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IA: tra aspirazioni e intenzionalità

Francesca Odella e Martina Todaro presentano il seminario "Artificial Intelligence and Human Rights"

12 ottobre 2022
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Di Chiara Cesareo
Comunicazione Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale

Forse l’unica certezza sull’Intelligenza Artificiale è che è inequivocabilmente entrata nelle nostre vite. Ma con quale consapevolezza viviamo il processo che ha portato a ciò e le implicazioni che ne derivano? Nemmeno la comunità scientifica su questo ha raggiunto il consenso unanime.
Ne parliamo con Francesca Odella e Martina Todaro, organizzatrici del seminario "Artificial Intelligence and Human Rights: hopes, risks, uncertainty" in programma tra fine ottobre e fine novembre al Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale.

«Il seminario – racconta Odella – è nato nell’ambito del master in Previsione Sociale, che forma studenti e professionisti nell’ambito dei Future Studies per promuovere l'analisi dei fenomeni sociali ed economici. All’interno del master, un'attenzione particolare viene rivolta agli effetti della tecnologia. Con i Future Studies, analizziamo l'impatto delle rivoluzioni tecnologiche e sviluppiamo un’analisi complessiva dei rapporti fra società e tecnologie in una prospettiva più ampia e storicizzata. Quindi l’attenzione all'Intelligenza Artificiale non è tanto rivolta al tema in sé, quanto alle trasformazioni sociali ed economiche che le società del futuro potranno aspettarsi dalla sua diffusione».

Parliamo di intersezione tra tecnologia, potere e disuguaglianze. Quali sono gli effetti dell’Intelligenza Artificiale sul progresso e sulla socialità?

Risponde Todaro: «Spesso, troppo spesso, si parla di Intelligenza Artificiale come del miracolo del nostro secolo, qualcosa che può riuscire a realizzare i nostri sogni e le nostre speranze. Ma ci rendiamo sempre più conto che l'influenza della stessa sulla vita delle persone è talvolta eccessivamente pervasiva. Ciò ha a che fare appunto con la gestione del potere, con i diritti umani e l'uguaglianza, con tematiche che vanno dalla bioetica alla giustizia. E proprio per questo il seminario parte con una citazione di Dostoevskij che attraverso il carismatico personaggio del Grande Inquisitore ci pone davanti al dilemma della libertà».

«È importante anche rimarcare il fatto – prosegue Odella – che il metodo didattico che abbiamo scelto ha come obiettivo quello di ragionare in maniera integrata, prerogativa fondante dei Future Studies. Il seminario unisce lezioni frontali classiche a incontri laboratoriali in cui verranno presentati case studies da esplorare e discutere insieme in aula».

Dottoressa Todaro, dopo una formazione tecnica, lei ha deciso di dedicarsi al settore educativo. In che momento è avvenuta questa svolta? E che significato dà all’interdisciplinarietà?

«Ho un passato da convinta e appassionata determinista tecnologica. L’anno che ha cambiato la mia vita è stato il 2016. Mi occupavo di comunicazione e marketing per le aziende italiane interessate ad aprirsi al mercato cinese. Uno dei compiti più difficili era assicurarmi che i contenuti digitali fossero fruibili sui dispositivi connessi alla Cina. Se dovessi descrivere il mio livello di fiducia ed entusiasmo nei confronti della tecnologia in quel momento direi che ero all’apice dell'hype cycle. Ma poi il 2016 iniziò a significare Brexit, scandalo Cambridge Analytica, cyber ingerenza della Russia e infine i primi test per il social credit system cinese. Proprio quegli algoritmi che usavo ogni giorno si rivelavano strumenti di controllo e disinformazione adoperati da chi voleva trarre potere dai network sociali. Vissi una fase di profonda disillusione e mi feci quindi un esame di coscienza, valutai il mio ruolo in tutto ciò ed iniziai a desiderare un cambiamento».

Parliamo del contesto mondiale.

«L'Europa sta facendo tanto e può diventare un faro globale», risponde Todaro. «L’Inghilterra, ad esempio, ha appena deciso le proprie regole sull’IA e sono profondamente diverse dalle nostre. C'è bisogno di più cooperazione internazionale e senza dubbio l'Europa aiuta a rendersi conto dei rischi e delle incertezze».

Odella: «In questo momento le società più influenti a livello di leadership economica e politica come Stati Uniti, in parte l'Europa ma anche paesi come l'India o la Cina e la Russia, hanno a capo persone della mia generazione o più anziani, i quali hanno vissuto un certo tipo di trasformazione tecnologica. Sottolineerei che l'aspetto generazionale è importante: da un lato queste autorità sono consapevoli del grosso impatto che la digitalizzazione sta avendo nella trasformazione della società, ma dall'altro hanno un approccio più rigido rispetto ai giovani».

Uno scenario futuro atteso?

«Il cosiddetto governo dell'Intelligenza Artificiale – ci dice Odella – può essere definito tramite diverse strategie: gli Stati Uniti, l'Europa e la Cina sono tre esempi diversi in cui essa viene applicata dalle strutture governative con modalità e regole differenti. Di prestabilito non c'è nulla, mentre tutto può essere migliorato, modificato e si può concedere all'utente una maggiore o una minore libertà a seconda del caso. Quindi riflettere e lavorare attraverso la progettazione sociale ci consente di ragionare sugli schemi di pensiero che ci portano a valutare l'applicazione dell'Intelligenza Artificiale e le sue implicazioni in un certo modo piuttosto che in un altro».

Todaro: «Come è sempre stato, la tecnologia, l’economia, la finanza viaggiano ad una velocità altissima e sempre più alta, quando invece la politica, il diritto e l’educazione solitamente seguono. Per uno scenario futuro c’è da valutare quanto queste componenti riusciranno a rimanere legate alla performance necessaria voluta dall'economia e dalla tecnologia. Personalmente, auspico che l'Intelligenza Artificiale non si trasformi in scettro del potere, ma diventi una tecnologia abilitante, che possa fungere da nodo tra individuo e società. In altre parole che da innovazione tecnologica diventi presto innovazione sociale, progresso, attraverso la risoluzione delle tensioni tra autonomia individuale e bene comune, nel rispetto dei valori e principi di libertà e democrazia».

Martina Todaro è eticista delle tecnologie, ha pubblicato studi su previsione sociale, neurobioetica ed Intelligenza Artificiale. Il suo background tecnico-scientifico (Ingegneria Aerospaziale, Marketing e tecnologie emergenti) e umanistico (Bioetica e Previsione Sociale) le consente di applicare un approccio interdisciplinare, sistematico e future-oriented.
Francesca Odella è professoressa aggregata e ricercatrice presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale. Ha insegnato per quindici anni Metodologia delle scienze sociali al Corso di Laurea in Studi Internazionali. Ha insegnato all'Università di Innsbruck e ha lavorato nell'ambito della ricerca anche in Germania. Da circa una decina di anni collabora con il professor Poli al programma del Master in Previsione Sociale.

Il seminario "Artificial Intelligence and Human Rights: hopes, risks, uncertainty" si svolgerà dal 27 ottobre al 25 novembre al Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale. Per partecipare, è necessario prenotarsi inviando il form disponibile a questa pagina.