Cerimonia di laurea del corso LM "Management and industrial systems engineering" ©UniTrento - ph. Federico Nardelli

Formazione

L’Ingegneria che crea futuro

Dalla laurea al contratto di lavoro. Il passo, breve, dei primi laureati in "Management and industrial systems engineering"

21 marzo 2024
Versione stampabile
Paola Siano
Ufficio Stampa e Relazioni esterne

Interamente in inglese, un approccio ingegneristico pratico, un curriculum sulla sostenibilità e un altro sulla digitalizzazione, una challenge nel piano di studi, didattica innovativa. Sono alcune caratteristiche del corso di laurea magistrale in "Management and industrial systems engineering" attivato al Dipartimento di Ingegneria industriale tre anni fa. Tra ieri e oggi le prime 14 lauree. UniTrentoMag racconta le storie di Sara Martelli ed Emanuele Variati, dallo stage per la tesi alla prima occupazione in azienda. E raccoglie la soddisfazione di Francesco Pilati, docente e responsabile del corso di laurea.

La laurea rappresenta sempre un traguardo da festeggiare. Se a questo si aggiunge la possibilità di entrare fin da subito nel mondo del lavoro, la soddisfazione è doppia. Dopo l’emozione della proclamazione, oggi è già tempo di preparare le valigie per seguire i propri sogni. Che per Sara vuol dire trasferirsi a Bologna per iniziare a lavorare alla Lamborghini. Per Emanuele partire con destinazione Milano. Entrambi studenti fuori sede a Trento (lei viene da Ferrara, lui da Verona), ci raccontano che hanno scelto di frequentare questo nuovo corso magistrale soprattutto per le opportunità che offriva una volta terminato. «Dopo la triennale in Ingegneria gestionale a Bologna ho deciso di venire a Trento perché mi aveva incuriosita il fatto che il corso fosse interamente in lingua inglese. Una sfida in più che avevo piacere di affrontare», racconta Sara. Interessata al settore dell’automotive e con le idee chiare in testa, ha provato a candidarsi per una posizione di stage nell’impresa emiliana che produce automobili di lusso. Ed è andata bene. «A settembre dello scorso anno ho iniziato una collaborazione durante il quale ho avuto modo di sviluppare la tesi con l’azienda. Adesso che lo stage è terminato proseguirò lì la mia esperienza con un contratto di lavoro». L’esperienza all’Università di Trento è stata molto diversa rispetto a quella di Bologna, dove a lezione si ritrovavano in duecento. «Sono stata molto contenta perché qui c’è stato un clima diverso. Eravamo una ventina in aula. Ho apprezzato il fatto di aver avuto la possibilità di seguire corsi piccoli che ci hanno consentito di creare rapporti più stretti sia tra noi colleghi che con i professori. Il corso è stato stimolante e ha rispecchiato quello che mi aspettavo». Il suo progetto di tesi si è concentrato sul monitoraggio dell’overstock dei materiali nel magazzino dell’azienda. «È stato interessante dimostrare che per un’azienda che vende auto di lusso sia più conveniente conservare delle scorte in deposito invece che avere uno stock estremamente preciso ma che rischia di bloccare la linea di produzione». Sara è una delle ragazze che ha frequentato il corso. «È vero che nel mondo scientifico le donne non sono moltissime. Ma io ho sempre vissuto in un ambiente molto sereno e inclusivo, privo di pregiudizi. A una ragazza che interessano le materie scientifiche dico che deve seguire la sua passione. L’importante è fare ciò che piace».
L’esperienza di Emanuele è un po’ diversa. Il suo percorso universitario si è svolto interamente a Trento. «Alla triennale – dice – ho scelto l’indirizzo in Meccatronica ma verso la fine mi sono accorto che non era la mia strada. Mi sono appassionato invece al mondo gestionale dopo aver seguito il corso di Impianti industriali. Per la triennale ho svolto una tesi sulla vaccinazione di massa contro il Covid in collaborazione con l’Azienda sanitaria altoatesina. E sono stato fortunato che l’anno in cui mi sono laureato ha aperto Ingegneria gestionale. Così mi sono iscritto alla magistrale dove ho scelto il curriculum legato alla sostenibilità». In comune con Sara, l’esperienza di stage in un’azienda che poi si è trasformata in un’occasione di lavoro. «Il mio percorso si è chiuso con la tesi svolta in una società di consulenza francese con base a Milano che supporta le aziende nei settori dell'industria, della vendita al dettaglio, del lusso. Mi sono occupato di risolvere problemi nella fatturazione automatica. Le mie aspettative – prosegue – sono state rispettate. Ho potuto vedere cose diverse tra loro e mettere le mani in pasta in più settori. Ora so su cosa voglio puntare».
La conferma che il biennio magistrale in "Management and industrial systems engineering" offra degli sbocchi lavorativi interessanti e immediati arriva anche da Francesco Pilati, responsabile del corso di laurea.
«La figura dell’ingegnere gestionale è molto richiesta. Ogni anno da noi ci sono circa 25 iscrizioni. Poche per soddisfare la domanda delle aziende. Noi riusciremmo a garantire un posto di lavoro e di alto livello ad almeno una cinquantina di laureati e laureate», afferma Pilati, che si rivolge a chi oggi frequenta le scuole superiori. «Il mio auspicio è che scelgano Trento visto l’interesse che c’è verso questo campo. Lungo tutto l’asse del Brennero soltanto il nostro ateneo offre un curriculum in Ingegneria gestionale che inizia già alla triennale.  Anche se il corso di laurea è appena partito, il nostro è un ambiente dinamico e internazionale. Abbiamo ricevuto, per 4 borse di studio, oltre cento richieste da paesi extra Unione europea: dall’Afghanistan all’Indonesia, dall’Iran alle Filippine». Dati che dimostrano l’interesse e l’attrattività del corso.