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Internazionale

FARE IMPRESA A BOSTON E A TRENTO

Conversazione con Chuck Goldman e Giuseppe Di Fabbrizio della statunitense VUI (Voice User Interface)

24 aprile 2018
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Giuseppe Riccardi
di Giuseppe Riccardi
Professore del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell'Informazione dell’Università di Trento.

 

Chuck Goldman, amministratore delegato (CEO) della statunitense VUI (Voice User Interface) Inc., è stato ospite dell’Università di Trento dove ha parlato di come creare un cultura imprenditoriale vincente. In quella occasione l’abbiamo incontrato insieme al direttore tecnico (CTO) di VUI, Giuseppe (Pino) Di Fabbrizio. Con un’esperienza pluridecennale maturata sia in grandi società come Apple che in startup, Goldman e Di Fabbrizio di recente hanno deciso di fondare la VUI, una startup che sfrutta l’intelligenza artificiale con sede a Boston e a Trento, con la quale l’Ateneo ha un’importante collaborazione di ricerca.

Chuck Goldman

Potete raccontare qualcosa di voi e spiegare che cosa vi ha portato a Trento?
[Chuck Goldman] Sono cofondatore e CEO di VUI, Inc. e mi trovo a Trento per investire e per collaborare con l’Università e con partner tecnologici locali allo scopo di costruire un team di talentuosi ricercatori in linguistica computazionale e interazione uomo-macchina. Prima di VUI ho fondato Apperian e raccolto 40 milioni di dollari per costruire la società. Sono stato direttore alla Apple per 9 anni, dove ho costituito la divisione che ha lanciato iPhone.

[Pino Di Fabbrizio] Sono cofondatore e CTO di VUI, Inc. e mi trovo a Trento per esplorare la possibilità di creare sinergie collaborative tra le richieste delle imprese americane di tecnologie avanzate e l’esperienza in materia di machine learning/natural language processing (apprendimento automatico/trattamento informatico del linguaggio naturale-NLP) che si può trovare nelle migliori università, come l’Università di Trento. In precedenza ho lavorato in posizioni di leadership nella ricerca presso AT&T Labs Research, Amazon Alexa Science team e Rakuten, il gigante giapponese dell’e-commerce. Ho più di vent’anni di esperienza e innumerevoli contributi scientifici alla ricerca in ambito NLP e apprendimento automatico per i sistemi conversazionali.

Signor Goldman, l’Europa si sta impegnando a fondo per promuovere una cultura delle startup e creare posti di lavoro, mentre su questo fronte vi è una situazione di stallo nel settore delle imprese. Qual è il suo punto di vista a riguardo?
Con l’economia globale che continua a rafforzarsi, le persone sono più disposte ad assumersi rischi. Nel settore delle grandi imprese oggi c’è pochissima lealtà e questo offre alle persone ancora più ragioni per tentare la sorte ed entrare in una startup. Inoltre è emerso un intero ecosistema che dà sostegno alle startup e che ne incrementa le possibilità di successo.

Signor Goldman, potrebbe aiutare giovani laureati e laureate a comprendere i rischi connessi a un impiego in una startup rispetto a un’impresa, in termini di pro e contro?
Il rischio è soggettivo e i giovani dovrebbero “rischiare” sul lavoro prima di imbattersi negli eventi della vita vera come il matrimonio, i figli, le rate della casa e della macchina. I giovani dovrebbero anche capire che in una cultura di startup ci sono molte più opportunità di imparare e di pensare fuori dagli schemi. Infine, c’è sempre un momento nella vita in cui si può entrare in un’azienda se la startup fallisce.

Signor Goldman, per quanto riguarda la carriera, cosa consiglierebbe a un giovane laureato o a una giovane laureata, come dovrebbero gestire le decisioni a breve e lungo termine?
L’unica cosa da tenere presente è che i percorsi di carriera non sono mai lineari. Occorre fare un piano e lavorare nella direzione stabilita, ma anche essere flessibili e opportunisti perché le cose cambiano in fretta. I laureati e le laureate dovrebbero trovare un mentore che li spinga a costruirsi una carriera secondo obiettivi SMART (nel senso di specifici, misurabili, raggiungibili, pertinenti, circoscritti nel tempo). Gli obiettivi dovrebbero orientare le decisioni a breve e lungo termine e garantire che tali decisioni siano calibrate rispetto alle carriere che le persone si sono poste.

