito come un “laboratorio” di proposte conciliative, organizzative, pedagogiche e formative continuamente monitorate, ma anche come ambito privilegiato per progetti di ricerca scientifica. I risultati hanno dimostrato l’elevata competenza infantile raggiunta nei vari dominii evolutivi, oltre alla soddisfazione dei genitori e alla crescita professionale del personale.

Il modello pedagogico/organizzativo è in linea con le indicazioni degli studi internazionali, che hanno messo in luce le conseguenze di forme di child-care di alta qualità rispetto a bassa qualità sullo sviluppo delle diverse abilità nei primi anni. La qualità della relazione educativa è garantita dalla presenza stabile e continuativa di una figura principale (key-person) cui è affidato un numero ridotto di bambine e bambini (ratio): entrambi parametri cruciali per raggiungere precocemente vissuti rassicuranti e resilienti. 

L’individualizzazione dell’accudimento garantisce serenità al personale universitario, spesso proveniente da altri contesti culturali e linguistici e privo di una rete sociale di supporto. Lo scambio attento e continuo tra staff e famiglie permette la valorizzazione e il coinvolgimento dei genitori in attività specifiche. 

Negli anni è cresciuto un sentimento di appartenenza all’idea del nido come di un luogo connotato affettivamente in cui grandi e piccoli crescono, ciascuno trovando libertà di esprimersi attraverso immagini, parole e tracce che raccontino la propria storia.

La valutazione globale degli standard qualitativi è basata su parametri oggettivi affidabili, ma anche su dimensioni soggettive legate al benessere individuale.

La realtà pandemica ha creato livelli multipli di stress e la difficoltà di conciliare lavoro da casa e gestione dei figli, interrompendo improvvisamente l’abitudine a costruire percorsi condivisi. Il gruppo educativo ha dovuto ripensare il proprio ruolo a distanza, inventando modalità inedite in un difficile equilibrio tra fattori di stress e di protezione nei confronti di un quotidiano ansiogeno. 
 
L’emergenza sanitaria ha mostrato chiaramente che i timori e le incertezze possono essere affrontati in modo costruttivo nella misura in cui si riesce a dar vita a forme di solidarietà collettiva, condividendo nel gruppo di lavoro e con le famiglie proposte, riflessioni e vissuti. 
 
Il progetto Il nido da casa a casa ha mantenuto vitale il rapporto mediante una newsletter settimanale. Ogni educatrice ha ideato un “kit di sopravvivenza” per trasferire pensieri, attenzioni e progettualità dalla quotidianità del nido a forme virtuali di vicinanza: spunti di lettura, videoproposte, ricette, attività da fare a casa insieme ai genitori, che, a loro volta, hanno fatto circolare idee, riflessioni, foto e video, testimoniando il potenziale di creatività messo in campo. 
 
A fronte della disponibilità empatica di genitori ed educatrici è apparsa evidente la straordinaria capacità infantile di lettura, pur implicita, delle relazioni rese necessarie da un contesto sociale anomalo. Assecondare in modo serio e responsabile le richieste degli adulti non ha impedito ai bambini la possibilità di conservare il piacere del gioco, dell’esplorazione e della scoperta. 

Il nido aziendale ha riaperto il 1° settembre, dopo la chiusura estiva. Poiché alcuni posti sono ancora disponibili, sono state riaperte le iscrizioni. Trattandosi di apertura straordinaria, l'assegnazione del posto al nido potrà avvenire, come previsto dalla carta dei servizi, in relazione alla disponibilità di posti nei diversi gruppi di età, anche a prescindere dall’ordine di graduatoria.
La domanda di iscrizione va compilata on line, previa autenticazione con le credenziali di ateneo, accedendo al link dedicato.
La domanda ha validità solo per l'anno educativo 2021/2022. Le domande vanno presentate entro martedi 19 ottobre 2021. I nuovi inserimenti inizieranno a partire dal mese di novembre 2021. A marzo 2022 si apriranno poi regolarmente le iscrizioni per l'anno educativo 2022/2023.