Un team di lavoro davanti a una lavagna. Foto Adobe Stock

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Una nuova era per il work design

Lo psicologo Franco Fraccaroli spiega i cambiamenti nel mondo del lavoro tra new economy, tecnologia e diversità

11 dicembre 2023
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di Elisabetta Brunelli
Ufficio Stampa e Relazioni esterne

Diffusione dello smartworking, forza lavoro sempre più composita, utilizzo crescente di applicazioni tecnologiche. In una società e in un’economia che cambiano, anche il lavoro viene organizzato, percepito e vissuto in modo diverso. Nelle relazioni tra colleghi e colleghe e con chi ricopre livelli superiori nell’organigramma. Nella scala delle priorità avanzano autonomia e qualità del lavoro. Nel personale si diffonde una maggiore apertura alla flessibilità e nelle aziende si sperimentano forme di welfare e settimana corta o altre modulazioni dell’orario come strumenti per favorire la produttività, fidelizzare il personale e attrarne di nuovo. Da qualche tempo si assiste al fenomeno delle dimissioni: con molte persone che decidono di lasciare un impiego a tempo indeterminato nel nome del benessere, della salute, della sostenibilità. Franco Fraccaroli, professore di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni e prorettore al benessere organizzativo e ai rapporti con il personale, fa il punto su queste dinamiche con UniTrentoMag.

Da tempo ormai sono diventati inutilizzabili i modelli di organizzazione del lavoro che erano stati individuati nel XX secolo per affrontare i cambiamenti prodotti dalla rivoluzione industriale. Il mondo del lavoro, attraversato ora dalla rivoluzione della nuova economia, richiede con urgenza una diversa organizzazione, strumenti per affrontare questioni mai considerate prima e nuove politiche.

La progettazione del lavoro (work design) è un tema molto dibattuto anche dalla comunità scientifica mondiale. Dal 2017 a oggi sono oltre 17 mila gli articoli scientifici che lo hanno indagato. Franco Fraccaroli ha condotto uno studio per l'Annual Review of organizational psychology and organizational behavior, rivista di riferimento internazionale per il management e la psicologia applicata, in collaborazione con Sara Zaniboni (Università di Bologna ed ETH Zürich) e Donald M. Truxillo (University of Limerick, Ireland). «Abbiamo fatto un’analisi critica sui risultati degli studi sulla progettazione del lavoro. Quindi abbiamo esaminato l’implicazione di una serie di questioni di contesto: economiche, tecnologiche, di diversità e del mercato del lavoro» spiega.

Lo studio, che vede primo autore Fraccaroli, è stato pubblicato online con il titolo “Challenges in the New Economy: A New Era for Work Design. La rivista inserirà poi il contributo nel suo volume cartaceo in uscita a inizio 2024.

La ricognizione multidisciplinare si è concentrata su autonomia e qualità del lavoro in rapporto a una serie di fenomeni emergenti, dal lavoro a distanza all’automazione. Parlare di “una nuova era dell’organizzazione del lavoro” potrebbe sembrare forse un’esagerazione. In realtà, non lo è affatto. Perché le dinamiche in atto sono davvero molteplici e in grado di rivoluzionare il mondo del lavoro e la sua organizzazione.

Fraccaroli illustra quali sono i principali fattori economici, organizzativi, tecnologici e demografici che influenzano la progettazione del lavoro: «Esempi di questi cambiamenti sono una sempre più invasiva introduzione delle tecnologie come nel caso dell’intelligenza artificiale, della robotica, dell’algorithmic management. Quest’ultima è una pratica molto diffusa nella GIG economy, ma non solo, di utilizzare app per organizzare, distribuire i carichi di lavoro, valutare la prestazione, mettendo in secondo piano il ruolo del supervisore umano».

«Ci sono poi le diverse caratteristiche della forza lavoro, che appare sempre più composita. Perché, anche per effetto dei cambiamenti demografici e delle conseguenti riforme pensionistiche, in assoluto si registra un innalzamento dell’età media delle forze di lavoro più elevata di quanto accadesse in passato. Rispetto al personale, poi, si osserva una maggiore esigenza di inclusione e gestione della diversità a causa di una presenza più consistente al lavoro di persone con disabilità, diverse per etnia, genere e orientamento sessuale. Infine, ci sono le caratteristiche emergenti del lavoro stesso: incertezza e precarietà, propensione all’autogestione e alla formazione continua, sostenibilità ambientale e sicurezza del lavoro, creazione di posti di lavoro nuovi e capacità di cambiare lavoro nel corso della propria vita professionale».

Alla luce di tutto ciò, Fraccaroli offre delle prospettive per le prossime linee di ricerca sulla progettazione del lavoro nella nuova economia. Studi che dovranno avere un approccio interdisciplinare e multidisciplinare per riuscire ad analizzare le relazioni profonde tra cambiamenti e sfide che caratterizzano la società.

Infine fornisce delle indicazioni per le politiche da individuare nella progettazione del lavoro. «Il mondo del lavoro sta attraversando una trasformazione nuova, una profonda rivoluzione, che si ripercuote su organizzazioni e personale. Servirà un ripensamento complessivo che parta dall’assunto che anche la qualità del lavoro è fonte di diseguaglianze. Credo che il compito della politica dovrà essere quello di accompagnare datori, dipendenti e persone in cerca di lavoro in questo processo di cambiamento dal forte impatto. Una delle sfide da affrontare, ad esempio, è superare il braccio di ferro con l’automazione. Si dovrà investire nella cultura, nella formazione e nella ricerca per definire un punto di equilibrio e di collaborazione tra persona umana e macchina nel segno della trasparenza e della fiducia» conclude.