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Formazione

La didattica ai tempi della IA

I docenti si interrogano su come integrare l’utilizzo del software in aula salvaguardando le proprie competenze di valutazione

18 luglio 2023
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Paola Siano
Ufficio Stampa e Relazioni esterne

Alzare le barricate contro l’innovazione più controversa e dirompente del momento è come vestire i panni di Don Chisciotte che lotta con i mulini a vento. L’Intelligenza artificiale è tra noi, nei primi 6 mesi da quando ChatGPT 3.5 è arrivata sul mercato ha raggiunto i 200 milioni di utenti, gli studenti e le studentesse già la usano. Di fronte a questa rivoluzione, ci sono due modi di reagire: il primo è appunto quello difensivo, che però rischia di apparire anacronistico; il secondo è invece propositivo e quindi propulsivo. Ed è proprio quest’ultimo l’atteggiamento predominante nella maggior parte dei professori e delle professoresse dell’Università di Trento, seppure in un quadro di grandi incertezze e questioni da definire, anche a livello normativo. 

Dubbi e riflessioni raccolti nel corso del webinar “La didattica dell’economia ai tempi dell’Intelligenza Artificiale” organizzato dalla Commissione per la didattica dell’economia della Società italiana di economia insieme alla Scuola di Studi Internazionali dell’Università di Trento, uno dei primi a livello nazionale sul tema. «C’è la necessità – afferma Andrea Fracasso, coordinatore della Commissione Didattica della Società italiana di economia e professore di Politica Economica - di avviare un percorso di riflessione sull’applicazione di questo strumento in ambito didattico, di come integrare l’insegnamento con l’uso dell’Intelligenza artificiale e come fare in modo che la valutazione da parte dei docenti delle competenze degli studenti e delle studentesse non venga alterata da questa innovazione. Secondo noi – prosegue Fracasso - è importante imparare ad utilizzare l’intelligenza artificiale e rendere consapevole l’uso di queste innovazioni da parte del corpo studentesco. Un ragionamento che vale non solo per l’insegnamento di materie economiche ma anche per tutte le altre». Certo, questi software hanno la capacità di sintetizzare rapidamente un testo o di fare introduzioni agli argomenti che è superiore alla capacità media umana. Ma non bisogna fare l’errore di sopravvalutare le chatbot. Non tutto quello che scrivono è infatti corretto. Sono sistemi che potremmo definire “presuntuosi” perché non ammettono di non sapere! E così capita che abbiano delle “allucinazioni” e si inventino notizie false o eventi mai accaduti. Eclatante il caso di un avvocato che negli Usa è stato multato per aver presentato una memoria giudiziaria generata da ChatGPT contenente citazioni di casi inesistenti. «Serve un approccio critico – riflette Fracasso - per riconoscere la veridicità, la plausibilità e la completezza delle asserzioni create da una chatbot. Bisogna coltivare la capacità di discernere, domandarsi quali fonti sono state utilizzate e quali scartate, se il contenuto è plausibile. Dunque si può utilizzare l’interazione tra intelligenza artificiale e studenti stimolando la loro abilità nel creare prompt più specifici e sfidare il programma per capire perché è giunto a quel determinato risultato». «Da questo punto di vista – sottolinea Stefano Schiavo, Direttore della Scuola di Studi Internazionali - non c’è niente di nuovo perché l’approccio critico è il fondamento della ricerca e dell’Università, ma quello che cambia è la velocità del procedimento. Sta ai docenti valorizzare le capacità critiche, premiare l’originalità e la capacità analitica dello studente, mostrare loro come utilizzare lo strumento in modo adeguato, ponendo anche attenzione ai rischi connessi». Al professor Fracasso chiediamo di farci un esempio pratico di come l’intelligenza artificiale potrebbe essere impiegata in aula. «Potremmo chiedere agli studenti - dice - non solo di enunciare un principio e di applicarlo, ma anche di testare l’uso dell’intelligenza artificiale cercando di capire perché il software è giunto a certe conclusioni.  Per andare sul concreto, la domanda classica in economia oggi è: "Cosa dice la teoria economica sui meccanismi di trasmissione monetaria quando la Banca centrale alza i tassi di interesse?”. Una domanda diversa invece potrebbe essere: “Di fronte all’ aumento dell’inflazione qual è la risposta dell’autorità monetaria e perché? Quali sono i meccanismi attraverso cui l’azione dell’autorità va ad avere effetti sull’economia reale e come vengono definiti in letteratura? Sotto quali condizioni questi possono meccanismi possono non funzionare?”. Si chiede cioè allo studente di spiegare i meccanismi causali e non cosa dice un determinato modello. In questo modo valutiamo la sua preparazione e le competenze acquisite. La prova sarà individuare le informazioni scorrettezze della chatbot, oppure trovare le risposte alternative che non sono state prese in considerazione, o ancora risalire alle teorie utilizzate dal software, che normalmente non cita mai le fonti.  Quindi il lavoro da fare è ragionare sulla risposta dell’IA, fare collegamenti e avere un approccio critico ai testi». «C’è poi un aspetto molto importante che riguarda l’impatto sul mondo del lavoro di questi sistemi – ragiona Schiavo che aggiunge - precludere agli studenti e alle studentesse il loro utilizzo è controproducente, perché vuol dire inserirli in un mercato in cui non conoscono uno strumento fondamentale e che dovrebbero essere in grado di usare». Altre questioni non ancora chiarite riguardano la privacy, cioè i dati che si condividono con l’Intelligenza artificiale, e la responsabilità delle informazioni fornite dal software. Insomma i temi aperti sono tanti e se ne discuterà sicuramente in altre occasioni. «Da parte del corpo docente - spiega Schiavo - c'è necessità di avere informazioni e occasioni di formazione, in modo da poter comprendere l'uso più appropriato dello strumento e condividere le soluzioni più efficaci. Abbiamo segnalato l'esigenza anche alla prorettrice alla didattica Paola Venuti e credo che il FormID (Centro di competenza per la Formazione dei docenti e l’Innovazione Didattica, ndr.) possa dare un contributo importante anche su questi aspetti». Intanto è molto probabile che il prossimo anno alcuni studenti e studentesse si troveranno a svolgere un esame interfacciandosi con l’intelligenza artificiale, e dovranno dimostrare di aver davvero compreso la materia. Studente avvisato…