Piazza Duomo, lezione del professor Diego Angelucci. Foto di Claudio Del Frari, archivio Università di Trento.

Formazione

LA COMPLESSITÀ DELLA CULTURA ITALIANA

Una Summer School per spiegare a studenti e studentesse internazionali l’identità del nostro paese

18 settembre 2018
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Claudia Crocco
di Claudia Crocco
Assegnista di ricerca e docente presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell'Università di Trento.

Di cosa parliamo quando parliamo di cultura italiana? Se si guarda ai programmi dei corsi indicati come Italian studies all’estero, si trova un po’ di tutto: dagli studi sul petrarchismo a quelli sulla mafia, da Goldoni a Elena Ferrante. Ma cosa serve di più per capire come si vive in Italia oggi, dal punto di vista di un non italiano? La prima edizione della Summer School on Italian Culture dell’Università di Trento ha avuto questo obiettivo: offrire un programma interdisciplinare, mettendo insieme elementi generali di storia, letteratura, storia dell’arte e cultura popolare con esperienze concrete di vita e di viaggio in Italia, per fornire un punto di partenza a persone non nate nel nostro paese ed interessate a conoscerlo.

Tutte le lezioni della Summer School hanno avuto una forma seminariale, e sono state svolte in inglese. I seminari, tenuti presso il Dipartimento di Lettere, hanno affrontato argomenti molto diversi fra loro: Dante, la lingua italiana e i dialetti, le origini del Rinascimento in Italia, Italo Svevo, il rapporto fra poesia e musica nel XVI secolo, il cinema italiano e l’identità nazionale, la cultura pop italiana. Per dare un’infarinatura di storia dell’arte, si è scelto di organizzare incontri all’aperto: una visita guidata allo spazio archeologico sotterraneo (S.A.S.S.) di Trento e una al Castello del Buonconsiglio. Studentesse e studenti hanno visitato anche il MUSE, il MART, e hanno partecipato a un tour guidato della Biblioteca Universitaria Centrale (BUC).
Nel fine settimana c’è stata una gita a Firenze, dove le classiche tappe di Palazzo Pitti, Piazza della Signoria, Ponte Vecchio si sono alternate ad altre meno turistiche, come il pranzo al mercato di Sant’Ambrogio. Infine, un pomeriggio è stato riservato allo sport: le studentesse e gli studenti sono stati guidati in un giro in barca a vela e di dragonboat sul lago di Caldonazzo, grazie all’assistenza del personale del C.U.S – UniTrento Sport.

Molti pomeriggi sono stati dedicati allo studio e alle ricerche per i progetti finali, presentati l’ultimo giorno: tutti gli studenti e le studentesse si sono preparati su un argomento a scelta. Le scelte sono state eterogenee, e spesso interdisciplinari: la rappresentazione del corpo femminile nei quadri rinascimentali italiani; il cinema italiano e lo stile “Spaghetti Western”; il mecenatismo dei Medici a Firenze; i dialetti italiani e la loro conservazione all’estero; i diversi tipi di criminalità organizzata in Italia; il concetto di contrappasso nella Divina Commedia; la vita di Leonardo Da Vinci; la pittura rinascimentale; la stregoneria nelle tradizioni popolari italiane; le immagini del Paradiso prima e dopo Dante; l’evoluzione dell’architettura nei castelli. 

La conoscenza della lingua italiana non era fra i requisiti per l’iscrizione, e pochi partecipanti parlavano italiano, ma circa la metà aveva origini italiane, dunque si è discusso molto di identità e cultura italiana all’estero. A Utrecht come ad Adelaide, il racconto dell’Italia tramandato da genitori e nonni è fatto soprattutto di pranzi della domenica, culto della famiglia e fughe in cerca di lavoro e stabilità economica; poco si sa, però, della storia e della società italiana contemporanea. Per molti studenti è stata una sorpresa scoprire che l’Italia è un paese così giovane, che ha avuto un re ed è una repubblica da meno di un secolo, o che siciliani e veneti farebbero fatto molta fatica a capirsi, se parlassero i rispettivi dialetti, e che la televisione ha contribuito molto all’unità linguistica. Durante la Summer School si sono fatti un’idea più precisa di chi sono Dante e Svevo, e dei motivi per i quali il Rinascimento è iniziato in Italia; ma hanno anche capito qualcosa del perché l’Italia è così divisa, culturalmente e politicamente, e di perché non esiste un unico “tipo” italiano. Due settimane non sono sufficienti a diventare esperti di un argomento, ma questo non era l’obiettivo della Summer School. I seminari, le ricerche per la preparazione dei progetti, le discussioni in classe e le gite sono serviti a dare un’idea della cultura italiana innanzitutto come complessità, e ad allontanarla dai cliché; quindi a mostrare come storia, letteratura e storia dell’arte, per quanto insufficienti da sole, siano necessarie a capire come funziona, e perché è quello che è, l’Italia di oggi.

La Summer School è stata organizzata dal Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento (responsabile del progetto è la professoressa Sabrina Francesconi) e dall’Ufficio mobilità internazionale, nell’ambito del Progetto strategico d'Ateneo “Short Term Programs for International Students” del quale è referente il professor Maurizio Marchese, Vice Rettore per lo sviluppo internazionale. La Summer School si è svolta fra il 9 e il 20 luglio 2018 e ha coinvolto studenti e studentesse provenienti da Inghilterra, Australia, Francia, Belgio, Olanda, Finlandia, Canada. Le lezioni sono state tenute da docenti sia UniTrento che esterni.