Giuseppe di Fabrizio

Dottor Di Fabbrizio, qual è la visione tecnologica di VUI e quale il suo impatto sul settore ICT?
Il focus principale di VUI è il mercato delle imprese, in cui società di medie e grandi dimensioni stanno cercando di allargare il proprio raggio d’azione per raggiungere i canali digitali disponibili attraverso assistenti digitali come Amazon Alexa, Google Home, Siri, ma anche via mobile e chatbot. Per creare un’esperienza gradevole con l’interazione via dialogo e messaggio attraverso questi canali occorrono un impegno notevole e competenze cui non è facile accedere, nemmeno per le grandi imprese. VUI dispone di una tecnologia unica che consente alle imprese di metabolizzare velocemente i dati di interazione col cliente per allenare i modelli di apprendimento della macchina, ottimizzare il processo e automatizzare la maggior parte dei passaggi che in genere sono eseguiti attraverso un costoso processo manuale spesso incoerente e impreciso.

Dottor Di Fabbrizio, a suo avviso perché e in che modo le interfacce conversazionali rivoluzioneranno il modo in cui interagiamo con enti e servizi?
I sistemi conversazionali rivoluzioneranno il modo in cui comunichiamo e interagiamo con il mondo fisico. Stiamo già assistendo al successo di Amazon Alexa, che ha reso estremamente naturale ed efficace accedere a dati strutturati complessi come le librerie musicali o le informazioni sulle aziende locali. Ora persino acquistare prodotti da un catalogo di e-commerce estremamente vasto è parte della routine di tutti i giorni. Eppure questo era inimmaginabile prima del 6 novembre 2014, il giorno del lancio di Amazon Alexa, esclusivamente su invito. Allora noi (io facevo parte del team principale di Alexa Science) non potevamo prevedere molte delle profonde implicazioni dei sistemi conversazionali basati sull’utente, come per esempio il grande impatto inaspettato sull’Internet delle cose o la popolarità tra i ragazzini che ne fanno un utilizzo educativo e ricreativo. La sfida di oggi, tuttavia, consiste nell’estendere i vantaggi dei sistemi conversazionali alle imprese e nel fornire ai loro clienti un facile accesso ai servizi e alle informazioni. Il nostro sistema conversazionale apprende dalla fonte di dati esistente quello che i clienti stanno chiedendo e il linguaggio utilizzato da un determinato brand. Fornisce immediatamente un sistema conversazionale che imparerà e migliorerà nel tempo e che può anche essere impiegato in molti canali digitali come le applicazioni native per mobile, i browser per la telefonia mobile e i computer, nonché gli assistenti personali come Amazon Alexa e Google Home. VUI elimina la complessità della progettazione e gli ostacoli della manutenzione per le imprese e offre loro informazioni precise e approfondite sui loro clienti con relazioni analitiche dettagliate che ne riassumono le richieste e l’analisi delle opinioni. I canali digitali abilitati da VUI saranno il nuovo punto di contatto standard con i clienti.

Dottor Di Fabbrizio, che background hanno i giovani laureati e laureate che vogliono lavorare nelle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale delle interfacce digitali? Quali sono le sue raccomandazioni?
Oggi le competenze nell’ambito dell’intelligenza artificiale sono altamente richieste. La tendenza per i prossimi anni indica una crescita inarrestabile della domanda. Io consiglierei ai giovani laureati e laureate di arricchire la propria esperienza professionale con solide basi in materie fondamentali come l’apprendimento statistico, la modellazione grafica e probabilistica e, naturalmente, il deep learning (apprendimento profondo) e il trattamento del linguaggio naturale. Ma suggerirei anche di esaminare i problemi reali dell’apprendimento automatico attraverso soggiorni estivi all’estero per partecipare a stage nel settore in questione. Imparare da sfide reali e dati reali consente di acquisire un certo “gusto” che si sviluppa e si comprende appieno solo con il tempo. Inoltre, non abbiate paura di tuffarvi nel codice, di far girare, di smontare e possibilmente di rompere uno qualsiasi dei molti pacchetti open source disponibili e di imparare a codificare dai grandi sforzi profusi da altri.

[Traduzione Paola Bonadiman] 

 

English version

DISSEMINATING COMPANY CULTURE IN BOSTON AND TRENTO
A conversation with Chuck Goldman and Giuseppe di Fabbrizio, co-founders of VUI (Voice User Interface)

Chuck Goldman, CEO of VUI (Voice User Interface) Inc., has recently visited the University of Trento, where he gave tips on how to build a winning company culture. On that occasion we interviewed him with the CTO of VUI, Giuseppe (Pino) Di Fabbrizio. With decades-long experience in corporate organisations like Apple and in start-ups, Goldman and Di Fabbrizio have recently decided to co-found VUI, an AI-powered start-up based in Boston and Trento, with which the University has established an important research collaboration.

