L'inceneritore di Copenaghen ©Adobe Stock

Orientamento

Professione consulente ambientale

Lighea Speziale assiste regioni, partecipate e aziende alle prese con la normativa europea su rifiuti, energia e sostenibilità

19 aprile 2023
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di Elisabetta Brunelli
Ufficio Stampa e Relazioni esterne

Consulente ambientale. È questa la professione che Lighea Speziale, ingegnera di origini romane, svolge tra Firenze e Bruxelles. Da Roma aveva scelto di studiare all’Università di Trento perché cercava un ateneo attento alla cooperazione internazionale. Alumna di Ingegneria per l'ambiente e il territorio, laureata specialistica nel 2012 con una tesi sulla pianificazione territoriale (Applying the Ecosystem Approach to Land Use Planning in Koboto District, Uganda), relatore Davide Geneletti con Guido Zolezzi, negli anni si è poi dedicata alla normativa ambientale europea. Tanto da fondare a Firenze, assieme a un collega, la Seeds Consulting, società di ingegneria e consulenza in materia di ambiente e sostenibilità, rifiuti ed energia. Qui ha riversato le conoscenze acquisite all’Università di Trento e l’esperienza maturata a Bruxelles. Un consiglio di Lighea Speziale a chi sta studiando o ha appena finito? «Siate aperti agli stimoli e capaci di ascoltare voi stessi e gli altri. Così potrete cogliere le diverse opportunità che incontrerete nella vita».

Ingegnera Lighea Speziale, di cosa si è occupata subito dopo la laurea?

«Per qualche tempo ho continuato a occuparmi di cooperazione internazionale, ma poi ho iniziato a interessarmi di normativa ambientale europea e per un periodo sono stata a Bruxelles. Ho visto che era un ambiente dinamico, mi è piaciuto molto e ho deciso di trasferirmi lì. Ho fatto uno stage con un’associazione che si occupava di rifiuti e poi per sette anni mi sono dedicata alla normativa ambientale europea, in particolare alle emissioni. Intanto ho anche avuto due bambini. La mancanza dei nonni, che erano in Italia, si è fatta sentire, ma in Belgio ci sono delle buone politiche che rendono possibile conciliare lavoro e famiglia anche quando sei mamma di due bambini piccoli».

Ora però vive a Firenze e lavora per una società di consulenza di cui è fondatrice. Quando ha deciso di fare questo passo?

«Ho maturato la decisione assieme al collega Lorenzo Ceccherini, ingegnere meccanico che avevo incontrato a Bruxelles, anche lui impegnato sulle politiche europee in materia di energia, ambiente e rifiuti. Era gennaio 2020 quando abbiamo messo in piedi la società. Il Green Deal del 2019, con la strategia dell'Unione europea per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, ha comportato un’impennata di richieste di consulenza per destreggiarsi nella normativa europea. Le cose sono andate subito bene, il lavoro non ci manca. Ora abbiamo anche assunto una terza persona: è una giovane chimica e futura mamma. L’anno scorso, poi, ho deciso di fare rientro in Italia con la mia famiglia. Ora vivo a Firenze con il mio compagno e i nostri due bambini».

Di cosa si occupa la Seeds Consulting?

«Offriamo servizi di pianificazione strategica e project management, di advocacy a livello nazionale e internazionale e di analisi e gestione dati in campo energetico e ambientale. Organizziamo anche attività di formazione e workshop e svolgiamo training e verifica di conformità alle normative vigenti».

Chi si rivolge a voi?

«La nostra clientela è costituita da associazioni industriali in ambito nazionale ed europeo, da aziende di varie dimensioni, piccole e grandi, e dalle partecipate. Poi lavoriamo molto con le regioni, che in Italia sono le realtà che hanno maggiori competenze in materia ambientale».

In cosa consiste il suo lavoro?

«È un lavoro soprattutto di analisi, di confronto, di elaborazione di soluzioni, che devono essere sostenibili da un punto di vista regolatorio, economico, sociale ed ambientale. È una consulenza altamente specializzata che deve tenere in considerazione sia i fattori micro e macro-geografici, sia le sfide operative e strategiche di ogni realtà. Per farlo, ci serviamo di un approccio sinergico e multidisciplinare. Discutiamo le varie soluzioni tra noi e con altre persone esperte, sempre di concerto con la clientela. La nostra sede è a Firenze, ma lavoriamo molto con Bruxelles. Sono là almeno una volta la settimana».

Tra i temi controversi del momento c’è la costruzione di vari impianti di trattamento dei rifiuti. C’è chi vede nella raccolta differenziata un’alternativa. Lei cosa replica?

«La differenziata è il punto di partenza da cui non si può prescindere anche per il suo valore sociale ed educativo, ma ogni fase di trattamento del rifiuto è importante. Il termovalorizzatore si occuperebbe della frazione indifferenziata che altrimenti dovrebbe essere conferito in discarica. Il vantaggio del termovalorizzatore è che ricavi energia dal rifiuto e materie come i metalli dalle scorie di combustione».

A che punto è l’economia circolare in Italia?

«In tanti comparti industriali si potrebbe e si dovrebbe fare molto di più. Penso soprattutto all’agroalimentare. Qualunque attività umana ha un suo impatto, l’importante è esserne consapevoli e non accettare una società che provoca impatti sul mondo in cui vive senza porsi il problema come accadeva fino a 15/20 anni fa».

Cosa emerge dal suo lavoro di consulenza?

«Osservo che, a volte, anche le questioni più complesse vengono ridotte a una contrapposizione, invece che essere viste nel loro insieme. Oppure vengono strumentalizzate dalla politica senza tener conto degli aspetti tecnici. In entrambi i casi si rischia di perdere tempo in estenuanti polemiche e di rinviare il problema. Altro punto debole è la notevole differenza da regione e regione: dove il contesto locale investe nelle politiche ambientali, si ottengono risultati molto buoni in linea con gli standard europei, dove ciò non accade si rilevano pesanti ritardi. L’Italia procede a velocità diverse».

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