Particolare della copertina del libro

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Educare alla parità. Principi, metodologie didattiche e strategie di azione per l'equità e l'inclusione

a cura di di Marina Della Giusta, Barbara Poggio, Mauro Spicci

12 gennaio 2024
Versione stampabile

Il nostro paese è ancora oggi caratterizzato da forti ed evidenti asimmetrie tra uomini e donne in molti ambiti della sfera sociale, economica e lavorativa: l’ultimo rapporto del World Economic Forum rispetto agli squilibri di genere pone l’Italia soltanto al 63° posto su 156, con una notevole distanza dai paesi considerati più virtuosi.
Tali disparità nascono già in ambito scolastico con forti ripercussioni in prospettiva futura: ancora oggi, per esempio, le facoltà scientifiche sono frequentate soprattutto dai ragazzi che possono poi accedere in modo più rapido e sicuro al mondo del lavoro.
Il quadro delineato richiede risposte urgenti che in prima istanza possono e devono partire dal mondo della scuola e dell’educazione: obiettivo del presente volume è promuovere una cultura della parità non solo con un’intenzione programmatica ma anche e soprattutto con proposte concrete da diffondere in classe nella normale
attività didattica quotidiana.
Scritto da esperti di varia formazione, il libro propone una serie di spunti operativi per i docenti di ogni ordine e grado: attività e suggerimenti didattici che potranno promuovere un cambiamento di mentalità e cultura per le nuove generazioni.

Marina Della Giusta è professoressa di Economia all’Università di Reading e IZA Fellow
Barbara Poggio è prorettrice alle politiche di equità e diversità dell'Università di Trento
Mauro Spicci è autore, coordinatore scolastico e formatore didattico

Dall'Introduzione (pp. 5-10)

Nonostante i significativi cambiamenti avvenuti nel corso dell’ultimo secolo, il nostro paese continua a presentare rilevanti asimmetrie rispetto alle esperienze e alle opportunità di donne e uomini, in molti diversi ambiti della vita sociale, dalla famiglia al lavoro, dalla politica allo sport, dai contesti scientifici e tecnologici alle rappresentazioni mediatiche, dall’ambito sanitario a quello economico. 
(…)
Il quadro appena delineato rende evidente che è quanto mai urgente creare sinergie operative tra docenti e discenti affinché la promozione della cultura della parità non sia solo un’intenzione programmatica, ma si trasformi in azioni concrete da implementare in classe, nella pratica didattica quotidiana e nelle scuole di ogni ordine e grado. Il presente volume intende, dunque, offrire spunti teorici e indicazioni operative per supportare docenti, studenti e studentesse nella costruzione e promozione di una cultura dell’inclusione e dell’equità. E’ grazie, prima di tutto, all’azione collettiva dei e delle docenti di ogni ordine e grado che possiamo decostruire i pregiudizi inconsapevoli e gli stereotipi di genere responsabili degli squilibri e delle diseguaglianze formative che i dati statistici relativi al contesto italiano mettono in evidenza in maniera così chiara: quella affidata al personale docente è una responsabilità grande, preziosa, delicata ed estremamente urgente. 

Consapevoli dell’importanza dell’intervento che ciascun/a docente dovrà operare all’interno delle proprie classi, veri e propri “laboratori” di parità, ci siamo adoperati per fornire loro degli strumenti teorici e pratici chiari, rigorosi e “operativi”: in tal modo riteniamo di poter contribuire a innescare quel cambiamento che, riverberandosi sulle generazioni di oggi e su quelle di domani, porterà all’affermarsi definitivo di una piena parità di genere. Per questo motivo, ognuno dei contributi presenti nel volume è corredato da una serie di spunti operativi finali pensati per docenti di ogni ordine e grado: si tratta di attività, suggerimenti didattici e scintille di attività che ci auguriamo possano accendersi nei diversi contesti scolastici generando azioni di promozione del cambiamento. 

Attraverso il suo impianto generale il volume intende, prima di tutto, proporsi come modello operativo-metodologico per affrontare la promozione della parità di genere non in astratto, ma a partire dal contesto attuale di riferimento: per questo il volume inizia con la presentazione e l’analisi dei dati raccolti attraverso una duplice survey rivolta a docenti italiani nel novembre 2021 per sondare le loro opinioni su processi educativi e diversità, con una particolare attenzione alla presenza di visioni più o meno stereotipate  rispetto al genere all’interno dell’ambiente scolastico. 

Dopo un’accurata disamina dei dati raccolti attraverso queste indagini, il volume offre una serie di contributi di carattere teorico volti a fornire ai lettori gli strumenti critici più adeguati e rigorosi per inserire il tema dell’educazione alla parità di genere nel suo più ampio contesto scientifico di riferimento.  

Il primo contributo, curato da Barbara Poggio, Carla Reale e Alessia Tuselli, presenta il tema dell’educazione alla relazione di genere nel suo significato più rigoroso e ampio, facendo emergere le iniziative pedagogiche più efficaci per promuovere relazioni paritarie e consapevolezza rispetto alla dimensione di genere dall’infanzia all’adolescenza. Il contributo di Poggio, Reale e Tuselli mette in evidenza la tensione profonda che attraversa le pratiche didattiche che, oggi, vogliono adottare una prospettiva di genere: tale tensione si esplica nel conflitto tra spinte deterministiche e conservatrici, da una parte, e richiesta da parte delle nuove generazioni di approcci più trasversali, aperti e non binari.

Segue il contributo di Marina Della Giusta, che amplia e approfondisce la prospettiva teorica di riferimento introducendo il tema degli stereotipi e dei pregiudizi inconsapevoli, costruzioni mentali che spesso costituiscono l’impalcatura di pregiudizi di genere assai difficili da sradicare. L’idea promossa da Della Giusta è quella che portare alla luce pregiudizi e stereotipi nascosti e, appunto, inconsapevoli, significa già compiere un enorme passo verso la decostruzione di pericolosi stereotipi di genere.

Il volume include, poi, il tema - attualissimo e ancora ampiamente dibattuto - del linguaggio di genere: nel suo contributo, Stefania Cavagnoli analizza lingua e linguaggio come strumenti fondamentali per la rappresentazione dei rapporti di potere che attraversano la società e la promozione di una vera e propria “educazione alla cittadinanza” che faccia della lingua un veicolo di democrazia ed equità. 

Dopo avere delineato il quadro teorico di riferimento, il volume passa in rassegna i diversi ambiti disciplinari rappresentati all’interno dei curricula scolastici. Il contributo di Mauro Spicci suggerisce tre proposte di “azioni” concrete per promuovere la parità di genere a scuola: una comunità educante che voglia mettere la costruzione della parità di genere al centro del proprio intervento deve, per prima cosa, identificare un framework di riferimento che sostenga le scelte operative della comunità docente nella pratica quotidiana. Una volta fatto ciò, è necessario riflettere sull’organizzazione degli spazi di apprendimento, dove spesso si annidano costrutti ideologici cristallizzati e percepiti come aproblematici, e promuovere strategie metacognitive capaci di decostruire i pregiudizi di genere e, al contempo, di scongiurarne la formazione futura. 

Il contributo di Elisabetta Serafini si concentra, poi, sull’insegnamento della storia in una prospettiva di genere, mettendo in evidenza non solo il contesto socio-politico e scientifico nel quale è nata la storia delle donne e di genere, ma anche le ricadute che essa ha avuto in ambito educativo e didattico. Dopo avere messo in evidenza alcuni punti critici dei libri di testo diffusi in Italia, il testo di Serafini suggerisce alcuni spunti operativi per utilizzare la storia delle donne e di genere in ottica formativa e trasformativa nella pratica didattica quotidiana.

I contributi di Alice Bigli e di Emilia Luukka affrontano il tema della promozione di pratiche di fruizione testuale al fine di decostruire stereotipi e pregiudizi inconsapevoli di genere e promuovere la parità di genere in classe: Bigli e Luukka forniscono idee, suggerimenti,  linee guida e innumerevoli proposte di lettura per fare in modo che l’educazione di genere diventi parte integrante del curriculum scolastico attraverso scelte “testuali” consapevoli e ben ponderate.  

Il volume si chiude con tre importanti affondi, due dedicati al tema della didattica della matematica e delle discipline STEM, che ancora oggi rappresentano un terreno dove le differenze di genere emergono in maniera particolarmente visibile, e uno rivolto al tema del rapporto tra orientamento scolastico e genere.

Partendo dall’analisi del divario a favore dei maschi che contraddistingue i livelli di competenze nell’ambito matematico registrati attraverso le prove standardizzate nel nostro paese, Ornella Robutti, Francesca Ferrara e Giulia Ferrari affrontano il tema delle differenze di genere in matematica, evidenziandone le cause storiche e culturali e mettendo in luce il ruolo che la “metodologia” adottata nella didattica della matematica ricopre nel favorire tale divario. 

Infine, il contributo di Francesca Fiore e Alberto Montresor suggerisce la necessità di promuovere una nuova “narrativa” del ruolo delle tecnologie digitali e dell’insegnamento delle discipline STEM nella scuola, ancora fortemente intrisa di stereotipi e di pregiudizi di genere. 
Il volume si conclude guardando al futuro grazie al contributo di Silvia Leonelli, che si concentra sulla questione dell’orientamento scolastico, ambito nel quale emergono ancora narrative di genere ancora fortemente stereotipate che spesso minano la progettualità personale e incanalano le scelte individuali lungo traiettorie tracciate da antichi pregiudizi inconsapevoli. Il contributo di Leonelli invita a ripensare non solo la narrativa che circonda l’orientamento scolastico, ma anche la struttura profonda dell'orientamento scolastico stesso affinché diventi occasione per costruire identità personali libere e sempre più consapevoli.

Per gentile concessione di Sanoma