Mr. Goldman, Dr. Di Fabbrizio, tell us about yourself and what brings you to Trento.
[Chuck Goldman] I am the co-founder and CEO of VUI, Inc. and I am in Trento to invest and collaborate with the University, local technology partners, and build a team of talented researchers in computational linguistics and human-computer interaction. Prior to VUI, I founded Apperian and raised 40 Million USD to build the company. I spent 9 years as a Director at Apple where I formed an enterprise division that launched the iPhone into the enterprise.

[Pino Di Fabbrizio] I am the co-founder and CTO of VUI, Inc. and I am in Trento to explore collaboration synergies between the USA corporation needs for advanced technologies and the machine learning/natural language processing expertise you can find in top-tier universities such as University of Trento. I previously worked in research leadership positions in AT&T Labs Research, Amazon Alexa Science team, and Rakuten, the Japanese giant e-commerce company. I have more than two decades of expertise and research contributions in NLP and machine learning for spoken dialog systems.

Mr. Goldman, in Europe there is an active effort to create a start-up culture and to create jobs while corporate job creation is stagnating. What is your point of view on this matter?
As the world economy continues to get stronger, people are more amenable to risk. Today, there is very little loyalty when it comes to large corporations, so it gives people even more reason to take chances on joining a start-up. There is also an entire ecosystem that has emerged to support start-ups which makes the chances of success much higher.

Mr. Goldman, can you help a young graduate understand the risks involved in taking a start-up vs a corporate job? Pros and cons.
Risk is subjective and young people should take chances in their business life before real world events happen like marriage, children, and house and car payments. Young people should also realize that there are much more opportunities to learn and think outside the box in a start-up culture. Lastly, there will always be a time in your life when you can join a corporation if your start-up fails. 

Mr. Goldman, in terms of career paths, what would be your recommendations to a university graduate, how should he or she manage short and long term decisions?
The one thing to remember is that career paths are never linear. Graduates should create a plan and work towards that plan but also be flexible and opportunistic because things change quickly. Graduates should find mentors who can challenge them create the best paths with milestones that are S.M.A.R.T (Specific, Measurable, Achievable, Relevant, Timebound). The milestones should inform both short and long term decisions and will ensure that these decisions are calibrated with the career path that people set for themselves.

Dr. Di Fabbrizio, what is the technological vision of VUI and its impact on the ICT industry and beyond?
VUI is mainly focusing on the enterprise market where medium and large size corporations are looking to extend their reach to digital channels that are available through digital assistants like Amazon Alexa, Google Home, Siri, but also via mobile, and chat bots. Creating a delightful experience across these channels with speech and text interaction requires a significant amount effort and expertise that are not easy to access, even for large companies. VUI has a unique technology that allows enterprises to quickly ingest customer interaction data to train machine learning models, streamline the process, and automate most of the steps that are typically done with an expensive manual process which is often inconsistent and inaccurate.

Dr. Di Fabbrizio, why and how do you think conversational digital interface will revolutionize the way we connect to entities?
Conversational system will revolutionize the way we communicate and interact with the physical world. We are already witnessing the Amazon’s Alexa success where accessing complex structured data such as music catalogues or local business information became extremely natural and effective. Now, even ordering products from an extremely large e-commerce inventory is part of a daily routine. This was mostly unpredictable before 6 November 2014, the Amazon’s Alexa only-by-invitation launch date. At the time, we (at the time I was part of the core Alexa Science team) couldn’t predict many of the profound ramifications of consumer-based conversational system. For instance, the unpredictable broad impact in the IoT world or even the popularity among kids for educational and recreational use. Today’s challenge, however, is to expand the conversational system benefits to enterprises and provide easy access to services and information to enterprise customers. Our conversational system learns from existing data source what the customers are asking and what is the language used by a specific brand. It immediately provides a conversational system that will learn and improve over time, but it can also be deployed to many digital channels such as mobile native applications, mobile and desktop browsers, as well as personal assistants such as Amazon Alexa and Google Home. VUI removes the design complexity and the maintenance hurdles for the enterprise and brings more insights about their customers with detailed analytics reports summarizing customer’s requests and sentiment analysis. VUI-enabled digital channels will be the new standard customer’s touch point.

Dr. Di Fabbrizio, what is the background of young graduates who want to work in the AI-powered technologies of digital interfaces? What are your recommendations?
Today, expertise in the AI field is in high-demand. The trend for the next few years shows unstoppable growth in demand. I would recommend young graduate students to make sure they build their professional background with a solid foundation of fundamental classes such as statistical learning, probabilistic graphical modelling and, of course, deep learning and natural language processing. But I would also suggest looking at real machine learning problems by spending time abroad during the summer to attend industry-related internships. Learning from real challenges and real data is a kind of an “acquired taste” that takes time to develop and fully understand. Also, do not be afraid to dive into the code, run, disassemble, and possibly break any of the many existing open source packages available and learn coding from other people’s great efforts.