"Fingere" il passato: i discorsi di Socrate e Crizia nel Timeo di Platone
La memoria e il processo della sua costruzione costituiscono un’interessante prospettiva attraverso la quale guardare alla prima parte del Timeo, ai discorsi di Socrate e Crizia. La messa in scena dialogica finge che sia trascorso solo un giorno dalla Repubblica, tuttavia, benché sembri solo ieri, sono probabilmente trascorsi vent’anni tra la composizione dei due dialoghi: la memoria avvicina. Il discorso di Socrate, con il quale si apre il dialogo, riassume il contenuto della Repubblica e finge che sia un resoconto completo ma così non è, perché sommariamente sintetizzati sono solo i libri dal primo al quinto: la memoria in parte dimentica, cioè seleziona. Il discorso di Crizia dà o finge di dare una collocazione storica alla kallipolis. Già nella Repubblica trapelava l’esigenza di giustificare storicamente la bontà e la realizzabilità della kallipolis ed è probabile che tale domanda provenisse anche dall’Accademia. Il racconto di Crizia ne costituisce la riposta: è presentato come un logos, in tutto e per tutto vero, che corrisponde ad antichi fatti storici e si basa su una tradizione scritta. Eppure quel discorso storico e solido, che racconta, passando attraverso una laboriosa trasmissione orale, dell’antica Atene e di Atlantide, ha tutto l’aspetto di un mito: la memoria costruisce, inventa. Non è per questo meno utile e “buona”, almeno per Platone.
La lecture è parte integrante del corso 'Memoria e Storia' (Giorgia Proietti) e aperta a tutti gli interessati.