La senatrice Elena Cattaneo durante un precedente evento all'Università di Trento ©UniTrento - Ph. Giovanni Cavulli

Eventi

Una bussola per navigare la complessità del reale

La senatrice Elena Cattaneo sarà ospite il 5 luglio a Rovereto dell’evento "L'avventura della conoscenza"

28 giugno 2023
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di Daniele Santuliana
Ufficio Stampa e Relazioni esterne

Giovedì 6 e venerdì 7 luglio, Palazzo Piomarta ospita l’edizione 2023 di "CogEvo – Rovereto Workshop on Cognition and Evolution", la due giorni organizzata dal Cimec per mettere a confronto ricercatori e ricercatrici impegnati nell’ambito delle neuroscienze. Ad anticipare l’apertura dei lavori sarà mercoledì 5 luglio un incontro aperto al pubblico con Elena Cattaneo, senatrice a vita, ma soprattutto scienziata conosciuta a livello internazionale per gli studi sulle cellule staminali e sulla malattia di Huntington.
Abbiamo posto a Cattaneo alcune domande.

Senatrice, di recente Magdalena Żernicka-Goetz, ricercatrice dell'Università di Cambridge, ha annunciato di essere riuscita a creare embrioni umani “sintetici” a partire da cellule staminali. Quali le conseguenze sul mondo della ricerca?

«In attesa di leggere il paper della collega biologa Żernicka-Goetz, rispetto alle informazioni disponibili sulla stampa, è importante chiarire che quello a cui lavorano i ricercatori non è la creazione di embrioni ma solo di modelli che "mimano" alcune fasi precoci dello sviluppo embrionale umano, al fine di consentire di osservare e comprendere meccanismi di sviluppo, oggi sconosciuti e inaccessibili. Questi modelli possono anche essere di grande utilità nello studio di malattie genetiche o per studiare a livello molecolare la tossicità dei farmaci e il loro meccanismo di azione».

Cellule staminali, ogm, carne sintetica: quanto è importante la libertà della ricerca? E quali sono i limiti di questa libertà?

Elena Cattaneo ©2017 Fotografico, Senato della Repubblica«La libertà della ricerca è fondamentale. Prima di decidere come e se un fenomeno o una nuova tecnologia possano avere delle applicazioni nella nostra vita è necessario studiarli. Vietare la ricerca significa, quindi, sottrarre le innovazioni al nostro controllo e impedire di conoscere meglio la realtà in cui viviamo. Resto convinta che a causare i problemi più grandi alla società, più che un divieto in sé, sia l’ideologia di paura e chiusura che lo accompagna, anche perché il senso di sicurezza dato da queste chiusure al nuovo non può che essere falso: la scienza, per sua natura, continua ad andare avanti con sempre nuove scoperte ed è illusorio pensare di poter fermare la conoscenza ai confini nazionali. Non poter studiare significa non partecipare con titolo e competenza alle decisioni sulle applicazioni delle scoperte. Non poter verificare la qualità degli studi e la loro ripetibilità o le procedure attraverso cui gli avanzamenti si compiono. È impossibile impedire l’avanzamento scientifico; quello che si può e si deve fare è attrezzarsi, in modo da governarne gli sviluppi anziché subirli, immaginandone le ricadute».   

Questi temi però spesso spaventano l’opinione pubblica. Cosa si può fare per rassicurarla?

«Chi si occupa di scienza ha un dovere imprescindibile, quello di dire sempre la verità riguardo a ciò che studia o ha scoperto, e di raccontare anche i fallimenti, oltre ai successi, in modo da far percepire la fatica e la difficoltà del proprio lavoro, ma anche quella felicità incredibile, quando tutto va bene, di essere i primi al mondo ad aver scoperto qualcosa che nessun altro conosceva. È inoltre parte della responsabilità di ogni studioso comunicare con i cittadini, anche collaborando con chi fa divulgazione e con gli altri professionisti della comunicazione scientifica, utilizzando un linguaggio comprensibile ai più, ma sempre accurato scientificamente. Più volte mi è capitato di sottolineare come non vi sia nulla nella scienza che non possa essere spiegato a un cittadino».

Nei prossimi anni, il Pnrr metterà a disposizione del sistema italiano della ricerca risorse importanti. Quale opportunità rappresentano? E quale eredità lasceranno?

«Il Pnrr ha portato alla ricerca italiana una quantità di risorse inconcepibile fino a poco tempo fa, e di questo possiamo rallegrarci. Ma il rischio è che tante risorse concentrate in così poco tempo non riescano a essere impiegate nella maniera più efficiente da un sistema che, non abituato a dover distribuire quantità così ingenti di fondi, non possiede strutture adeguate a garantire una valutazione trasparente, efficiente e competitiva di tutti i progetti che arrivano. Un po’ come è successo per questi mesi di siccità, seguiti da forti temporali: se dopo molti mesi in cui non piove arriva, concentrata in pochi giorni, una grande quantità di pioggia, è normale che il terreno inaridito dalla protratta siccità non riesca ad assorbirla tutta insieme, e che possano verificarsi danni a persone e cose. Per scongiurare questo rischio, è necessario non limitarsi a investire nella ricerca solo da qui al 2026, ma programmare degli investimenti strutturali per avvicinare l’Italia alle medie europee. Una solida base da cui partire c’è, si chiama “Strategia italiana in materia di ricerca fondamentale”. È un documento reso disponibile dal Ministero dell’Università nel luglio 2022, prodotto da una commissione di eminenti studiosi che ha elaborato, numeri alla mano, una proposta per poter stabilizzare la spesa pubblica per ricerca e sviluppo ad almeno lo 0,7% del PIL. Questo consentirebbe di integrare gli investimenti avviati con i progetti del Pnrr, contestualmente aumentando i fondi destinati ai Prin (Progetti di rilevante interesse nazionale) per la ricerca di base, per un’ipotesi di spesa totale di circa 2,8 miliardi nell’arco dei prossimi 5 anni».

Il titolo dell’evento organizzato dal Cimec a Rovereto è “L’avventura della conoscenza”. Cosa serve per vivere appieno questa avventura?

«È il metodo scientifico a poterci guidare nell’avventura della conoscenza, un metodo che, come ogni altra cosa umana, non è e non può essere perfetto né a prova di errore, ma ci permette di avvicinarci a quello che non comprendiamo evitando le contraddizioni e individuando gli errori di logica e di ragionamento. Imparare a ragionare “con metodo” sarà sempre utile a tutti i cittadini. È proprio questa la bussola che ci aiuta a navigare la complessità del reale, che ci permette di distinguere tra il ciarlatano che vende "pozioni miracolose", materiali o metaforiche, per risolvere i problemi e chi invece, applicando il metodo scientifico, chiede di pensare, studiare e ragionare per avvicinarsi insieme a una soluzione, perché serve una prova o un dato in più che ancora non c’è. Abituarsi al ragionamento critico è utile a capire se alcune scelte verso le quali si è spinti sono solo "belle da raccontare" o anche utili e razionali».

L’avventura della conoscenza
L’evento organizzato dal Centro interdipartimentale Mente/Cervello dell’Università di Trento è mercoledì 5 luglio alle 17.30 nell’aula magna di Palazzo Piomarta, a Rovereto. L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti.