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Formazione

Per non fare errori “del genere”

Linee guide sulle tematiche LGBTQIA+ nell’educazione professionale

19 aprile 2022
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di Matteo Largaiolli
Ufficio Stampa e Relazioni Esterne dell'Università di Trento.

“Se scoprissi che una persona che conosci è omosessuale, come ti comporteresti?”. A questa domanda di una ricerca del 2015, il 75% degli intervistati ha risposto che non cambierebbe nulla. Ma il 19% si sentirebbe a disagio e il 4% cercherebbe di evitarla. Da questi dati, l’idea di un seminario di formazione per educatori professionali, che si terrà al Dipartimento di Psicologia e scienze cognitive di Rovereto il 22 aprile. Il tema è la relazione degli educatori professionali con la comunità LGBTQIA+, vale a dire le persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender-transessuali, queer, assessuali e che vivono una condizione di intersessualità (“Le parole per includere: glossario LGBTQI+ UniTrento”, pdf). 

«Che cosa succederebbe, ci siamo chiesti, se in quel 25% di intervistati a disagio con l’omosessualità ci fossero figure professionali, a contatto quotidiano con molte persone?» osserva Gabriela Atkinson, studentessa del corso di laurea in Educazione professionale e co-organizzatrice del seminario. «Per un educatore professionale, che opera in contesti di cura, conoscere questa realtà è essenziale se vuole costruire una relazione positiva. A partire da questioni molto concrete, immediate, come il linguaggio giusto da usare».

Il rapporto con le persone LGBTQIA+ è un aspetto ancora sottovalutato nella formazione, anche se alcuni corsi di laurea come Sociologia e Servizio sociale gli dedicano già alcune lezioni. «All’inizio avevamo pensato, in piccolo, a una lezione mirata», continua Gabriela Atkinson. «Poi, con i responsabili scientifici, Remo Job e Diego Giacometti del Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive, abbiamo esteso la proposta alle educatrici e agli educatori professionali iscritti all’albo, perché ci sembrava un tema di interesse molto più ampio, per una formazione completa».

L'educatore professionale svolge il proprio lavoro in diversi contesti di aiuto alle persone, dai minori ai disabili, dalle persone con problemi di salute a persone anziane. Il tema della sessualità è un tema ancora apertissimo in alcuni di questi ambiti. Ad esempio, quando si parla di disabilità. Ma è un tema su cui educatori professionali e servizi si stanno interrogando. 

«In questi ambiti incontriamo persone con storie di vita diverse e in queste storie puoi incontrare anche persone LGBTQIA+», spiega Diego Giacometti, tutor del corso di laurea in Educazione professionale. «Questo, è importante sottolinearlo, non rappresenta un problema. È uno dei tanti elementi di cui deve tener conto l’educatore nella propria pratica professionale. Ad esempio, gli educatori che lavorano con minori e adolescenti sono in contatto quotidiano con il tema identitario, in cui rientra l’identità di genere. Chi lavora in servizi di supporto alla genitorialità sta facendo le prime esperienze di supporto a famiglie omogenitoriali. La formazione a un linguaggio inclusivo e organizzare servizi più attenti a questi aspetti credo siano obiettivi trasversali agli educatori professionali».

Il primo obiettivo del progetto è proprio far conoscere e sensibilizzare, per favorire un clima di rispetto e accoglienza nelle relazioni con persone LGBTQIA+ o a loro legate. I temi dell’incontro riguardano soprattutto l’approccio con le persone: minority stress, coming out, giusto lessico, le realtà sul territorio e il lavoro di rete. «Questo momento formativo si colloca in un progetto di proposte formative di UniTrento per educatori professionali, che hanno lo scopo di orientare alla formazione continua», prosegue Diego Giacometti. «È un tema che a differenze di altre proposte passate ha sollevato grande curiosità e interesse; non escludiamo che possano esserci delle altre “pillole formative”, magari approfondendo aspetti più specifici».

Il progetto è anche un esempio dell’interazione tra l’Università e le realtà del territorio. L’idea è nata nel corso di un tirocinio al Forum per la pace e i diritti umani. «Per il mio tirocinio al Forum dovevo pensare a un progetto» racconta Gabriela Atkinson. «Mi piaceva l’idea di trovare un tema vicino sia agli interessi del Forum, sia alla pratica dell’educazione professionale, e con i miei responsabili ho individuato il rapporto con le persone LGBTQIA+. Come studentessa ho imparato moltissimo, non solo sulla tematica del progetto, ma anche sulla progettazione, su quanto è complessa e condivisa. Sono sicura che questa esperienza servirà anche per il mio futuro. Il lavoro di rete, la progettazione e anche la curiosità fanno parte della pratica educativa».

Il seminario di formazione “Per non fare errori del genere. Linee guide sulle tematiche LGBTQIA+ nella pratica educativa” è organizzato dal Dipartimento di Psicologia e scienze cognitive, responsabili scientifici Remo Job e Diego Giacometti. L’incontro si terrà il 22 aprile alle 13.30 a Palazzo Piomarta, corso Bettini 84, Rovereto. Prevede un intervento di Arianna Miriam Fiumefreddo, counselor responsabile della Rete ELGBTQI* dell'Alto Adige Südtirol e alcune testimonianze sulla figura genitoriale, sui servizi e sull'adolescenza. Un rappresentante di AGEDO (Associazione di genitori, parenti e amici di persone LGBT+), parlerà del rapporto tra genitori e figli LGBTQIA+, in dialogo con due giovani di Arcigay del Trentino. Modera l’incontro Riccardo Santoni del Forum trentino per la pace e i diritti umani.