Venerdì, 10 luglio 2020

Semaforo rosso per l’ansia cronica

Uno studio di UniTrento, pubblicato su Scientific Reports, aiuta a capire la natura dell'ansia per intervenire sui disturbi appena si manifestano

Versione stampabile

L’agitazione per l’attesa di un risultato, la paura di non farcela, sentirsi sotto pressione, un nervosismo diffuso, sono sensazioni spesso accompagnate da problemi fisici come mal di schiena, mal di testa, nausea, tachicardia, tremori, difficoltà di respiro, svenimento. Diverse per intensità e durata, appartengono alla famiglia, ampia e variegata, dei disturbi d’ansia.

Per l’ansia finora non esistono soluzioni definitive. La ricerca neuroscientifica, però, fa continui progressi per sviluppare nuovi strumenti diagnostici e trattamenti più efficaci.

Va in questa direzione lo studio di ricercatori e ricercatrici dell’Università di Trento, appena pubblicato su Scientific Reports, che aiuta a distinguere tra diverse forme di ansia e a individuare, per ognuna di esse, le soluzioni più adeguate.

Il team ha investigato cosa accada nel cervello di persone affette da due delle principali tipologie: ansia di stato (una condizione temporanea) e ansia di tratto (che, invece, è una forma stabile, cronica).

Dall’esperienza clinica emerge, tra l’altro, che gli individui affetti da ansia di tratto hanno difficoltà nel gestire situazioni stressanti, sono esposti al rischio di depressione, hanno funzioni cognitive alterate, una minore competitività sociale e una predisposizione a sviluppare disturbi psicopatologici.

L’ansia di tratto si può ricondurre a degli aspetti anatomici permanenti (nella corteccia mediale prefrontale e anteriore cingolata) a differenza dell’ansia di stato che invece si caratterizza per degli “intoppi” episodici nelle attivazioni cerebrali.

Riconoscere subito la natura dell’ansia di cui una persona soffre aiuta a scegliere il trattamento più adeguato ed efficace e a evitare che la forma episodica diventi un problema cronico.

Dalla ricerca condotta all’Università di Trento emergono indicazioni anche per la pratica clinica. 

Nel comunicato stampa i commenti di Nicola De Pisapia, ricercatore del Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive dell’Ateneo di Trento e coordinatore scientifico dello studio.

L’articolo
L’articolo scientifico “Trait and state anxiety are mapped differently in the human brain”, pubblicato il 6 luglio 2020 sulla rivista internazionale “Scientific Reports”, è stato scritto da Francesca Saviola e Jorge Jovich (Centro interdipartimentale Mente/Cervello dell’Università di Trento) con Edoardo Pappaianni, Alessandro Grecucci e Nicola De Pisapia (Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive dell’Università di Trento) e con Alessia Monti (Dipartimento di Scienze delle neuroriabilitazione, Casa di cura privata del Policlinico di Milano).
L’articolo completo è disponibile in vari formati qui
(DOI: https://doi.org/10.1038/s41598-020-68008-z)