Sede WTO. Foto di Jay Louvion | © WTO. 

Internazionale

TRA LIBERO COMMERCIO E PROTEZIONISMO

Premiato ai Best Book Award uno studio di Arlo Poletti e Dirk De Bièvre sull’Organizzazione Mondiale del Commercio

14 maggio 2018
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Arlo Poletti
di Arlo Poletti
Professore presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento.

Nelle ultime settimane il tema del commercio internazionale è tornato prepotentemente all’attenzione dell’opinione pubblica. L’amministrazione Trump ha con forza riportato al centro dell’agenda economica internazionale il tema del protezionismo, imponendo tariffe sulle importazioni di acciaio cinesi e minacciando di applicare misure simili alle importazioni provenienti dall’Unione Europea. Gli studiosi e commentatori di questioni riguardanti il commercio internazionale hanno espresso forte preoccupazione per questi sviluppi. Da un lato, infatti, queste decisioni hanno riportato alla mente gli effetti nefasti delle misure protezionistiche adottate dalle principali potenze economiche mondiali a seguito della crisi economica del 1929. Dall’altro, molti temono che una nuova era di protezionismo statunitense non possa che tradursi nel definitivo declino di quell’ordine economico internazionale aperto di cui gli Stati Uniti stessi erano stati i principali fautori a partire dalla fine della seconda guerra mondiale. Più in generale, questi sviluppi ci dimostrano quanto fragili siano le dinamiche della cooperazione internazionale in settori cruciali come quelli del commercio internazionale. 

L’analisi sviluppata nella pubblicazione  “Judicial Politics and International Cooperation: From Disputes to Deal-Making at the World Trade Organization” affronta il tema generale della cooperazione internazionale nell’ambito del commercio internazionale. A quali condizioni gli stati riescono a fare accordi mutualmente vantaggiosi per la liberalizzazione del commercio internazionale? Quali fattori, invece, spingono gli stati a perseguire politiche protezionistiche che vanno a svantaggio di tutti? Questo lavoro affronta questa questione generale concentrandosi sul ruolo del pilastro istituzionale multilaterale – l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) – che regola il commercio internazionale. Storicamente, l’OMC ha svolto un ruolo cruciale sia nel fornire incentivi per un graduale smantellamento degli ostacoli al libero commercio già esistenti tra gli stati, sia nel creare vincoli e disincentivi alla creazione di nuove barriere commerciali come possibile risposta a periodi di stagnazione o crisi economica internazionale. Negli ultimi anni, tuttavia, l’OMC ha sperimentato una profonda crisi, come testimoniato dall’impossibilità di raggiungere un accordo significativo sulla liberalizzazione del commercio multilaterale nel cosiddetto Doha Round, dalla proliferazione di accordi commerciali bilaterali o regionali e dall’emergere di una retorica e pratica di politica commerciale protezionistica. 

Lo studio indaga questo declino partendo da una prospettiva “istituzionalista”, ovvero analizzando in che misura alcune particolari caratteristiche del design istituzionale dell’OMC abbiano influenzato i processi negoziali al suo interno tra gli stati nel corso del tempo. Partendo dal presupposto che le preferenze e le strategie negoziali degli stati siano in parte endogene alle caratteristiche istituzionali del sistema del commercio internazionale, il lavoro analizza le cause che connettono il rafforzamento dei meccanismi di sanzione del sistema di governance con le dinamiche negoziali all’interno dell’OMC. L’analisi dimostra come, in buona parte, il declino dell’OMC come forum per la negoziazione di accordi commerciali multilaterali sia da attribuirsi, paradossalmente, proprio ad alcune innovazioni istituzionali pensate per renderla più efficiente. 

Arlo Poletti  e Dirk De Bièvre (Professore presso l’Università di Anversa) sono gli autori del libro Judicial Politics and International Cooperation: From Disputes to Deal-Making at the World Trade Organization, edito da ECPR Press a Maggio 2016. A marzo 2018, il lavoro ha ottenuto un importante riconoscimento internazionale grazie all’attribuzione del Premio “Best Book Award” da parte della International Studies Association - International Law Section.