La corale e l'orchestra UniTrento

Vita universitaria

La musica come soft skill: la corale e l'orchestra UniTrento

Nate rispettivamente nel 2016 e nel 2017, rappresentano l’Ateneo a eventi, concerti e festival

8 maggio 2023
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di Johnny Gretter
Studente collaboratore Ufficio stampa e relazioni esterne

Fino a qualche anno fa, le cerimonie di laurea dell'Università di Trento avevano qualcosa in meno. C'era il discorso del rettore, il lancio dei tocchi, l'emozione delle persone presenti in piazza. Qualcosa però stonava: i brani che accompagnavano l’evento - come l'Inno di Mameli, il Gaudeamus Igitur e l’Hallelujah - non erano cantati dal vivo, ma solo registrati. Fortunatamente, dal 2016, UniTrento ha una propria corale e una propria orchestra. In attesa della prossima esibizione alla cerimonia di laurea del 12 maggio, UniTrentoMag racconta la passione con cui corale e orchestra rappresentano l’Ateneo in decine di cerimonie e concerti a Trento e in tutta Italia.   

«L’idea di fondare una corale universitaria è nata nel 2016, durante un’assemblea di Ateneo incentrata sul rapporto col territorio», racconta Marco Gozzi, Direttore del Dipartimento di Lettere e Filosofia, docente di Musicologia e Storia della Musica e direttore della Corale polifonica. «Durante quella riunione, il presidente di Opera Universitaria aveva fatto notare l’assenza di una corale universitaria a Trento. Io avevo diretto il coro all’Università di Lecce prima del mio trasferimento a Trento e quindi mi sono subito offerto di mettere assieme una corale anche per UniTrento. In questo, sono stato molto aiutato dal professor Massimo Zortea, che si è occupato degli aspetti organizzativi e associativi».

L’idea è subito apprezzata dalla comunità universitaria e alle prime audizioni partecipano circa duecento persone. Alle prime prove si trovano assieme coristi di diversa provenienza: c’è chi studia, chi fa parte del personale tecnico amministrativo, chi insegna e chi fa ricerca. Nel 2017 alla corale polifonica si aggiunge anche l’orchestra: inizialmente accompagnava semplicemente il coro ma col passare degli anni ha costruito un repertorio autonomo, sotto la direzione di Fabio Turra, ex studente di matematica.  

Secondo il direttore Gozzi, chi canta o suona all’interno della "Corale polifonica e Orchestra UniTrento" ha come una marcia in più. «Sicuramente la corale dà un arricchimento dal punto di vista musicale, ma i suoi membri imparano anche molto altro. Adesso nel mondo del lavoro si parla molto delle “soft skills”, tutte quelle competenze trasversali che non si apprendono con la normale formazione accademica. Invece, si possono imparare in un’associazione di volontariato come la Corale dell’università. Organizzare il tempo libero, esercitarsi con regolarità, stare insieme e collaborare: sono tutte abilità che possono fare la differenza nel mondo del lavoro».

Questa impressione sembra essere condivisa dagli stessi membri della corale. «Il coro è un’associazione in cui ognuno può contribuire in modo diverso e in cui è necessario imparare a gestire moltissime cose: le trasferte, le prove, tutti gli eventi che ricorrono durante l’anno», aggiunge Giorgia Eccher, segretaria della corale e studentessa di economia. «A questo si unisce il fatto che ci si sente parte di una famiglia. Mi sono sentita accolta come se mi avessero conosciuta da sempre, nonostante i membri del coro abbiano tutti un’estrazione molto diversa. Appena entri nel coro chiaramente non sai chi fa il docente, chi lavora in università o chi ancora studia: inizi a cantare assieme e a conoscerli come amici e solo dopo scopri il loro ruolo esatto».

Ogni anno, la corale e l’orchestra partecipano a moltissimi eventi, tra cerimonie, festival e concerti. Sono presenti regolarmente all’inaugurazione dell’anno accademico e alle cerimonie di laurea di UniTrento, ma molti sono anche gli eventi culturali, le produzioni concertistiche originali progettate in proprio con repertori inediti e i Festival fuori regione. Ne è un esempio “Università Canta”, una due giorni in cui venti cori di atenei italiani si sono riuniti a Bergamo e Brescia per cantare e partecipare assieme a una rassegna di concerti ed eventi culturali.

Durante questa due giorni che si è svolta il 22 e il 23 aprile, UniTrento si è trovata in una posizione particolare: era infatti l’unica università ad avere con sé non solo una corale, ma anche una propria orchestra. «Eravamo in tantissimi, tutti membri di cori provenienti da diverse parti d’Italia, riuniti in un solo posto», racconta Martina Mancano, violinista dell’orchestra e dottoranda del Centro interdipartimentale Mente/Cervello. «E visto che eravamo l’unica orchestra è toccato a noi il compito di  suonare l’inno d’Italia durante l’evento. Questa è stata la mia prima trasferta con la corale: mi sono unita all’orchestra di UniTrento a inizio anno, dato che le prove serali sono comode da seguire anche per chi lavora».