Giovedì, 15 maggio 2014

Lingue e dialetti: una ricchezza da conoscere e conservare

UniTrento partecipa al progetto AThEME, Advancing The European Multilingual Experience

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Vari studi hanno dimostrato che vivere in un ambiente multilingue migliora sensibilmente le capacità sociali e cognitive delle persone, rendendole più attente e capaci di risolvere problemi in situazioni di conflitto.

Il progetto AThEME (Advancing The European Multilingual Experience), nasce con lo scopo di studiare l’importanza del multilinguismo in Europa da diverse prospettive. Il progetto coinvolgerà 17 università di 8 Paesi per i prossimi cinque anni: per l’Italia parteciperanno le università di Trento e Verona.

La ricerca si svilupperà su varie tematiche, come il ruolo delle lingue dei genitori per i migranti di seconda generazione, gli aspetti cognitivi e l’impatto sociale del multilinguismo, considerando anche il valore delle lingue minoritarie nelle regioni dove lingue diverse entrano in contatto tra loro. 

Il multilinguismo è un fenomeno diffuso in Europa, ma ancora poco studiato in alcuni suoi aspetti, e che sempre più mostra di avere importanti effetti economici e sociali. Non solo migliora le capacità di trovare lavoro e di spostarsi, ma è anche un tratto fondamentale dell’identità di una comunità e probabilmente un fattore cruciale nello sviluppo cognitivo delle persone.

La ricerca condotta all’Università di Trento si concentrerà su tre aspetti. Al Dipartimento di Lettere e Filosofia, Ermenegildo Bidese e Patrizia Cordin, in collaborazione con un gruppo di ricercatori veronesi, si occuperanno del contatto tra lingue diverse nella stessa area, con particolare attenzione alle loro influenze reciproche. La diversità linguistica del Trentino, dove si incontrano lingue germaniche come il cimbro e lingue romanze come l’italiano, lo rende un luogo particolarmente adatto per questo tipo di studi.

Inoltre, nel Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive (DiPSCo), Francesco Vespignani in collaborazione con l’Università di Verona, studierà le connessioni tra il bilinguismo e alcune patologie del linguaggio come la dislessia. L’obiettivo è fare chiarezza su questo tema ed evitare che i naturali ritardi nell’apprendimento linguistico in bambini bilingui siano scambiati per disturbi del linguaggio.

Infine, il Centro Interdipartimentale Mente e Cervello (CIMeC) si occuperà della creazione di materiale divulgativo per far conoscere i risultati della ricerca al più vasto pubblico possibile. 

Maggiori dettagli sono disponibili nel Comunicato stampa disponibile nel box di download.