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PREVENIRE GLI EFFETTI DEL CYBERBULLISMO

eCrime è parte del progetto interdisciplinare CREEP testato in dieci classi delle scuole medie

26 novembre 2018
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Gabriele Baratto
di Gabriele Baratto
Ricercatore presso il gruppo eCrime della Facoltà di Giurisprudenza e dottorando presso la School of International Studies dell’Università di Trento.

Il cyberbullismo (forma di bullismo perpetrata tramite gli strumenti elettronici) è in costante crescita, soprattutto a seguito della diffusione tra i giovani di Internet e dei dispositivi mobili. Nel 2016 un milione di adolescenti sono stati molestati, minacciati o sottoposti ad altre forme di bullismo online solo su Facebook e si stima che circa il 70% delle vittime delle forme classiche di bullismo abbia subito anche episodi nei canali virtuali. Vi sono prove crescenti del fatto che il cyberbullismo possa determinare nelle vittime episodi di depressione, minare la loro salute mentale e aumentare la propensione all'uso di sostanze o a comportamenti correlati al suicidio, soprattutto tra i giovani.

Se da un lato l’informatica ha dato ai bulli nuovi mezzi attraverso i quali perpetrare comportamenti lesivi, dall’altro le tecnologie possono anche essere utilizzate per creare strumenti finalizzati a supportare le vittime, cercando di prevenire i possibili effetti negativi del cyberbullismo. Questo è quanto si prefigge di realizzare CREEP (Cyberbullying Effects Prevention), progetto multidisciplinare co-finanziato da EIT Digital (The European Institute of Innovation & Technology - linea di azione Digital Wellbeing) coordinato della Fondazione Bruno Kessler (FBK) e TrentinoSalute4.0 (IT), in partnership con il gruppo eCrime della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento (IT), Expert System (IT), Inria (FR) e Neuronation (DE).

In particolare, CREEP prevede la realizzazione di due prodotti tecnologici innovativi. Il primo (CREEP Semantic Technology) è uno strumento automatico di monitoraggio dei social network per l’individuazione precoce di situazioni a rischio di cyberbullismo e il monitoraggio dei livelli di benessere delle giovani vittime (anche potenziali), nel pieno rispetto della legislazione in materia di privacy e protezione dei dati personali. Il secondo (CREEP Virtual Coaching System) è un’assistente virtuale per offrire consigli preventivi e raccomandazioni agli adolescenti che sono stati vittime (o che possono diventarlo). L’utente interagirà con proprio  sistema di virtual coaching tramite un chatbot, ovvero un risponditore automatico basato su modelli di intelligenza artificiale.

Il gruppo di ricerca eCrime ha coordinato la parte di progetto dedicata alle analisi criminologiche e sociologiche, qualitative e quantitative, finalizzate a comprendere meglio il fenomeno del cyberbullismo, i profili delle vittime e dei bulli e le dinamiche sottese per fornire i requisiti socio-tecnici necessari per lo sviluppo delle tecnologie. Ad esempio, è stata realizzata un’indagine ad un campione di studenti italiani dagli 11 ai 18 anni (3.588 rispondenti) con lo scopo di comprendere la composizione socio-demografica delle vittime, i loro meccanismi di reazione e cosa li influenza, con l’obiettivo di definire i più efficaci suggerimenti che dovranno essere forniti dall’assistente virtuale a seconda del profilo dell’utente. I risultati dell’indagine hanno mostrato come le vittime tendono a reagire agli episodi subiti, anche se spesso troppo tardi: in particolare i più giovani (11-13 anni) sono molto poco propensi a chiedere aiuto. 

Per questo motivo, i consigli devono essere finalizzati a rompere “il muro di gomma”, spingendoli a confidarsi con gli adulti e a valorizzare i le reti sociali nel mondo reale a cui fare affidamento (insegnanti, amici, genitori). Allo stesso tempo sono state evidenziate significative differenze tra maschi e femmine. Per questo motivo l’assistente virtuale fornirà suggerimenti diversificati a seconda del genere. Infine, in generale, è emersa la necessità di sensibilizzare i giovani ad un utilizzo consapevole di social network e applicazioni mobili, dal momento che l’intensa attività online accresce esponenzialmente il rischio di essere ripetutamente cyberbullizzati.

Il progetto terminerà il 31 dicembre 2018 e le soluzioni tecnologiche sviluppate durante CREEP sono in questo periodo testate da 10 classi delle scuole medie della provincia di Trento. 

La presentazione del progetto CREEP è stata premiata come la migliore tra le sessanta realizzate nei workshops del "XXXII Congresso della Società Italiana di Criminologia". L’evento si è svolto all’Università degli Studi "Magna Graecia" di Catanzaro dal 18 al 20 ottobre 2018. Gli autori della presentazione, intitolata “Relazioni violente tra giovani in internet: conoscere cyber-bulli e cyber-vittime grazie alla ricerca quali-quantitativa” sono: Andrea Di Nicola (professore presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento e coordinatore scientifico del gruppo eCrime), Enrico Maria Piras (ricercatore presso FBK), Filippo Oncini (assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento) e, infine, Gabriele Baratto e Serena Bressani (project manager presso FBK), i quali hanno presentato il progetto durante il congresso.