vernici colorate © Adobe Stock

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Una mano di tecnologia

Come le vernici industriali sanno essere green, smart e sorprendenti

21 giugno 2023
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di Lorenza Liandru
Supporto alle Relazioni Istituzionali

Cosa c’è dentro un barattolo di vernice? Per saperlo basta leggere sulla confezione e, rispolverando qualche nozione di chimica del liceo, si può (forse) arrivare a capirlo. Ma ci sono informazioni e curiosità che le etichette non possono riportare e che solo un esperto del settore conosce. Come Stefano Rossi, professore al Dipartimento di Ingegneria Industriale e responsabile del laboratorio di Rivestimenti e anticorrosione industriale dell’Università di Trento. A lui abbiamo chiesto di parlare dei trend e delle novità di un settore vivace e innovativo, che il 20 giugno si è riunito a Trento in occasione di una di giornata di studio organizzata dal laboratorio insieme ad alcuni partner industriali nazionali e locali.

Professor Rossi, perché avete deciso di organizzare questa giornata?

«Il settore dei rivestimenti e delle vernici sta vivendo un periodo di grande fermento e innovazione. La verniciatura, infatti, ha assunto un significato molto più vasto di quello che aveva alcuni anni fa ed è diventata uno degli aspetti fondamentali nella produzione e commercializzazione dei più svariati oggetti. Lo scopo della giornata, alla quale hanno preso parte circa 70 persone tra ricercatori, produttori di vernici e pigmenti, applicatori e progettisti, è stato quello di mettere in dialogo tutte le diverse anime del settore. Abbiamo fatto conoscere alle aziende il nostro laboratorio universitario, che è tra i più avanzati a livello nazionale. Riceviamo infatti già moltissime richieste di consulenza da parte dei produttori e utilizzatori. Siamo un punto di incontro tra mondo accademico e industria».

Il titolo scelto per la giornata è “Rivestimenti organici, la soluzione per la protezione e l'estetica: trend e novità nel settore”. Qual è la principale tendenza?

«È l’attenzione all’ambiente. Negli ultimi anni l’industria delle vernici ha investito molto nella ricerca di soluzioni capaci di coniugare sostenibilità e qualità del prodotto. Un primo importante passo è stato fatto con le vernici a base d’acqua, che hanno permesso di diminuire la percentuale di solventi chimici e quindi l’impatto ambientale. Ma i passi avanti e le novità nel settore sono tanti e anche noi, come laboratorio, stiamo contribuendo allo sviluppo di soluzioni green».

Può fare un esempio?

«Abbiamo messo a punto prodotti vernicianti che impiegano sostanze di origine naturale e vegetale anziché ottenute da idrocarburi. Le materie prime provengono da scarti di produzione, come i noccioli delle olive utilizzate per fare l’olio. In questo modo si ricicla e si riducono le emissioni inquinanti lungo tutto il ciclo di produzione e di consumo. Ma non solo. La scelta di materie prime di origine naturale è più salutare anche per le persone, soprattutto nel caso di vernici e impregnanti per il legno dei mobili di casa, che non devono contenere sostanze tossiche. L’inquinamento domestico è un tema su cui l’attenzione è sempre più alta e giustamente le persone sono molto esigenti in materia di emissioni nocive dei materiali con cui sono realizzati gli arredi».

In quali altri modi può essere green una vernice?

«La stessa verniciatura è sostenibile, perché protegge il materiale dal degrado e dalla corrosione, allungando la vita del prodotto e quindi diminuendo la produzione di rifiuti. Ma anche il modo in cui si applica la vernice può incidere sull’ambiente: le vernici a polvere, ad esempio, non utilizzano solventi, così come la tecnica detta cataforesi. Il rispetto dell’ambiente si persegue anche scegliendo additivi derivanti da materie prime di origine naturale, come la cera di carnauba o la spirulina. Quest’ultima ha un impatto positivo sia sulle proprietà dei rivestimenti, sia sulla resa del colore».

A proposito di colore, la componente estetica e percettiva è fondamentale quando si parla di rivestimenti e vernici.

«Certo, ma la tendenza oggi è quella di andare oltre il mero aspetto visivo. Adesso si parla di approccio multisensoriale: significa che il prodotto, oltre ad avere un’ottima resa dal punto di vista estetico, deve restituire precise sensazioni tattili, come la morbidezza o la rugosità. Negli ultimi anni il mercato delle vernici si è evoluto: sono nate vernici con colorazioni uniche, cangianti, oppure dagli effetti in grado di stupire. C’è molta richiesta di texture particolari e finiture creative, ma non è sempre facile, dal punto di vista pratico, andare incontro a queste esigenze. Ci sono criticità legate alla stabilità del colore, alla possibilità di stenderlo in modo uniforme, senza dimenticare le esigenze di protezione del prodotto e la resistenza alla corrosione. E poi va detto che il colore, così come altre caratteristiche quali lucentezza e opacità, seguono molto le mode».

È il caso dei colori delle carrozzerie delle automobili?

«Sì, ma solo in parte. Il colore della carrozzeria è la principale personalizzazione di un'automobile e può raccontare molto sui gusti e la personalità del guidatore. Le novità in questo settore sono tante: si va dall’effetto cangiante alle finiture inusuali, come quella opaca. Tuttavia, nonostante le infinite possibilità cromatiche proposte dal mercato, il grigio, il nero e il bianco continuano a essere le scelte predominanti di chi acquista un'auto».

Dentro un barattolo di vernice c’è davvero un microcosmo. Ci sono altre novità nel settore?

«Ultimamente si sta lavorando molto sul fronte dei prodotti vernicianti ad alto valore aggiunto e tecnologico, come i rivestimenti antimicrobici e le vernici termocromiche. Quest’ultima è una vernice che cambia colore a seconda della temperatura e inizialmente è stata utilizzata nel campo della sicurezza. Ora il suo impiego si è ampliato all’ambito del design, che ne sfrutta l'effetto 'wow'. Sul fronte delle vernici stradali sono stati messi a punto già da alcuni anni prodotti che contengono microsfere di vetro: la loro presenza migliora la durata della vernice e aumenta la visibilità nelle ore notturne. Anche in questo caso c’è un’attenzione all’ambiente, perché spesso si utilizza vetro di riciclato».