Conferenza / Incontro

L’arte contemporanea in Russia: avanguardia e attualità

7 novembre 2023
Orario di inizio 
16:00
Palazzo Paolo Prodi - Via Tommaso Gar 14, Trento
Aula 111
Organizzato da: 
Denis Viva
Destinatari: 
Tutti/e
Partecipazione: 
Ingresso libero
Referente: 
Denis Viva
Contatti: 
staff di Dipartimento Lettere e Filosofia
0461 282913

L’incontro, organizzato nell’ambito dell’Officina espositiva, un progetto del piano triennale di Dipartimento per avvicinare gli studenti alla prassi espositiva, si occuperà di due estremi dell’arte dell’ultimo secolo in Russia: dal manifestarsi dell’avanguardia, prima della Rivoluzione bolscevica, all’attuale stato di controllo e censura, imposto a seguito dello scoppio del conflitto in Ucraina. Due studiosi di arte russa porranno a confronto due distinti casi di studio: uno riguardante Kazimir Malevič e la sua attività espositiva (Beniamino Foschini), l’altro le reazioni delle istituzioni museali e artistiche in Russia all’invasione dell’Ucraina (Olga Alter). Di seguito, si accludono gli abstract dei due interventi:

Olga Alter (Università di Trento)
Le reazioni delle istituzioni artistiche agli eventi militari e alle repressioni.

Oggi l';arte dei dissidenti è principalmente una sorta di supporto per le persone che la pensano allo stesso modo. Nessuno crede che ora si possa sconfiggere la propaganda e tanto meno arginare il consenso a
politiche aggressive. A causa dell'epurazione dell'informazione, della distorsione dei fatti nella stampa ufficiale e della stanchezza psicologica derivante dalle notizie, sempre più persone preferiscono nascondere la tragedia attuale come qualcosa di inesistente. Di conseguenza, le autorità riescono a ridurre la consapevolezza, sia degli eventi che hanno luogo in Ucraina che delle repressioni all'interno del paese, solo alla memoria locale, riservandola invece all'oblio delle grandi masse. I ricercatori che lavorano con il concetto di “trauma”, sia a livello collettivo che individuale, scrivono che il primo passo per superare il conflitto è rompere il cerchio del silenzio. Ecco perché è stata così importante la reazione delle istituzioni, anche artistiche, in quanto espressione autorevole dell'opinione pubblica in Russia.
All’inizio, sullo sfondo delle proteste di massa, c’era una naturale aspettativa nella comunità artistica che i leader delle principali istituzioni del paese prendessero una posizione attiva. È noto, invece che quasi tutti abbiano optato per un più prudente silenzio. Questa reazione delle organizzazioni, precedentemente considerate portatrici di valori umanistici, è una delle questioni dolorose sia all'interno della Russia che nel
mondo esterno. Con il rafforzamento della repressione e il tentativo di formare una nuova ideologia, numerosi musei si sono così uniti alla propaganda ufficiale. Sullo sfondo degli orrori della guerra e della censura, in Russia non solo le voci dei singoli artisti dissenzienti, ma anche quelle delle organizzazioni artistiche meno conosciute sono state pertanto soffocate.

Una panoramica delle varie forme di opposizione al regime, la natura sociale del silenzio, il conformismo e, in alcuni casi, la manipolazione della posizione nell' ambiente artistico definiscono nuovi confini per l'esistenza degli artisti dissidenti russi.

 

Beniamino Foschini (Bayerische Theaterakademie August Everding, Monaco di Baviera)
Per un canone interiore: Kasimir Malevič curatore di se stesso e le sovversioni della parodia

Kasimir Malevič (Kyiv, 1879–Leningrado, 1935) è a ragione considerato uno dei massimi rappresentanti dell’arte della prima metà del Novecento, soprattutto grazie al Suprematismo, un linguaggio visivo e un sistema di valori estetici tanto innovativi e radicali, quanto radicati nelle filosofie della vita dell’Ottocento, da esercitare ancora oggi interesse e discussioni nella saggistica e nella critica d’arte.
In questa lezione, si presenterà Malevič, dai suoi esordi (1907) alla leggendaria mostra “0,10. L’ultima mostra futurista” (1915), da una prospettiva duplice: l’artista in quanto curatore di mostre e l’opera in quanto parodia. Queste prospettive interpretative si intrecciano tra loro per aprire lo sguardo sulla concezione di parodia come motore culturale e sovversione artistica. Ciò rispecchia un’attitudine che accomuna Malevič agli artisti e poeti provenienti dalle provincie dell’Impero russo, come Chlebnikov, Kručenych, Gončarova, Larionov, i fratelli Burliuk: un antagonismo programmatico nei confronti dei contemporanei “urbani” di Mosca e San Pietroburgo—sostanzialmente, i Simbolisti—volto all’appropriazione e rovesciamento dei loro valori estetici e sociali, grazie all’uso sapiente della parodia in quanto dispositivo critico.