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Formazione

Innovazione e team working

I vincitori della seconda edizione di Samsung Innovation Camp ci raccontano la loro esperienza

30 maggio 2019
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Eleonora De Pace
di Elenora de Pace
Laureanda della Facoltà di Giurisprudenza, collabora con il Servizio Orientamento dell’Università di Trento.

Si è conclusa l’edizione trentina del Samsung Innovation Camp, progetto promosso da Samsung Electronics Italia e Randstad in collaborazione con l’Università di Trento.
 “Questo progetto è nato con l’idea di accompagnare studenti e studentesse dell'Ateneo in un percorso formativo innovativo, che trasferisse competenze complementari a quelle che vengono fornite nei tradizionali percorsi accademici, attraverso lo studio delle possibilità di business offerte dall’innovazione tecnologica e dalla digitalizzazione.” Spiega la professoressa Roberta Cuel del Dipartimento di Economia e Management, responsabile del progetto.

“Innovation Camp è iniziato nell’autunno 2018 e ha visto la partecipazione di 365 studenti e studentesse. Dopo una prima fase nella quale i partecipanti erano impegnati in 8 moduli di lezioni online, i migliori 60 studenti hanno avuto la possibilità di proseguire la formazione con una giornata di attività in aula volta a far conoscere le aziende del territorio partner del progetto che hanno richiesto soluzioni innovative per il loro business. Sono stati presentati 21 project works per migliorare il business o la comunicazione on line di due imprese: Risto-Technology di Bolzano e Dorigoni S.p.A. di Trento. Il lavoro di gruppo ha visto la creazione di team interdisciplinari di studenti e studentesse che appartenevano a percorsi formativi diversi, come economia, ingegneria, matematica, psicologia, giurisprudenza e altre materie umanistiche.”
 
Abbiamo intervistato i ragazzi dei due gruppi vincitori, Claudia Coletta, Martina Resenterra,  Fabiola Spinel, vincitrici del progetto per Dorigoni, e Lorenzo Visentin, che ha ideato con il suo gruppo la migliore proposta per Risto-Technology.

Come siete venuti a conoscenza di questa opportunità? Come mai avete deciso di partecipare?
L’Università di Trento ha invitato tutti gli studenti a prendere parte all’iniziativa tramite l’invio di una mail informativa a ciascun iscritto. Inoltre alcuni professori durante le loro lezioni hanno parlato del progetto come opportunità per arricchire le proprie competenze e lavorare su qualcosa di concreto.

Uno dei motivi che ci ha spinto a partecipare è stato sicuramente quello di approfondire aspetti e temi nuovi, che normalmente non si affrontano in aula. Anche l’opportunità di potersi confrontare con un vero e proprio progetto commissionato da un’azienda ci ha invogliato molto. Abbiamo cominciato questa esperienza spinti da un forte desiderio di metterci in gioco al di fuori dell’ambito prettamente universitario.

Claudia, Fabiola, Martina, qual era la consegna di Dorigoni?
Al nostro team è stato richiesto di ideare una piattaforma che attirasse i millennials, clienti che hanno un customer journey diverso rispetto alle generazioni precedenti.
La nostra idea è nata dal confronto tra le nostre opinioni: ciascuna di noi ha contribuito con le proprie conoscenze a creare una versione del sito Dorigoni che fosse attuale ma che allo stesso tempo contenesse idee innovative, per dare l’immagine di una concessionaria al passo con i tempi.

Per esempio, abbiamo proposto l’introduzione di una video-chat, che permetta al cliente di “entrare” in concessionaria attraverso l'occhio di una telecamera. Abbiamo inoltre inserito delle marketing personas, "modelli" di persone presentati sul sito, in cui i potenziali clienti possano immedesimarsi ed essere di conseguenza guidati nella scelta dell’auto più indicata. La nostra idea ha messo in luce anche l’importanza dello storytelling, suggerendo di dedicare una sezione del sito alle testimonianze dirette di tutti i clienti. E proprio lo storytelling è stato uno dei punti di forza del progetto, in quanto permette di "rompere" la freddezza del sito e la distanza azienda-clienti. Altro aspetto chiave che ci ha portato alla vittoria è stata la concretezza delle nostre proposte: tutte le idee che abbiamo implementato erano fattibili, non esagerate dal punto di vista tecnologico, né di difficile realizzazione.

Lorenzo, qual era invece il project work che è stato assegnato al tuo gruppo?
Dovevamo trovare una soluzione per comunicare nel migliore dei modi ai manager del mondo Horeca quali fossero i vantaggi di T-ordino, un sistema tablet che rende possibile la diretta comunicazione tra clienti e cucina/bar di un ristorante.
Prima di iniziare a raccogliere le nostre idee e formulare una proposta ci siamo informati in modo approfondito sul sistema: abbiamo valutato i punti di forza e le eventuali debolezze di T-ordino, analizzando anche i migliori competitors di questo.

Non abbiamo trovato un’unica soluzione per la consegna che ci è stata affidata, ma un insieme di spunti e suggerimenti per rendere il sistema facilmente usufruibile dagli utenti: il nostro progetto proponeva innanzitutto un target di ristoranti cui destinare l’utilizzo di T-ordino,  aggiungendo anche la possibilità di utilizzarlo negli hotel, in sostituzione del tradizionale telefono presente in tutte le camere. Inoltre abbiamo pensato di collegare il sistema direttamente con l’applicazione Samsung Health, in modo da ottenere informazioni circa gli alimenti consumati e le calorie assunte.

Il punto vincente della nostra proposta è stato quello di aver preso in considerazione vantaggi e svantaggi del progetto, in modo tale da condurre una valutazione approfondita. Questo ci ha permesso di proporre soluzioni innovative, pratiche e concrete e che andassero a valutare gli interessi reali dei possibili acquirenti.

I gruppi sono stati formati secondo un criterio di interdisciplinarietà. È stato utile avere competenze diverse all'interno dello stesso gruppo?
Avere conoscenze e competenze diverse è stato indispensabile per dare vita a soluzioni e idee ad ampio spettro. Per tutti i progetti era necessario attingere a nozioni di informatica, innovazione tecnologica, economia, management e altro ancora. Avere competenze diverse ci ha permesso di ottenere risultati migliori, valutando diversi punti di vista e rendendo più ricco il dibattito tra i componenti del gruppo.

Cosa vi ha lasciato questa esperienza?
Oltre ad arricchire il nostro bagaglio di conoscenze, questa esperienza ci tornerà sicuramente utile in futuro, nel mondo del lavoro: il contatto con le aziende è stato fonte di grandi stimoli e ci ha insegnato forse molto più delle lezioni teoriche. Inoltre questa esperienza ci ha insegnato il valore del team working: se si lavora in armonia con gli altri si raggiungono traguardi importanti, tanto più se il gruppo è multidisciplinare. La diversità delle conoscenze in gioco può infatti costituire un’occasione stimolante per condividere idee e opinioni, arricchendo il valore del lavoro svolto.
Alla fine possiamo dire di aver imparato che è importante non smettere mai di credere nelle proprie idee, perché l’impegno e la costanza portano a grandi soddisfazioni.